Intervista a Dalila Bonelli

Creato il 13 marzo 2014 da Visionnaire @escrivere

Abbiamo intervistato per voi Dalila Bonelli, giovane autrice Giunti di cui Nerina ha recensito qui il romanzo d’esordio “Casa Delirio”.

1. Dal blog, alla pubblicazione con Giunti. Noi siamo una community di lettori e aspiranti scrittori, quindi la nostra prima domanda è: come ci sei riuscita? Ti sei proposta tu o sei stata contattata dall’editore?

Dalila Bonelli: Come ci sono riuscita non lo so davvero. Non ho aperto il blog con l’intento di pubblicare un libro, anzi, era solo uno spazio dove potevo urlare senza che nessuno mi sentisse.
Il caso ha voluto far capitare sul mio infinitesimale spazio quella che poi è diventata la mia editor.
Diciamo che il merito è suo, ci ha visto lungo. Mi ha proposto di far diventare il blog un libro ed eccomi qua.

2. Mamma, moglie e blogger… Puoi raccontarci di come è nata la tua passione per la scrittura e di come fai a trovare il tempo per scrivere?

D.B.: Non ho mai avuto la passione per la scrittura o forse l’ho da sempre e non la reputo una passione quanto più una cosa naturale.
C’è gente che per scaricare la tensione corre, prende a pugni un sacco, piange, cucina.
Io scrivo.
L’ho sempre fatto ( e vi confido una cosa: conservo ancora i diari di quando ero adolescente) e mi ha sempre aiutato.
Il tempo per scrivere lo trovo, solitamente di notte quando mio figlio dorme e non interrompe il flusso di parole. Ma confesso di appuntarmi pensieri e parole anche sullo smartphone mentre faccio la spesa o giro la minestra.

3. Sei dotata di autoironia, lo sono anche i tuoi familiari che si ritrovano allegramente presi in giro in Casa delirio?

D.B.: No.
Ora ovviamente fanno buon viso a cattivo gioco. Il libro piace e loro sono felici.
Ma nella realtà la mia ironia mi ha permesso di conquistare il titolo “pecora nera” in famiglia.
Io sono quella che ha sempre una parola di troppo per tutti.

4. Una mamma che scrive deve essere anche una mamma che legge. C’è qualche titolo di narrativa per l’infanzia che ritieni sia fondamentale?

D.B.: Io leggo. Leggevo molto di più prima di essere mamma. Avevo molto più tempo.
Mio figlio a Luglio farà 4 anni e ha già una libreria piena di libri (sui dinosauri) che fa finta di leggere. Non ho titoli specifici da indicare, molto dipende dagli interessi che maturano i piccoli.
Consiglio di sfruttare una loro passione per renderli lettori fin da bambini.

5. A tal proposito, hai mai pensato di scrivere narrativa per bambini?

D.B.: A dire il vero lo faccio in casa. Mio figlio è un tipo esigente e quando chiede la storia della buonanotte non vuole mai sentire lo stesso racconto, dove categoricamente i personaggi devono essere dinosauri. Così invento e lui ascolta interessato.
Ma mi spaventerebbe scrivere per i bambini.
Non è facile usare un linguaggio semplice per esprimere concetti anche complessi di cui i bambini hanno bisogno per soddisfare le loro curiosità.

6. Il tuo percorso di studi è nell’ambito dell’archeologia, pubblicare un libro è stato un sogno che si realizza o qualcosa di inaspettato?

D.B.: E’ stato sicuramente inaspettato.
Fa parte dei tanti sogni che ho, questo si è realizzato ma ne ho ancora tanti da far avverare.

7. Cosa consiglieresti a chi vuole farsi strada nel mondo della scrittura? Pensi che un blog per farsi conoscere possa essere utile?

D.B.: Non credo. Se avessi il sogno di diventare uno scrittore punterei dritto alla meta. Il blog sarebbe un percorso tortuoso ed inutile. Sì, nel mio caso ha funzionato, ma ricordo che il blog non era nato con questo intento.
Punterei sul self publishing. Conosco già molte persone che hanno rimediato un contratto da grandi CE dopo aver pubblicato in SP.

8. Tu come e perché hai scelto di aprirne uno?

D.B.: Ho sempre tenuto un diario. Ho semplicemente cambiato gli strumenti: prima la carta e poi il digitale. L’ho fatto per questioni di spazio, me ne sentivo privata e in quel modo potevo riappropriarmene

9. La CE ti propone di partecipare a eventi e incontri per pubblicizzare il tuo libro? Come si conciliano gli impegni dello scrittore e quelli del genitore?

D.B.: A dire il vero no, come dice la mia editor “questo libro fa tutto da solo”.
Ecco CasaDelirio sta facendo tutto da solo, grazie al passaparola, ai social e al blog.
Continuo ad essere “solo” un genitore a tempo pieno!
Provo imbarazzo ad essere chiamato scrittore, forse lo sono e non me ne rendo ancora conto.

10. E infine, stai lavorando a qualche nuovo progetto?

D.B.: No, ma continuo a prendere appunti mentre giro la minestra. Potrebbero tornare utili.

Ringraziamo di cuore Dalila Bonelli per aver risposto alle nostre domande!


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