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Intervista a: Dilhani Heemba, blogger e autrice di "Le figlie di Ananke Black light"

Creato il 16 settembre 2010 da Tuttosuilibri @irenepecikar
Benvenuta nel mio blog e grazie per la tua disponibilità.
Ciao, Irene; grazie a te: questa è la mia prima intervista.
Chi è Dilhani Heemba nella vita di tutti i giorni?
Confesso che questo tipo di domande mi spiazzano: mi fannovenire le crisi di identità! Qualche tempo fa un ragazzo che voleva per forzala mia foto, al mio ennesimo diniego, mi ha dato del mezzo troll. Se siriferiva alla mia altezza (leggasi bassezza) poteva anche avere ragione, ma peril resto non sono un troll: sono una ragazza normale, nata nello Sri Lanka,originaria dell'India, italiana per adozione e romana de Roma.All'anagrafe ho un altro nome, tuttavia per la me "quasi-scrittrice"basta questo: quando ero ragazzina pensavo che se mai avessi voluto pubblicarequalcosa, per non stravolgere la mia vita privata, lo "avrei fattopostumo", poi ho pensato che non era conveniente! Cosa faccio tutti i giorni? Mi sveglio, controvoglia, espero il più possibile di realizzare tutti i miei sogni, ma ne ho troppi; peril resto, rompo le scatole a chi mi sta vicino, cerco di fare il mio dovere, mainesorabilmente vengo attratta prima dal piacere, che, a seconda del periodo,può essere scrivere, leggere, disegnare, andare a fare foto, stare al telefonocon le amiche. Chiacchierare.
Sul tuo blog Dilhani’s Tales pubblichi a puntate un racconto urban fantasy intitolato “Le figlie di Ananke – Black Light”. Ce ne parli?
Certo. Si tratta di un racconto che vede come protagonistiprincipali un demone della morte (la morte umana), nelle sembianze di unaragazza alata, e un ragazzo molto legato alla famiglia -in particolare allasorella- che si ritrova suo malgrado a scoprire questa dimensione. Nel raccontomescolo il paranormale alla mitologia e, anche se solo accennato, anche allareligione. Io sono "per lo più" cristiana, ma da sempre mi pongodomande e mi chiedo come sarebbe se invece fosse così o colà, e questo è unaspetto che rientra in quasi tutti i miei racconti e romanzi. Era un annetto che pensavo auna storia che si svolgesse a Roma e lo spunto mi è venuto dall'esigenza diallontanarmi dalla protagonista di N.T. (il manoscritto che ho inviato adalcune case editrici), a cui mi sento molto legata, forse troppo. E nasce anchedall'idea che la protagonista dovesse essere una che uccideva con facilità purscontrandosi con questo aspetto di sé, qualcosa che non fosse la semplice donnada proteggere, né l'Anita Blake del momento; nello stesso modo desideravo unprotagonista che non fosse il solito maschio tenebroso, sicuro di sé.
Sempre nel tuo blog ci sono anche poesie e altri raccontidark/urban fantasy e d’amore. Cosa rappresenta per te la scrittura?
La scrittura è una parte di me. Lo è sempre stata. Un modo per mettere nero su bianco, per tracciare pensieried emozioni, un modo per disegnare immagini (amo anche disegnare) con leparole, soprattutto per quanto riguarda la poesia, ma anche per quanto riguardaalcune questioni che mi hanno in qualche modo toccata, come gli abusi sessualidi un padre su una figlia (vedi "Rosa Bianca") o la prostituzioneminorile nei paesi del terzo mondo (vedi "Sono quasi una donna..."),e altre esperienze meno cupe. Racconti e romanzi, invece, rappresentano da unaparte una via di fuga, e dall'altra un modo per delimitare la mia fantasia edarle un senso. Dark e urban fantasy sono un genere nuovo per me, almeno dallato scrittura. Di solito ciò che scrivo si svolge nel mondo reale; mi piacescrivere di avventura e quasi sempre mi piace inserire tematiche come amore,amicizia e famiglia nelle sue diverse accezioni.Nell'ultimo periodo, partendo da un sogno (giuro non hocopiato dalla Meyer) mi sono dedicata al fantastico: ho combinato insiemefantagenetica e l'arrivo del 2012, e ho dato vita a umani in grado ditrasformarsi in tigri bianche (anche in lupi, ma fa molto classico Lycan), cosìè nato il mio ultimo romanzo, quello che, per la prima volta, ho deciso direndere pubblico. Sempre se qualcuno si decide a pubblicarmelo! Ma i temi dicui sopra rimangono i veri protagonisti, con l'unica aggiunta di renderecentrale la guerra. Questo ultimo aspetto viene dall'esigenza di riportare glieventi della mia terra natia, dove esiste, ormai da moltissimi anni, unterribile conflitto civile.
Perché la scelta di pubblicare sul blog?
Nella sezione principale del blog (http://dilhaniheemba.blogspot.com/),dove racconto di questo sogno di pubblicare un libro e ciò che vi gira intorno,mi sembrava mancasse una parte fondamentale di me, così ho aggiunto la sezione(http://dilhanitales.blogspot.com/)in cui mettere poesie, racconti o semplici pensieri. "Le figlie di Ananke" è arrivato con un notevoletempismo. Avevo voglia di scrivere qualcosa e nello stesso tempo diavere un parere esterno, che non fosse il solito parere di amici e fidanzato.Inoltre "Black Light" è un racconto, non avrei mai pensato a una suapubblicazione. Scrivo per il gusto di scrivere, quindi nell'attesa di  unarisposta dalle case editrici trovo piacevole questa esperienza, dove le personemi lasciano dei commenti e dei consigli in diretta. In questa scelta c'è il piacere della scrittura fine a sestessa, ma anche il piacere di sapere che chiunque può passare a leggere; e,perché no - non lo nego - la speranza che passando di qui qualcuno possa anchenotarmi. Come disse qualcuno, non puoi lamentarti di non vincere alSuperenalotto, se non giochi mai. Se non succede non importa, perché lanecessità principale rimane quella di scrivere, non pago neppure un euro (ilSuperenalotto costa un euro, vero?), anzi ne sono appagata. Se succede, tantomeglio.
Ti ringrazio e ti saluto. Vuoi aggiungere qualcosa?
Dopo tutto quello che ho scritto, vuoi davvero farmi questadomanda? Ti concedo di ritirarla :)Grazie ancora per questo spazio.
Per leggere il racconto a puntate "Le figlie di Ananke.Black light" clikka QUI

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