A Palermo si è svolta di recente la prima manifestazione in città dei Popolari per l’Italia di Domani ed abbiamo chiesto a Doriana Ribaudo, capogruppo al Comune, le intenzioni del nuovo progetto politico, dopo il divorzio dall’Udc di Casini:
“Prima di tutto ridare rappresentanza al territorio. La battaglia sulle preferenze è premessa per ricostruire un modello di politica che sia rappresentativo della gente.
Probabilmente se così fosse le priorità dei partiti, tutti, oggi sarebbero ben altre e si affronterebbero i problemi reali del Paese. Non riteniamo, a differenza di altri, che l’Italia si possa dividere in Berlusconiani e antiBerlusconiani, riteniamo al contrario che i problemi dell’Italia siano tali da non poter ridurli così semplicisticamente e pensare di poterli risolvere solo tramite contrapposizioni senza vere proposte alternative e risolutive.
Per intenderci in questi giorni si parla tanto di candidati Premier, tanti nomi ma nessuna formula, nessun progetto. Allora mi chiedo personalmente se ci sia più voglia di occupare il posto di altri che cambiare veramente questo stato di cose“.
E quali sono le caratteristiche essenziali del Pid?
“Si tratta di un vero partito di centro fortemente identitario. Aperto e rappresentativo di tutta la società dagli artigiani, alle donne, al mondo universitario, agli agricoltori. Un partito le cui battaglie nascano dal territorio e che quindi in esso sia ben radicato. Noi non abbiamo abbandonato i nostri ideali, la nostra bandiera, al contrario ce la siamo portati dietro ecco perchè non viviamo la necessità di doverci ridefinire o ricostruire un progetto ideale.
Di certo sarà un partito che rivaluterà il significato della militanza e che non metterà dentro di tutto e di più con l’auspicio di prendere qualche voticino in più”.
Ci saranno nuove battaglie al Comune di Palermo?
“Il ruolo del gruppo che in questi anni ho provato a rappresentare è sempre stato quello di far parte di una maggioranza ma in modo propositivo e quando è servito anche critico. Abbiamo portato avanti proposte di iniziativa consiliare come il quoziente familiare, la trasparenza nelle procedure amministrative contro quello che è il pizzo burocratizzato, l’apertura degli spazi scolastici e sportivi al territorio e al mondo dell’associazionismo.
Adesso organizzeremo anche degli incontri con iscritti e simpatizzanti, uno ad esempio sulla Fiera del Mediterraneo, e personalmente darò avvio ad una campagna d’ascolto sul territorio cittadino. Non abbiamo soluzioni in tasca per tutto e tutti, ma di certo abbiamo il dovere di incontrare e ascoltare la gente, assumendoci anche le nostre responsabilità.
Questo è quello che continueremo a fare consapevoli che la situazione che viviamo non è affatto semplice e che i prossimi mesi saranno pesanti. Occorre un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, indistintamente, e soprattutto non si possono programmare le priorità di un Comune, a destra e sinistra, in funzione delle prossime elezioni”.
E Doriana Ribaudo cosa si aspetta dal Pid?
“Tanta umiltà, cosa che non vedo negli altri partiti, un maggiore senso delle istituzioni, che non sono solo strumento per appagare le proprie ambizioni personali e soprattutto una svolta generazionale sia nei contenuti che nelle persone.
Qualche tempo fa un articolo sul Sole24 evidenziava che non ci si possa aspettare delle riforme radicali da chi questo sistema lo ha costruito, sarebbe come chiedere al padre di abbandonare il proprio figlio per un altro e questo, al di là delle belle parole, non avverrà mai.
So soltanto che in questi anni ho sentito parlare tantissimo di giovani ma più della metà dei miei amici studia o lavora fuori dalla Sicilia e sinceramente non so se anch’io sarò costretta ad andare via. Ho solo una certezza, non voglio vivere di politica e così come tanti altri giovani che hanno studiato e fatto sacrifici non voglio elemosinare un mio diritto.
Ripristinare uno stato di diritto e veramente democratico di certo non è responsabilità di un solo partito, ma far parte di un partito che almeno ci prova mi renderebbe orgogliosa”.