L'autrice
Elisa Sartarelli è una giornalista laureata in Lingue e Letterature Moderne all'Università degli Studi di Roma “La Sapienza". La sua tesi "Il mondo di Frances Hodgson Burnett: The Secret Garden, Little Lord Fauntleroy e A Little Princess" è stata pubblicata nel 2010 da La Riflessione - Saggistica. Ha scritto anche due libri di favole ambientati in un mondo che ha creato da bambina: Le Quadrobambole (Rea Edizioni 2010) e Nel mondo delle Quadrobambole (Nicodemo Edizioni 2011). A settembre 2014 è uscito il suo primo romanzo per bambini, dal titolo Le avventure del Mago Xilofono (Arduino Sacco Editore). Ha un blog che si chiama "Il mondo di Elisa".
Il libro
La Città di Carta apre finalmente le sue porte al mondo. In un paese incantato fatto di magia e animali parlanti, vivono le quadrobambole, cioè gli abitanti della città. Tra streghe, elfi e sirene la vita scorre tra mille peripezie e tanto divertimento. Entrate nella Città di Carta per assaggiare i dolci del panificio di Bianca e i suoi tre folletti, attraversate il Bosco Alberoso, superate la foresta e proseguite verso nord fino al Mare d'Inchiostro per ascoltare le sirene, poi trascorrete con le quadrobambole la notte di Halloween e salite sulla slitta di Babbo Natale. Chissà se vorrete più tornare indietro? La nostra recensione qui.
L'intervista
Cara Elisa, grazie per averci concesso quest'intervista.
1. Qualche tempo fa abbiamo avuto il piacere di recensire sulle nostre pagine il tuo primo libro, "Le Quadrobambole", che ci ha molto colpiti per l'originalità dell'idea di base; puoi dirci qualcosa di più? Da dov'è nata l'ispirazione per la Città di Carta e le sue abitanti? Sono stati i tuoi disegni a ispirare il libro oppure i tuoi racconti a dar vita ai disegni che li accompagnano?
Grazie a voi per questa intervista!
Ho cominciato a disegnare piccole amiche che seguivano i quadretti sul quaderno di matematica, alle elementari. Staccavo le pagine al centro e disegnavo lì. All'inizio non avevano un nome, poi ho cominciato a chiamarle "Quadrobambole". Ma a quell'epoca non c'erano favole che le riguardavano, solo disegni. Le ho dimenticate per molti anni, visto che non piacevano ai maestri. Durante il periodo dell'Università, sono stata ospite a casa di una famiglia tedesca per perfezionare la lingua. Mi sono affezionata molto a loro, specialmente alle due bambine che oggi sono due piccole donne; giocavo molto con loro in italiano, mentre parlavo in tedesco con i genitori. Giocando, inventando giochi e storie da interpretare, ho cominciato a scrivere "Ilia e la Strega dei Funghi", ripensando alla mia infanzia e alle Quadrobambole, immersa nell'atmosfera da favola del sud della Germania, al confine con l'Austria, tra alte montagne e prati verdi. La Città di Carta è venuta dopo, quando mi sono chiesta dove vivessero le Quadrobambole. Ho anche una cartina geografica, ancora inedita, che mostra la città e le case degli abitanti del primo libro, "Le Quadrobambole".
2. Com'è nata l'idea di scrivere un libro per bambini? Si tratta di un sogno che avevi fin da piccola o un'idea che è nata col passare degli anni?
Diciamo che nei miei quaderni e nel mio pc ci sono sempre state storie e romanzi per bambini o ragazzi. Quando comincio a scrivere, vedo foreste, castelli, casette in mezzo al bosco, animali parlanti... Poi sono riapparse dal fondo della fantasia le Quadrobambole e ho fatto emergere il loro mondo. È sempre stato lì, andava solo scoperto. E ci sono ancora tante cose da portare alla luce...
3. Ti sei ispirata a qualche autore particolare nella scrittura delle tue favole? Quali erano le tue favole preferite da bambina?
Di solito prendo ispirazione da quello che ho intorno oppure mi metto a scrivere e traduco in parole la visione che in quel momento arriva alla mia immaginazione. L'idea è quella di scrivere qualcosa di originale, senza prendere spunto da altri scrittori che ci hanno già messo del loro. L'unica idea che ho ripreso, senza cadere nel plagio, è stata quella di Tolkien, dopo aver letto "Lo Hobbit", che descrive il cibo e fa spesso mangiare i suoi personaggi. Anche nelle mie favole si mangia ma, dopo questa lettura, nel romanzo "Le avventure del Mago Xilofono" ho cercato di dare più spazio a colazione, pranzo e cena.
Da piccola mio padre inventava favole e leggeva per me un libro dal titolo "Una novella al giorno per Michela" di Giorgio Garizzo Vallada, io adoravo quella dal titolo "Sette vite di un cappello"; mia madre mi leggeva il libro Disney "Per fortuna che c'è Lillo", che avevo imparato a memoria, girando le pagine al momento giusto. Quando ho imparato a leggere, ho scoperto che mi piacevano molto le favole di Capuana.
4. Ti piaceva leggere da piccola? E ora che sei grande, cosa leggi?
Sì, mi piaceva leggere, soprattutto favole e leggende. Poi ho scoperto Frances Hodgson Burnett, sulla quale ho scritto la tesi di laurea.
Leggo ancora favole; leggo libri per bambini, perché ancora mi piace, e poi è dai grandi che bisogna imparare: Dahl, Andersen, Perrault, i Grimm, Beatrix Potter, J.K. Rowlling e ce ne sarebbero ancora molti... Mi piacciono i classici dell'Ottocento, ad esempio Dickens, adoro "Cime Tempestose" e le storie legate al soprannaturale, come quelle di Edgar Allan Poe.
5. Quali sono i messaggi principali che vorresti comunicare ai tuoi lettori con i tuoi racconti?
I miei lettori sono bambini (anche se ho ricevuto apprezzamenti anche da diversi adulti). Vorrei prima di tutto farli ridere, sorridere e divertire. E poi, qua è là, cerco di mandare loro qualche piccolo messaggio, come accettare gli altri per quello che sono dentro e non fuori o praticare la gentilezza verso chi si ha intorno.
6. I libri ambientati nell'universo delle Quadrobambole sono già tre. Hai intenzione di proseguire ancora con le loro avventure o hai altri progetti?
È già pronta una serie di filastrocche illustrate e spero divertenti su re e regine, scritte, come spiega il libro, da streghe e stregoni del Regno delle Quadrobambole. Non avete mai sentito parlare della città segreta dove vivono re e regine? Già... Credo che ne sentirete parlare, spero presto... Anche perché, sono pronte le illustrazioni per un nuovo romanzo che ho appena cominciato, in cui una giovane strega partirà alla ricerca di questa città, per sposare un principe...
7. Alcuni personaggi di racconti per bambini sono diventati dei veri e propri "brand" con tutto un merchandasing fatto di bambole, figurine e prodotti per la scuole. Ti piacerebbe che accadesse una cosa del genere anche per le Quadrobambole?
Certo, mi piacerebbe moltissimo! In realtà, ho creato a mano qualcosa di simile ma in modo molto limitato: ho fatto portachiavi e decorazioni per l'albero di Natale sulle Quadrobambole con le perline stirabili, ciondoli e portachiavi con il fimo; sciarpe di lana all'uncinetto con le Quadrobambole e poi cuscini quadrati e coperte fatte di tanti quadrati, com'è a quadretti il loro piccolo mondo. Ma creare un vero merchandising dietro al mondo delle Quadrobambole sarebbe meraviglioso...
8. So che sei anche giornalista: qual è il ruolo in cui ti vedi meglio, questo o quello di scrittrice? In altre parole: cosa vuoi fare "da grande"?
Il punto è proprio questo: io sono già "grande". Lavoro come free lance e intanto scrivo. Entrambe le cose mi danno tanta soddisfazione. Il punto è che nessuno dei due ruoli è diventato finora un lavoro stabile e a tempo pieno. Spero che un giorno possano esserlo entrambi. Ma non vorrei mai rinunciare completamente alla professione di giornalista, né a quella di scrittrice.
9. Nel tuo futuro pensi ci sarà spazio anche per un romanzo per un pubblico adulto?
Ho scritto un romanzo per ragazzi quasi terminato che aspetta da tanto tempo, e anche alcune storie per adulti, ispirandomi (pur consapevole di non arrivare allo stesso livello) a "Gli abitanti di Dublino" di Joyce. Per ora, però, non sono ancora convinta della pubblicazione...
10. La maggiore difficoltà per un autore esordiente è quella di attirare l'attenzione di una casa editrice. Per te com'è stato? Hai dovuto faticare molto per essere pubblicata? L'idea delle Quadrobambole è stata accolta subito con entusiasmo o ha suscitato qualche perplessità?
Ho mandato il mio primo libro "Le Quadrobambole" a una miriade di case editrici, grandi e piccole, ma molte chiedevano l'acquisto di numerose, altre non erano interessate al mio libro. Poi la Rea Edizioni, a un prezzo ragionevole relativo all'acquisto di diverse copie, ha detto di essere interessata. Ho deciso di far conoscere la Città di Carta e ho detto sì. Dovevo pur cominciare da qualche parte.
Poi però, visto che il primo libro era stato pubblicato e aveva avuto un discreto successo tra i bambini (e tra gli adulti) dopo alcune presentazioni, ho deciso che i passi successivi sarebbero stati diversi. Tante persone avevano conosciuto le Quadrobambole e sapevo che venivano apprezzate.
Ho mandato in giro "Nel mondo delle Quadrobambole", di nuovo a editori grandi e piccoli. Ma ormai avevo fatto la prova: le mie favole piacevano, avevo avuto ottime recensioni su aNobii. Se con il primo libro avevo voluto darmi una possibilità e vedere se avrei ottenuto giudizi positivi o negativi, era arrivato il momento che qualcuno credesse in me. Con Nicodemo Edizioni ho pubblicato gratuitamente "Nel mondo delle Quadrobambole", un libro-quaderno (com'è stato definito) con disegni da colorare, favole, una filastrocca, il modello per una maschera di Carnevale, modelli per realizzare le Quadrobambole con le perline stirabili e anche una ricetta! Secondo me, una meravigliosa idea! Mi sono divertita tantissimo a realizzare tutto insieme agli editori! Purtroppo, però, le piccole case editrici fatto fatica a farsi conoscere e a fare pubblicità ai libri pubblicati. Anche in questo caso, ho voluto fare laboratori e presentazioni. Purtroppo questa casa editrice ha chiuso. Così, ho mandato "Le avventure del Mago Xilofono" ad altre case editrici, sentendomi dire che non erano interessati o ricevendo a casa contratti a pagamento. Finché ho incontrato Arduino Sacco Editore. Anche in questo caso, però, nonostante non chiedano l'acquisto di un certo numero di copie per la pubblicazione, la casa editrice non è molto grande e sono io a pensare alla pubblicità e alle presentazioni. Con loro mi sono trovata molto bene. Però, la speranza è sempre che una grande casa editrice si accorga di me...
11. Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?
Le case editrici dovrebbero credere negli scrittori che pubblicano e quindi non chiedere soldi all'autore. Ci tengo a precisare: il compenso richiesto riguarda l'acquisto di un determinato numero di copie. In pratica, chi scrive acquista il proprio libro. Non credo però che abbia molto senso. O meglio, ne ha per l'editore, che così ha un guadagno immediato, ma sulle spalle dell'autore. Io ho voluto farlo, ho voluto comprare le copie del mio primo libro e ho visto così la reazione della gente: "Le Quadrobambole" è piaciuto a grandi e piccini! Per me è stata una grande soddisfazione. Ma fatta questa prova ho detto basta: se una casa editrice non crede nei propri autori e chiede soldi per l'acquisto di copie, tanto vale pubblicare il libro da soli tramite siti appositi. Il punto è che però io non voglio cantarmela e suonarmela da sola: l'autore è una cosa, la casa editrice un'altra. E poi, se oltre a non rimetterci, riuscissi anche a guadagnarci... Ma anche qui, servirebbe una grande casa editrice...
12. Come giornalista e come autrice come vedi l'avvento delle nuove tecnologie nel mondo della carta stampata? Internet segnerà davvero la fine dei giornali? I libri di carta sopravviveranno all'avvento del digitale?
Le nuove tecnologie ci permettono di avere notizie in tempo reale, complete di foto, audio e video. Ogni giornale grande o piccolo, a mio modesto avviso, dovrebbe avere un sito internet in cui aggiornare in tempo reale le notizie e ampliarle con foto e video. Quello che si legge sulle pagine di un giornale on line può essere considerato una notizia certa, al contrario di bufale che spesso girano sul web. Internet è un mezzo più veloce, più completo. Ma non tutti, almeno in Italia, sono in grado di sfogliare i giornali on line. E finché sarà così, credo che i giornali resisteranno. Però credo che alla fine dovranno soccombere. Anche se questa eventualità mi dispiacerebbe. Alcune generazioni potrebbero perdere il fascino di leggere un grosso e ingombrante giornale a colazione, magari al bar, con caffè e cornetto sul tavolo, respirando l'odore della carta stampata (che io adoro). I libri di carta non si toccano, non c'è lettore e-Book che tenga! Sì, l'e-Book è comodo, permette di portarsi dietro "Guerra e pace" in poco spazio e con poco peso. Ma il libro è un valore, ci sono prime edizioni, edizioni rare, edizioni speciali che nessun lettore elettronico potrà mai sostituire! E poi l'odore di ogni libro, l'odore che accomuna una casa editrice o l'odore di una particolare edizione uscita in un determinato periodo, come per ogni libro della saga di Harry Potter, che ha un odore diverso.
La nostra intervista termina qui. C'è un messaggio particolare che vuoi lasciare ai nostri lettori?
Cari lettori, grandi e piccini, non smettete mai di sognare!