Intervista a Eliselle che presenta 'Le avventure di una Kitty addicted'

Creato il 12 aprile 2010 da Bradipina
Eliselle è tornata in libreria da pochissimi giorni con Le avventure di una Kitty Addicted, un divertente romanzo edito da Zorro Editore (295 pagg., 10 euro, lo trovate qui).
Come si può intuire dal titolo e dalla copertina è la storia di una ragazza appassionata di Hello Kitty, la gattina giapponese che in questo libro rappresenta il simbolo della difficoltà del passaggio ai trent'anni... Ma facciamoci raccontare dalla stessa autrice qualcosa di più sul suo ultimo lavoro.
- Ciao Eliselle, prima di tutto parlaci del tuo ultimo libro appena uscito Le avventure di una Kitty addicted. Un romanzo molto particolare perché parla di una dipendenza che affligge molte ragazze... quella per Hello Kitty!!!
Quella per Hello Kitty è una dipendenza contemporanea, è un bisogno di coltivare la tenerezza e l’infanzia che spesso vengono dimenticate. Il mio romanzo racconta la storia di Viola, una ragazza alle soglie dei trent’anni che si occupa di pubbliche relazioni, con un fidanzato assente, due amiche favolose e una famiglia stramba, che vive parecchie peripezie e d’un tratto viene investita dal desiderio di tornare bambina, quando non aveva problemi e qualcun altro li risolveva al posto suo. È un romanzo divertente, d’intrattenimento, per tutti.
- Al libro è legato anche un bellissimo blog, sempre aggiornato con le ultime notizie sulla mitica micina giapponese. Il blog è nato insieme all'idea del libro?
L’idea del blog è nata dopo la stesura del romanzo. Avevo deciso di incuriosire i potenziali lettori aprendo uno spazio in cui trovare stranezze e indirizzi utili per trovare la gattina giapponese in giro per il mondo e così è nato il blog: immediato e semplice, facile da raggiungere.
- Secondo te Hello Kitty può essere anche un simbolo del fatto che per le ragazze di oggi è molto difficile crescere? Spesso la sindrome di Peter Pan è associata ai maschietti, ma anche noi non scherziamo...
Infatti è proprio così, e ci tengo a dirlo perché in fatto di paura di crescere, uomini e donne oggi sono molto simili. Si tende a rimandare il momento in cui prendersi impegni seri e a lunga scadenza, e si sposta in avanti la fine dell’adolescenza. Certo, ci sono casi e casi, ma io non mi vergogno a dire che crescere mi incute un po’ di timore: credo sia normale, naturale.
- Tu sei un'autrice molto attiva, hai già scritto cinque romanzi non tutti appartenenti alla chick lit. Qual è il tuo genere preferito?
Non ho un genere preferito né come lettrice né come scrittrice. Leggo di tutto, tutti i generi, e cerco di leggere bei libri. Quando scrivo, passo momenti in cui il mio stato d’animo mi suggerisce di scrivere in determinati modi, e quindi ne può uscire un romanzo chick lit così come un noir: tutto dipende dal periodo che sto passando io.
- Hai cambiato spesso casa editrice. È stata ogni volta una nuova ricerca? Quanto è stato difficile per i vari libri?
È sempre una ricerca. Diventa sempre più facile mano a mano, perché ti fai conoscere, ma è come ricominciare una nuova avventura dall’inizio. Più difficile per i primi, meno per gli ultimi, sicuramente. Ma il problema, per assurdo, non è tanto trovare un editore, quanto il dopo, la promozione.
- Per la promozione dei tuoi libri ti affidi alla casa editrice o cerchi di organizzarti da sola?
Ho sempre fatto da sola. L’arte di arrangiarmi non mi è mai mancata, e ho fatto di necessità virtù: è faticoso, ma alla lunga ha i suoi vantaggi. Soprattutto quando ti ritrovi a organizzare rassegne letterarie per altri autori. Se sai già come muoverti, è più semplice.
- Hai già in mente nuovi progetti? So che ne porti avanti molti, tra cui la scrittura di testi che poi vengono interpretati nei teatri off milanesi. Che differenza c'è tra la scrittura di un romanzo e quella di un testo teatrale?
Ho un noir da completare, ma mi servirà tempo. Prima ho un sacco di libri da leggere in arretrato che devo ultimare. Ho una guida centouno in uscita per la Newton&Compton, presumo prevista per quest’estate. Sui testi teatrali, ho un progetto che mi è stato proposto: la differenza dipende dal tuo stile di scrittura e dalla tua capacità di adattamento, si tratta di avere voglia di sperimentare, se hai l’entusiasmo giusto, puoi fare quello che vuoi.
Per sapere di più su Eliselle questo è il suo sito: www.eliselle.com.

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