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La vita agra del grande Luciano

Creato il 15 giugno 2015 da Paciampi
La vita agra del grande LucianoC'era bisogno che gli occhi mi cascassero su questa copertina, per scoprire la magnifica collana Sorbonne, che la Clichy dedica ai protagonisti del Novecento, libretti agili e densi, ricchi di immagini e di citazioni, soprattutto di sguardi originali, a volte obliqui, per raccontare uomini e donne che hanno cambiato la nostra visione del mondo.
La prossima volta che vado in libreria me ne prendo un bel po', ma intanto eccomi con questo, dedicato a Luciano Bianciardi, il precario esistenziale (sottotitolo che già dice molto), curato da Gian Paolo Serino.
Non me lo potevo perdere, per l'amore che da sempre coltivo per questo grandissimo ignorato della nostra letteratura (in ogni caso più commentato che letto, come ricorda Serino), fino a curiosi processi di immedesimazione in altri anni (ho adoperato anche lo pseudonimo di Paolo Bianciardi su qualche giornale, che è tutto dire).
E dunque l'anarchico maremmano, l'inventore del Bibliobus che in anni inimmaginabili andava a portare i libri in posti dimenticati, l'uomo che non tradì mai i suoi minatori e che riuscì a farsi licenziare dalla Feltrinelli. Ma soprattutto l'uomo che riuscì a comprendere e a raccontare l'Italia dei consumi di massa e della televisione prima di Pier Paolo Pasolini e di Umberto Eco. Il primo a cogliere davvero la mutazione antropologica del nostro paese, con tutte le malattie che ci portiamo ancora dietro.
Voleva la più grande delle rivolte, Bianciardi: la coerenza di ciascuno. Quando gli arrise il successo, con quel capolavoro che è La vita agra - La storia di un'incazzatura in prima persona singolare - ci rimase male: si era aspettato che anche i suoi lettori si incazzassero, invece tutto quello che rimediò furono gli applausi.
Visse - o sopravvisse - delle traduzioni dei grandi americani, come Henry Miller. Se ne andò via troppo presto, a nemmeno 50 anni, ucciso dall'alcol in cui cercava l'assenza. In qualche modo ci riuscì: al suo funerale c'erano solo quattro persone.
Un buon modo di riscoprirlo è passare da questo libro di Clichy. A seguire, la meravigliosa biografia di Pino Corrias. E poi i libri, ovviamente i libri, del grande Luciano. 

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