Intervista a Flavia Pellegrino, autrice di 'Noi'

Creato il 15 novembre 2011 da La Stamberga Dei Lettori
Flavia Pellegrino è nata a Bari dove attualmente vive. Diplomata al liceo Scientifico, studia Medicina e Chirurgia all'Università degli Studi di Bari. Accanita divoratrice di libri sin dalla tenera età, collabora con recensioni ed interviste alle sezione Libri nel sito internet www.pensorosa.it. Iscritta al social network http://www.anobii.com ha pubblicato la recensione a "La casa degli Spiriti" di Isabel Allende, nella raccolta di recensioni "Il tarlo della lettura", edito da Rizzoli 2008.
Il libro
Non può credere alle proprie orecchie Chiara, la più piccola di quattro sorelle, quando i suoi genitori per mettere fine alle loro continue liti familiari, costringono lei e le sue sorelle a partire per fare una vacanza rilassante tutte e quattro insieme. Elisa, tranquilla e razionale è a più grande e matura, ed è l'unica capace di mantenere la pace fra le ragazze; Sabrina, sempre precisa ed ordinata, con le idee chiare, ma la testa fra le nuvole; Adriana solare e spigliata, decisa risoluta e terribilmente ingenua e Chiara, atletica e maschiaccia, apparentemente forte eppure piena di insicurezze. Quattro sorelle ed amiche che in una vacanza indimenticabile selle coste della Sardegna, attraverso nuovi incontri e divertenti avventure riscopriranno l'importanza dell'amicizia.L'intervista
Ciao Flavia, innanzi tutto complimenti per il tuo libro “Noi”. Ti confesso che leggendolo sono tornata col pensiero all’età magnifica che tu descrivi al meglio nel tuo libro. Parlaci delle quattro sorelle protagoniste.
Grazie mille Vittoria, ricevere dei complimenti è sempre molto piacevole ed in questo caso, considerato il coinvolgimento emotivo con questo breve romanzo, lo è ancora di più. Premetto dicendo che le quattro sorelle non sono personaggi puramente inventati, ma al contrario, come ho specificato nel libro “ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti NON è puramente causale”. Elisa è la più grande, è sempre stata “Costretta” a giocare ed a condividere la sua vita con le più piccole ed alla fine fra lei e la più più piccola Chiara la differenza d'età, specialmente in alcuni periodi della crescita, si nota e parecchio. Lei era già adolescente, alle prese con i primi amori e la vita da liceale mentre per Chiara esisteva ancora il mondo dei giochi e delle elementari. Elisa è la seconda mamma, colei a cui puoi raccontare tutto, ma che è tanto disponibile ad ascoltare quanto poco a raccontare di sé, bisogna solo un po' scavare e conquistare la sua cieca fiducia per poterla conoscere veramente. Sabrina, elegante, sofisticata, perfezionista, “maestrina” con la testa fra le nuvole, è la seconda e, per un motivo o per l'altro, è la più legata ad Arianna, entrambe con un carattere forte spesso in contrasto ma mai in competizione. Arianna è solare, spigliata e genuina. Si potrebbe pensare che sia altrettanto trasparente e facilmente conoscibile, invece dietro la sua allegria contagiosa nasconde bene le sue insicurezze e le piccole e grandi sofferenze di un'adolescente. Ed eccoci finalmente arrivati a Chiara, la voce narrante di questo “Diario di bordo”, la più piccola delle sorelle con la sindrome del Brutto anatroccolo più o meno ben mascherata dal suo fare maschiaccio. La vacanza con le sorelle l'aiuterà ad emergere dal guscio e scoprire l'amore ma soprattutto la vera amicizia.

I punti che mi hanno maggiormente colpita di “Noi” sono la capacità dell’amicizia e degli affetti veri di mutare nel tempo, di evolversi insieme alle persone adattandosi alle nuove circostanze e mantenedo i rapporti solidi e sinceri. Qual è il segreto?Si dice che gli amici si scelgono i fratelli no, quindi i fratelli nel bene e nel male te li devi far piacere, ed in questa situazione si creano degli equilibri strani, se visti dall'esterno, che però legano i fratelli con un legame, il più delle volte, indissolubile. E' questa l'amicizia che lega le quattro ragazze, sorelle nel libro, amiche di vecchia data nella vita reale. Non si sono scelte, anzi non ci siamo scelte, ma per motivi casuali sin dalle culle eravamo legate tutte ad uno stesso identico indirizzo, uniche quattro ragazze in un palazzo popolato per lo più da pensionati... o si diventava amiche o si moriva di solitudine. E' così ci siamo ritrovate a considerarci sorelle, ognuna di noi con i suoi pregi e i suoi difetti, ma unite da un legame quasi parentale, abbiamo imparato con gli anni a smussare i nostri spigoli ed a mettere la nostra amicizia prima di molte altre cose (fidanzati compresi che sono stati “costretti” a piacersi fra di loro ed andare d'accordo, pur di non creare problemi alla nostra amicizia). Non credere, così come le sorelle di Noi, le quattro amiche litigano spesso, ed a volte sono più le incomprensioni che il resto, ma quando hai una sorella o un fratello, per quanto puoi litigare e mantarlo al diavolo, lui/lei è sempre lì, come parte di te stessa.L’amore è un altro punto saliente del romanzo. L’amore sul nascere e l’amore nel divenire, anch’esso capace di mutare, di maturare e di evolversi. Come vivono le sorelle questo sentimento?Più che amore, parlerei di “cotte”. I cosiddetti “Primi amori” adolescenziali spesso non sono altro che cotte vissute però con un livello emozionale ampio così come sono amplificate tutte le emozioni di quella fascia d'età. Elisa, Sabrina, Arianna e Chiara partono per un'avventura, e le intenzioni mirate al divertirsi e vivere alla giornata sono evidenti sin dalle prime pagine, ma divertirsi senza investire parte di se stessi non è così facile come lo immaginavano. E da una semplice cotta tutte e quattro si ritrovano immerse in una relazione che lascerà in tutte e quattro in segno diverso. Se poi la “cotta” è “vero amore” questo spetta ai posteri deciderlo, magari a chi scriverà di loro fra dieci anni.Cosa significa, secondo te, oggi mantenere la solidità dei rapporti affettivi e familiari in un mondo che sembra essere sempre più proiettato verso rapporti meno profondi e duraturi?Bella domanda. Sinceramente non credo di saper rispondere a pieno. Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia attenta e affettuosa, di incontrare tre ragazze, che considero sorelle, stupende e condividere con loro moltissimi anni della mia vita, se avessimo potuto probabilmente avremmo iniziato a fare comunella nella culla. Ho avuto la fortuna sfacciata di incontrare il mio “Paolo”, l'uomo della mia vita, per caso senza “baciare nessun rospo”, e senza portare sul cuore cicatrici di rapporti falsi o finiti male. Con questi presupposti, mi rendo conto che parlare con me sia molto simile a vedere una film disney, dove è tutto “rose e fiori”. Credo che il problema fondamentale prima ancora che “gli altri” sia “me stesso”. Siamo sempre più alla ricerca di noi stessi, della nostra carriera, del nostro successo, del nostro star bene ed essere felici, che spesso tendiamo a far prevalere l'invidia e per poterci sentire meglio preferiamo affossare gli altri che emergere in prima persona. Tornando alla domanda: “cosa significa?” significa imparare ad essere più sicuri di se stessi e dei propri sogni, solo allora ci si può relazionare con gli altri in maniera positiva e costruttiva.Parlaci di te. Sei una giovane autrice di talento e con mille impegni sia universitari che personali. Come riesci a conciliare i tuoi molteplici impegni?Semplicemente non ci riesco. Passo giornate intere ad arrancare dietro i mille impegni sperando che per una volta non esistano solo 24 ore, ed altre giornate a crogiolarmi nella pigrizia più assoluta. Morale sono un disastro, ma per ora va bene così. Faccio un po' come le maree, un po' bagno una costa un po' l'altra cercando di mantenere fra tutti gli impegni un certo equilibrio del tutto personale. Qual è il tuo rapporto con la scrittura e quale autore/autrice ti appassiona maggiormente?La scrittura è il prolungamento dei miei sogni. E la lettura non è da meno. Da bambina mi dicevano che “vivevo sulle nuvole”, sempre immersa in sogni ad occhi aperti. Beh, le mie abitudini non sono cambiate ed i miei sogni ad occhi aperti sono continuamente alimentati proprio dalla lettura e dalla scrittura.Il mio autore preferito è Marc Levy, anche se ammetto che ultimamente perde colpi, l'autore di Se solo fosse vero (da cui hanno tratto l'omonimo film). Se solo fosse vero fu il primo libro a capitarmi fra le mani dopo tanti anni di abbandono della lettura, un libro che mi ha affascinato e fatto innamorare a tal punto che lo rileggo quasi ogni anno.Progetti per il futuro? Le mie “sorelle” vorrebbero che scrivessi il seguito di “Noi” e dalle coste sarde spostare le ragazze in Spagna, dove di recente siamo state tutte e quattro insieme. Non so, però, se questo progetto andrà in porto. Per il resto i miei progetti sono molteplici, un po' come i miei impegni... la laurea, un anello al dito e un matrimonio, continuare a far crescere Pensorosa, qualche nuova pubblicazione... non necessariamente in questo ordine.

Articolo di Vittoria A.

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