"Si crede che dopo la malattia tutto cambi radicalmente. Falso: per vincerla devi amare alla follia la vita di sempre. Le cene fuori con tuo marito, le passeggiate con i figli pestiferi e i brindisi con le amiche. Devi rimanere te stessa."
Ci sono libri che parlano di Cancro ma che in effetti non sono storie vere, solo immaginate e raccontate bene, e poi ci sono libri che raccontano la vita vera e quotidiana di una persona speciale come Francesca Del Rosso, che ha provato sulla sua pelle una grave malattia che le ha portato via i seni (anche se come dice lei "adesso ne ha due perfetti") ma non le ha portato via la vita, la voglia di vivere e di sorridere a qualunque costo.
In questo suo romanzo-memorial dal titolo WONDY, (già alla terza ristampa) c'è una donna, una moglie, una mamma di due bambini, una figlia, una collega e amica che per tre anni ha continuato a vivere la sua normalissima vita nonostante la dura prova delle chemioterapie, di due mastectomie, perché lei è una WONDY e c'è un po' di Wondy anche in tutte noi.Il suo romanzo mi ha fatta emozionare, a tratti anche sorridere perché la sua scrittura spesso è ironica, ma sopratutto mi ha fatto riflettere su quanto spesso si è presi da mille paturnie inutili che non ci fanno apprezzare la vita e il grande dono che abbiamo nel poterla vivere.
Vi invito a leggerlo e prevenire un grande male che spesso, noi donne, sottovalutiamo.
Ma leggete l'intervista di Francesca Del Rosso che sarà anche mia ospite nella puntata in radio di mercoledì 2 aprile "La rassegna dei Libri" in onda su radioazzurranetwork.it.
Francesca: Voglio aprire questa intervista con una citazione che hai inserito nel tuo libro.
William Hazlitt in un saggio ha scritto: Nessun giovane può credere che un giorno morirà".
E' proprio quello che tu hai vissuto. Avresti mai immaginato che sarebbe diventata tua?
WONDY: In effetti, no. Anche se in realtà ho quasi quarant'anni e non sono forse la giovane che intendeva Hazlitt! Io però mi sento giovane dentro e credo che lo sarò fino a ottant'anni!Francesca: Affrontare una malattia è una cosa terribile. Affrontare la paura che tutto possa finire è spaventoso.
Nel tuo romanzo ci hai regalato le tue intime paure, le angosce ma anche tanto coraggio, ironia e amore.
Quali sono gli ingredienti giusti per affrontare quotidianamente la vita?
Francesca: Cito il tuo libro:
Quando sei sana, sei Wondy: la mamma di due bambini, la moglie di un bell'uomo, la figlia di due genitori, l'amica e la collega di.
Quando ti ammali sei solo Wondy. Sei solo tu.
Quanto hai dovuto fingere agli occhi degli altri che eri serena?
WONDY: Devo dire che non ho finto tantissimo. Quando mi sentivo sola lo ero spesso anche fisicamente, quindi i miei momenti no, li ho vissuti senza dover recitare una parte. Davanti agli amici o ai miei cari ho avuto dei momenti di cedimento e non ho avuto paura di farli mostrarmi fragile. Sarebbe stato sciocco. Ammetto poi che il mio carattere mi ha aiutato moltissimo, spesso sono riuscita a rimanere sorridente e credo di essere stata serena davvero.
Francesca: Prima del romanzo è stata realizzata la tua pagina/blog su Vanity Fair "Le Chemio Avventure di Wondy", come è nata quest' idea?
WONDY: L'idea del blog è nata la sera che mi hanno detto il giorno di inizio delle chemioterapie. Avrei dovuto affrontare l'iter per la seconda volta e mi si è accesa una lampadina: perché non condividere questa avventura con altre donne? Perché non parlarne su un blog e trovare un modo diverso per affrontare questo percorso? L'ho proposto subito a Vanity e nel giro di un'ora ho ricevuto la risposta "Vai, scrivi e fai quello che ti senti". Si sono fidati ciecamente e mi hanno dato una carica pazzesca per andare avanti.
Francesca: Tua madre è fantastica, mi piace molto come hai raccontato di lei.
Spesso noi figli non consideriamo i genitori come una donna o un uomo. Sono semplicemente mamma e papà. Ma tua madre ha vissuto il tuo stesso "incubo".
WONDY: Ha vissuto lo stesso incubo trent'anni fa, quando era tutto molto diverso. Per fortuna non ha subito una mastectomia e non ha fatto le chemio rosse, ma quel momento anche per lei è stato di svolta e ha lasciato un segno. Come me è una donna molto forte e non si è mai fatta abbattere. Per me è stato un grande esempio di donna. Non potevo sfigurare!
Francesca: Decide sempre lei dove portarti a pranzo?
WONDY: Sì. Mi faccio trascinare in posti assurdi e mi diverto molto. E' il nostro momento, dove spettegoliamo e ci aggiorniamo. Almeno una o due volte al mese ci ritagliamo del tempo per noi.
Francesca: La famiglia è il nostro pilastro e tu hai un marito che è una grande colonna portante. Com'è lui?
WONDY: Nella nostra casa lui è "l'uomo. Porta i pantaloni, ma sotto il grembiule" come dice lui! Aiuta molto in famiglia e con i bambini e per me è un supporto essenziale. Ci sopportiamo e supportiamo vicendevolmente.
Francesca: Stai continuando a scrivere i diari dove appunti la vita della Iena e di Attila?
Sai che mi hai dato una bella idea! Voglio iniziarne uno anche io per Tempesta.
WONDY: E' difficile riuscire a rimanere al passo, a volte per settimane non scrivo nulla, poi però cerco di recuperare in corsa. Credo che quando avranno 18 anni, e glielo consegnerò ne saranno felicissimi. In fondo è un regalo fatto con il cuore e costruito giorno dopo giorno. Se lo avessi ricevuto io sarei stata la figlia più felice del mondo. Incrociamo le dita.
Sinossi: Una Wonder Woman in borghese: non indossa le culotte con le stelle o il top rosso, eppure la protagonista di questo libro a volte si sente proprio così. Come la supereroina, lotta contro le avversità della vita armata di autoironia e tenta in ogni modo di andare avanti - crescere i suoi bambini di due e quattro anni, non allontanarsi dall'amato marito Ken e vedere le amiche di sempre - mentre affronta il tumore al seno. Ma i "sassolini", come li chiama per Attilino e la Iena, le portano anche una nuova terza misura di reggipetto. E Wondy è bravissima a vedere il bicchiere mezzo pieno, così, senza poter dimenticare i continui controlli, la chemio e i mesi passati sul divano, non perde l'occasione per sdrammatizzare e vedere il lato positivo. Con la valigia pronta per un nuovo viaggio e il pc sempre acceso, impara che il tempo è prezioso (e poco), che i veri amici si riconoscono subito - ti invitano a sessioni di shopping o preparano cene prelibate con consegna a domicilio - che l'affetto incrollabile dei figli è il nostro carburante migliore; insomma che vale la pena combattere al massimo per tenersi stretto ciò che si ama. E allora, senza capelli le feste in maschera e parrucca vengono meglio, se hai già la nausea puoi concederti infinite corse sulle montagne russe con tua sorella e, se non hai appetito ma il sushi lo mangi, ne approfitti per uscire più spesso a cena... Francesca Del Rosso racconta una storia, la sua, ricordandoci come ogni donna abbia dentro un potere nascosto...
Francesca Del Rosso (Milano, 1974) è una giornalista.
e di "Mia figlia è una iena" (Kowalski 2010). Laureata in Filosofia e in Antropologia, è riuscita anche a: trovare un marito (uomo molto paziente), fare due figli (la iena e l’unno),adottare un gatto (depresso, perché l’ultimo della famiglia).
Nel tempo libero, che non c’è, cerca di leggere e riposarsi!
Le chemio avventure di Wondy
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