Intervista a Francesca Romana Ciardi, Projekt Manager del MPA-B 2012

Creato il 13 giugno 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il MPA-B, il Mese della Performance Art a Berlino, svoltosi dal primo al trentuno maggio 2012, si è da poco concluso. Trentuno intensi giorni di performance artistiche sparse per la città tedesca, nel corso dei quali si è assistito all’espressione, all’incontro e allo scambio dei linguaggi della scena indipendente. In occasione del MPA-B abbiamo intervistato Francesca Romana Ciardi, artista, performer e project manager del grande evento berlinese.

Il MPA-B è giunto al termine: un bilancio?

Siamo veramente molto soddisfatti! Questo maggio si è rivelato un mese straordinario per la scena indipendente della performance art di Berlino. Il programma, che è durato ben 31 giorni, ha pienamente rispecchiato la creatività e l’energia sperimentale di questa forma artistica che sta diventando sempre più diffusa ed apprezzata anche dal pubblico non avvezzo alla performance art. Quest’anno MPA-B si è svolto in 67 locations (inclusi spazi pubblici e non necessariamente dedicati all’arte) e in 10 quartieri della città; ha visto la partecipazione di centinaia di artisti interdisciplinari, di curatori e di organizzazioni che hanno dato vita alle iniziative più varie: da indoor e outdoor performances, workshops e interventi site-specific, a simposi, esibizioni, concerti di musica sperimentale, interazioni e collaborazioni con il pubblico. Considerando che MPA-B 2012 era solo la seconda edizione, realizzata poi con un piccolo budget ricavato dal crowdfunding, siamo assolutamente entusiasti della risonanza che la nostra iniziativa ha avuto a Berlino e a livello nazionale ed internazionale.

Da dove nasce l’esigenza di unire artisticamente e performativamente una città come Berlino?

MPA-B nacque nel 2011 con l’intenzione di esporre, promuovere e interconnettere le diverse pratiche artistiche sperimentali e contemporanee della scena indipendente della performance art di Berlino. Nacque anche con il desiderio di approfondire la conoscenza di questo linguaggio artistico e di reclamare una posizione di maggior rilievo per la performance art all’interno del panorama culturale della città. Infatti, per quanto riguarda le arti performative, lo scenario è dominato soprattutto da festivals ed eventi di teatro, danza e musica sovvenzionati e commerciali. Abbiamo ritenuto che fosse importante celebrare questa forza creativa attraverso una piattaforma che, nel corso di un mese intero, risaltasse la vasta gamma di pratiche performative del tessuto artistico e underground della città e che questa disciplina giungesse ad un pubblico più ampio ed eterogeneo.

In questo lungo mese, qual è stata la performance che, in generale, ha lasciato il segno e quella che, invece, ti ha più coinvolta?

Senza dubbio, l’evento più memorabile di MPA-B 2012 è stata la maratona di performance art MPA open, svoltasi a ACUD Kunstverein, una non-stop di quarantotto ore! MPA open, così chiamato per il suo formato aperto e all-inclusive, è stato il risultato di mesi di lavoro per la ricerca di una location che potesse ospitare i numerosi artisti intervenuti al Month of Performance Art. Attraverso una collaborazione con ACUD, un teatro, cinema, club e la galleria storica nel centro di Berlino e con una open call/iscrizione online, siamo riusciti ad ospitare più di 110 artisti che, ininterrottamente, hanno presentato 62 performances durante il corso di due giorni, dalle 18 di venerdi 11 alle 18 di domenica 13 maggio. La qualità dei lavori presentati, l’impegno, la creatività dei partecipanti, l’energia e il sostegno del pubblico per tutte e quarantotto le ore sono stati straordinari.

L’altro progetto che mi ha colpita è stato A Border Ferry Service di Birgit Auf der Lauer e Caspar Pauli, un vero e proprio viaggio performativo creato in riferimento alle frontiere, ai confini nazionali e ai percorsi intrapresi dai migliaia di profughi che ogni anno cercano di raggiungere l’Unione Europea via mare. Gli artisti offrivano un servizio di “traghetto” con l’uso di canoe vicino all’estuario del Panke, percorso che poi proseguiva a piedi lungo il fiume tra boscaglia, costruzioni abbandonate, reti di metallo e barriere da oltrepassare. Il percorso, inframmezzato da racconti e spiegazioni sulla situazione attuale dell’immigrazione in Europa, terminava in un campo abbandonato vicino ad una stazione ferroviaria, dove torreggiavano parti originali del muro di Berlino e di un checkpoint. È stato un viaggio molto inquietante e commovente, attraverso il quale gli artisti ci hanno fatto rivivere in maniera esperienziale il dramma e la realtà dell’immigrazione nel contesto urbano e storico di Berlino.

Francesca Romana Ciardi è innanzitutto un’artista poliedrica e una performer: cosa ha significato per te realizzare un evento simile e confrontarti con altri artisti e altri modi di concepire l’arte?

È stato assolutamente un privilegio poter conoscere, assistere e collaborare con così tanti artisti appassionati di performance art, tutti molto attivi e impegnati in questo campo. Ho avuto modo di avvicinarmi a forme e pratiche artistiche interdisciplinari e sperimentali molto interessanti e di conoscere nuovi spazi dedicati alla performance art, confrontandomi con linguaggi e teorie curatoriali che mi hanno stimolata. Come project manager ho anche avuto l’opportunità di coltivare e approfondire relazioni e collaborazioni con i nostri programme partners nei mesi precedenti al lancio di MPA-B 2012 e di facilitare la nascita di nuove collaborazioni, sia nazionali che internazionali, tra artisti, curatori e spazi dedicati alla performance. Questo è molto importante, visto che uno dei nostri obbiettivi è proprio quello di creare premesse e situazioni stimolanti ricche di opportunità che possano agevolare lo scambio, la crescita professionale e il supporto reciproco tra i vari rappresentanti della scena indipendente della performance art di Berlino.

Cosa hai in programma dopo il MPA-B?

MPA-B 2013, naturalmente! Siamo già alle prese con le prime funding applications e la ricerca di sponsor per la terza edizione. Vorremmo anche lanciare un’esibizione a ottobre durante il Month of Photography, con la documentazione fotografica e audiovisiva di MPA-B 2012. Sarebbe bello potersi prendere un periodo di riposo, ma non possiamo rallentare il lavoro proprio ora, soprattutto perché ci sono delle scadenze imminenti per i fondi pubblici che vorremmo riuscire ad assicurarci. La sfida più grande, infatti, è proprio quella di rendere MPA-B sostenibile. Un giorno, spero, saremo in grado di poter offrire delle micro-sovvenzioni ai nostri programme partners affinché possano continuare a creare dei progetti di performance art per MPA-B, coprire i costi di produzione e, soprattutto, pagare gli artisti coinvolti.

Veronica Mondelli

Scritto da Redazione il giu 13 2012. Registrato sotto INTERVISTE, TAXI DRIVERS CONSIGLIA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione


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