Intervista a Francesco Misceo, vincitore di NarrantiErranti

Creato il 25 febbraio 2012 da Temperamente

Ciao Francesco, e complimenti: il tuo racconto breve è stato uno dei due maggiormente votati nell’ottava settimana di NarrantiErranti, quella in collaborazione con Temperamente.

La prima domanda è ovvia: trovi stimolante scrivere avendo vincoli così stringenti (poche battute disponibili, due parole da inserire necessariamente)? Credi che possa agevolare la creatività avere dei punti fermi o che renda più difficile scrivere?

Più che ‘vincoli’ preferirei chiamarli ‘svincoli’, perché dietro ogni parola da collegare c’è una serie di vie da intraprendere e di domande a cui rispondere. Che significato dare alle parole? Da quale cominciare? Che storia vogliono raccontare? Ogni singola parola spalanca un mondo di altre parole e così via. E in questo universo di idee la creatività gode di una libertà assoluta: una navicella spaziale che può librarsi in voli interplanetari. Le 400 battute costituiscono solo una complicazione tecnica: la capienza del serbatoio. Forse un po’ piccolo per un viaggio completo, ma più che sufficiente per il decollo e per impostare la rotta. Ci penserà poi la fantasia del lettore al viaggio di ritorno.

Il tuo racconto ha il merito di mischiare la letteratura (che uno studente sta ripassando per l’esame) alla realtà, seppur onirica: credi che i libri abbiamo il potere di influenzare i pensieri e la vita dei lettori? Credi che il loro immaginario diventi più ricco?

Ne sono fermamente convinto. E mi piace che nella domanda abbiate usato questo verbo, ‘influenzare’. Deriva dal latino ‘IN-FLUERE’, che significa ‘scorrere dentro’. La lettura aiuta a far scorrere i nostri pensieri, a tenerli sempre limpidi e lievemente inquieti. Chi non legge, ristagna.

Credi che la Rete possa servire per veicolare l’importanza della lettura o che rafforzi solo l’attitudine a leggere in chi già lo fa?

Pensiamo alla lettura come un rapporto d’amore. C’è assoluto bisogno della fisicità dell’oggetto libro, del contatto con le sue pagine, dell’odore dell’inchiostro sulla carta. Tutto questo non può essere offerto dalla Rete, purtroppo.

Quali sono i tuoi libri e autori preferiti e perché?

È la domanda che mi fanno sempre quei ragazzi che, agli angoli delle strade, fermano i passanti per convincerli ad abbonarsi a una casa editrice. Non ho dato mai la stessa risposta (e non mi sono neppure mai abbonato), ma non per scelta. Perché effettivamente i miei gusti cambiano, anche abbastanza repentinamente, a seconda delle mie esperienze di vita e dei libri che passano sul mio comodino. L’unico che da quando è arrivato non è andato più via è Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway. Forse perché dalla mia finestra si vede il mare (e nel mio palazzo vivono molte persone anziane).

Fai un appello ai non-lettori perché provino a innamorarsi di un libro.

Amici non-lettori, guardatevi intorno. Certamente c’è un libro nel vostro campo visivo. Osservatelo. Ora prendetelo tra le mani. Non è bello? Leggete il titolo: cosa vorrà dire? Apritelo e fate scorrere rapidamente le sue pagine tra le mani. Sentirete un soffio d’aria sul viso. Non è piacevole? Bene, adesso provate a compiere la stessa azione di prima, ma più lentamente. Benissimo. Ancora una volta e sempre più lentamente, così da leggere tutto quello che c’è scritto su una pagina prima di sfogliarla e di passare alla successiva. Non sentirete più il soffio d’aria sul viso, ma forse sarete nel bel mezzo di una bufera di pensieri ed emozioni. Ma che ve lo dico a fare, amici non-lettori. Tanto lo so che non mi state leggendo.

Grazie!


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