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Intervista a Frank Spada

Creato il 10 maggio 2011 da Paolo Franchini

Intervista a Frank SpadaNome: Frank
Cognome: Spada
www.frankspada.eu
Ultimo lavoro: Doppio Marlowe

Hai carta bianca: descriviti come preferisci.

Pseudonimo, anni 72, fumatore accanito legato a filo doppio con un tizio che non vedo, condivido i segreti di una vita spesa male convivendo con quattro piedi dentro due sole scarpe, inseguo il futuro per conoscere chi sono rincorrendo un mistificatore, forse un burlone, che mi crea ogni giorno problemi non da poco per essersi dedicato con costanza, e per troppi anni, a esercitarsi spiritualmente con “pollicini” e cocktail, e mi guardo allo specchio sbarbando ogni mattina un volto che non mi dice nulla di nuovo.

Ti va di raccontarci il tuo ultimo lavoro?

“Doppio Marlowe. Liscio e senza ghiaccio”, il terzo romanzo incentrato su uno strampalato detective ormeggiato sulla West Coast americana, anni ’50, uscirà a giugno 2011 per i tipi della Robin Edizioni (Roma). La trama… beh, ci si chiede se il tempo che non muore è quello che ritorna, visto che Marlowe, questa volta, indaga il mistero del passato racchiuso in una busta, dopo aver presenziato al funerale di un suo amico, il poliziotto Neffie O’Dougherty, morto per un incidente casuale quanto la fortuna o il fato che ruota attorno ad un tesoro e che il detective, un chandleriano a modo suo, scoprirà per… mi fermo qui.

Intervista a Frank SpadaQuando hai iniziato a scrivere, sapevi già che – prima o poi – ti saresti imbattuto in un romanzo come questo?

Assolutamente no! Precisato che ho iniziato a scrivere ai primi del 2007, forse per dimenticare o forse per capire se chi mi sta appiccicato addosso da una vita continua a perturbarmi intenzionato a spintonarmi fuori strada e prendere il mio posto.

Hai mai ballato sotto la pioggia?

Sì, in una terrazza a un piano alto affacciata su Urban Pride Square, ballando con John Atta, un amico grande e grosso in tutti i sensi, con cui ho condiviso l’esperienza entusiasmante di una sequenza da passerella Oscar che mi ha mandato in estasi in “Dimmi chi sei, Marlowe.Cinque sensi e un’anima”.

Esiste un libro che avresti voluto scrivere tu?

Forse i racconti di un’antologia intitolata “Honolulu”, la città dove uno scrittore (Somerset W. Maugham, N.d.R.) ha fissato il punto d’incontro tra Oriente e Occidente.

La tua canzone preferita è…?

Amo il jazz californiano e i suoi dintorni, compresi i vocalist di Lady Day.

Che rapporto hai con la televisione?

Un motivo ci dovrà pur essere, se nei miei romanzi la televisione non c’è eppure esiste!

E con il cinema?

Ripeto quello che ho già detto altrove tempo fa: la settima arte le riunisce tutte, mettendo in primo piano quel che non si vede a occhio nudo – va da sé che un ragazzino, che non amava andare a scuola, ne abbia approfittato per capire meglio il panorama inzuccherandosi le orecchie con le colonne sonore.

Intervista a Frank SpadaHai mai parlato al telefono per più di due ore?

Mi è capitato spesso per lavoro, ma dal 15 dicembre del 2010 ho chiuso certe attività e ora sono felice di essere nessuno.

Ti piacciono i proverbi? Ne usi uno più spesso?

No, anche se “Chi cerca trova solo se immagina di essere lui stesso il fuggitivo” non mi dispiace.

Hai tre righe per dire quello che vuoi a chi vuoi tu. Ti va di usarle?

Gentile Paolo Franchini, ho motivo di ritenere che lei non abbia letto i miei romanzi o quanto meno i racconti che io chiamo prove di scrittura; in ogni caso la ringrazio per l’attenzione dimostratami.

Ti sei mai rapato i capelli a zero?

No.

Se potessi cambiare una cosa (ma una soltanto) del tuo ultimo lavoro, che cosa sceglieresti? Il titolo? L’immagine di copertina? Altro?

Ci mancherebbe altro – meglio di così.

Quando scrivi, hai un lettore di riferimento oppure scrivi solo per te stesso?

Scrivo per gioco, quindi…

Tra due ore si parte per un viaggio su Marte: scegli tre oggetti da portare con te e un aggettivo per descrivere l’umanità ai marziani.

Frank Spada su Marte: non scherziamo.

La cosa che più ti annoia, quella che più ti diverte e quella che più non sopporti.

La seriosità, l’ironia, la falsità.

Stai già lavorando al tuo prossimo libro? Se sì, ci regali un’anticipazione?

Ho iniziato sempre con il titolo, poi vado a caso dove voglio. Il quarto si intitolerà “Assolo di Marlowe. Jazz–combo”.

Intervista a Frank SpadaPrima di salutarci, l’ultima domanda è tua. Chiediti quello che vuoi, ma ricorda anche di risponderti.

Non mi faccio mai domande e lascio che la curiosità degli altri dia le risposte giuste iniziando da “Marlowe ti amo. Una storia in sette giorni”.


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