Intervista a Fulvia Degl’Innocenti

Da Infanziadelbambino

Il premio Bancarellino 2012 è terminato, ha vinto Lo Spacciatore di Fumetti scritto da Pierdomenico Baccalario!

La giornata per me è iniziata presto. Avevo in programma di intervistare tutti e 5 i finalisti, ma presenti sabato ce n’erano solo 3. Fulvia Degl’Innocenti, Andrea Bouchard e Pierdomenco Baccalario, questo l’ordine delle intreviste.

Devo ammettere che sono stata fortunata ad iniziare la mia giornata con Fulvia Degl’Innocenti perchè mi ha messo a mio agio e quando le ho dichiarato che era la prima volta che facevo un’intervista mi ha detto:”Però sei brava!”

Ecco allora la prima intervista.
Fulvia Degl’Innocenti, finalista per il secondo anno consecutivo al Premio Bancarellino, vincitrice nell’edizione 2011 con la Ragazza dell’est, finalista quest’anno con Sopravvissuta.
Fulvia non è solo una scrittrice di romanzi per giovani adulti, è giornalista e lavora alla redazione de Il Giornalino dove segue le rubriche di divulgazione e attualità, recensioni di film, libri e spettacoli.
Fino ad oggi ha scritto 40 libri, l’anno scorso è stata vincitrice del Premio Bancarellino con La Ragazza Dell’Est, che ha avuto altri riconoscimenti tra cui il Premio Arpino, il Premio città di Biella e il Premio Bitritto Critici in erba.

Nella sua pagina su internet si legge:

Cerco di contagiarli con il mio amore per le storie, suggerire loro che ci sono storie nascoste dietro ogni cosa, e che la vera magia è quella dello scrittore, che fa apparire mondi e creature che fino ad allora non esistevano.
 
Bene passo alle domande che ho posto a Fulvia.
D: Come cambia il modo di scrivere quando il pubblico di riferimnto è coposto da giovani adulti? E quli sono, secondo te, gli ingredienti fondamentali per catturare la loro attenzione?
R: Non mi pongo il problema di catturare l’attenzione, scrivere narrativa è passione, urgenza e non mi metto a tavolino pre dire cosa piace e cosa no.
I giovani li vedo, li osservo nelle scuole dove faccio degli incontri, quando posso, li vedo quando porto a scuola i miei figli, sono in contatto con loro al lavoro, con le lettere che mi scrivono. Non bisogna avere un’immagine stereotipata dei giovani ma basta ascoltarli.
Un bambino piccolo si coinvolge più facilmente, i più grandi invece devono essere più motivati
.

D: La trama del romanzo, pare avere dei tratti piuttosto forti. Come hai conciliato questo aspetto con l’età dei tuoi lettori?
R:Mi immagino un pubblico di riferimento che abbia dai 12 anni in su. Il romanzo dipinge l’adolescente da osservare, Racconta temi forti che i giovani possono capire, che possono affrontare senza scoraggiarsi, la protagonista del libro resta sola, ma non si abbatte, reagisce.

D: Si ha la tendenza a pensare che i giovani di oggi leggano poco e che siano molto più attratti da altre forme di comunicazione. Forse è solo un luogo comune, che ne pensi?
R: La letteratura per ragazzi è quella che ha subito meno la crisi. La fascia adolesceziale delle case editrici ha motivato molto i ragazzi, le saghe dei vampiri e dei maghi ha aiutato i giovani a restare vicini alla lettura. I ragazzi curiosi e stimolati riescono a far coincidere le loro passioni come la tv, il computer e i videogiochi con la lettura.

Siamo quasi all’ultima domanda.
D: Cosa speri di aver trasmesso a chi ha letto il tuo libro?
R: Spero che il personaggio sia forte da restare nell’immaginario dei giovani come per me sono stati Robinson Crusoe e Nemo di 20.000 leghe sotto o mari. Sara, la rotagonista del romanzo, è una persona che non si arrende, che soffre e che non molla. Sara quando resta sola ha un sogno, lo identifica con una stella che è amica e che sta al di la del mare. L’obiettivo è sopravvivere sentendosi padroni della propria vita. Essendo coraggiosi nele disavventure, nelle scelte di vita e avere la capacità di ripartire da se stessi come ha fatto Sara.

L’ultima domanda mi viene fuori di getto:
D: Come si fa a scrivere un libro?
R: Bella domanda, difficile…Bè avere una bella storia, sentire un bella storia. Quando si ha una storia bella si scrive velocemente. Un romanzo ha bisogno di una struttura forte e dell’ispirazione.

Grazie Fulvia, sei stata molto gentile a concedermi la primissima intervista della mia vita…

Ne approfitto ora per mandare un grande ringraziamento ad un’amica speciale che mi ha aiutato con le domande, anzi che ha scritto le domande perché io nel panico non avrei saputo cosa chiedere. Grazie Ilaria, il tuo aiuto è stato prezioso.

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