Magazine Cultura
Cara Linda, ciao, grazie di avermi invitata.
Eh… mi ero ripromessa di affrontare questa domanda, inevitabile nelle interviste, con disinvoltura e sicurezza. Invece eccomi a scervellarmi su cosa potrei mai raccontare di interessante sulla mia persona. Forse, che amo la musica? Proprio in generale, nessun genere in particolare. E canto mentre guido. Mi piace mangiare ma non cucinare. Il cinema è una passione che cerco di frenare un po’. Li andrei a vedere tutti, i film in uscita. Mi piace l’atmosfera del cinema, il pop-corn, la condivisione con gli altri spettatori, ecco. Quando posso, invece, evito la TV. Ho sempre come la sensazione di sprecare il mio tempo a stare seduta su un divano a fissare uno schermo. I libri sono una costante nella mia vita. Raramente non ne ho uno tra le mani. Il formato digitale lo trovo grandioso e comodo. Nel 2013, nel mio piccolo, gli ebook acquistati hanno superato i libri cartacei. Scrivo sempre. Quando non lo faccio davanti al PC, lo faccio con la mente. Sempre. Forse anche di notte. Il viola è il mio colore preferito. Vorrei viaggiare di più. Non sopporto il caldo. E temo di essere un filino claustrofobica. Quando vado a fare shopping, parto con l’idea di acquistare dell’abbigliamento serio, elegante, ma alla fine torno con un paio di jeans. Le mie amiche dicono che so ascoltare. Il mio fisico non regge la caffeina e se bevo un AperolSpritz sono già brilla.
Dici che può bastare?
Il tuo nome, Giorgia Russo, è uno pseudonimo. Perché questa decisione?
La risposta è molto semplice: Il bilinguismo è una ricchezza immensa, inestimabile. È però anche vero che pensare, scrivere e parlare due lingue può creare grossa confusione. Pensa alla gestione di una cosa così banale come una pagina facebook per un’autrice che vuole raggiungere sia un pubblico tedesco che italiano. Mica semplice. In che lingua scrivo i post? L’italiano si annoia a vedere i miei post tedeschi e viceversa? Per evitare il caos totale, ho deciso di fare una netta distinzione tra i miei lavori italiani e quelli tedeschi e l’ho fatto scegliendo uno pseudonimo. Non ti nascondo che lo pseudonimo dà anche una certa libertà e questo mi piace. Scrivere seguendo determinate regole, dettate dal mercato, può risultare stancante. Ecco, con Giorgia questa pressione non la sento.
Sei nata in Germania, in una cittadina bavarese e, dalle finestre della tua casa, osservavi il fiume. Lo amavi, finché una bambina non vi annegò. Da allora, il fiume divenne oscuro e tenebroso. Parlacene.
Molti miei ricordi d’infanzia sono legati a quel fiume. Se mi sforzo un po’, riesco a sentirne l’odore e i rumori. Sì, perché le acque non sono mai silenziose. Ci vedevo un mondo dentro, un mondo che mi piaceva, mi affascinava. Mi chiedevo sempre dove andassero a finire le pietre che ci buttavo dentro. Mi interessava sapere dove dormissero le papere. Non riuscivo a capire come le trote potessero mangiare tanto pane. Non passava un giorno in cui non mi fermassi per osservare il colore dell’acqua. Sentivo le raccomandazioni di mia madre di stare attenta come un torto. Non a me. Un torto al fiume. Non riuscivo a percepirne il pericolo. Mi fidavo ciecamente. Era mio amico.
Invece poi un giorno quel fiume, mio amico, inghiottì una bambina. Nessuno degli eroi che prontamente si tuffarono riuscì ad afferrarla.
Fu una lezione di vita incredibilmente dura per me. Io mi fidavo. E non c’è nulla di più devastante di un amico che tradisce la tua fiducia. Ricordo degli incubi che mi hanno accompagnata per un bel po’. Sì, posso affermare che dopo quel episodio, ne avevo paura.
Comunque poi, con il passare degli anni, abbiamo fatto pace io e il fiume. Ora lo ricordo con tanto affetto e moltissimo rispetto. A tratti ne sento una mancanza insopportabile. Ti sembra bizzarro ciò che dico? Forse lo è. Ma è esattamente come io lo percepisco.
Il titolo di studio di ‘Corrispondente in lingue straniere’ e il trasferimento in Italia. Anche qui, ‘l’acqua è protagonista della tua vita’. Approfondiamo questa dichiarazione.
Beh, vivo vicino al mare: D’estate ci trascorro le mie giornate e d’inverno mi basta guardarlo per non farmi mai pentire del tutto di aver lasciato la Germania. La sua immensità mi fa dimenticare di vivere in una località piuttosto piccola. Lo considero quindi parte integrante della mia vita.
Qual è stato il tuo primo approccio con la scrittura?
Hai presente le prime pene d’amore? Quelle adolescenziali? Quando credi, di non sopravvivere? E sei disperata? Ecco, io quella fase – tanti, tantissimi anni fa – la superai benissimo con l’aiuto di alcune poesie. Mi uscirono dall’anima. Le scrissi senza rendermene conto. A rileggerle ora, mi vengono i brividi! Dopo passai a riempire un numero considerevole di diari. Ma allora scrivevo per me stessa. Solo molti anni dopo scoprii quanta gioia si prova a pubblicare i propri scritti.
Gestisci personalmente il tuo blog(http://www.giorgiarussobooks.blogspot.it/) dove è possibile leggere gratuitamente il tuo racconto “A … come Amore”. Parlacene.
Il mio blog, sì. Come vorrei avere più tempo per aggiornarlo più spesso! Si tratta di uno spazio che uso anche per dire la mia su libri che leggo.
A… come Amore è nato come un lavoro per un magazine emergente. Purtroppo poi il progetto non è mai decollato e mi sono trovata con questo racconto inutilizzato. Non ci ho pensato due volte e l’ho messo online gratuitamente. Un piccolo regalo fresco e frizzante per chi ama il genere.
Inizi il tuo percorso d’autrice pubblicando romanzi in Germania con il tuo vero nome e poi passi allo pseudonimo per l’Italia. E’ del dicembre 2013 il tuo primo racconto italiano “Per colpa della magnolia”. Di cosa si tratta?
Sono molto affezionata a questo racconto. Si tratta del mio primissimo lavoro italiano. In realtà, era già stato pubblicato da un editore. Poi, con i diritti tornati in mio possesso, l’ho ripubblicato.
"Per colpa della magnolia" è un classico lavoro chick lit, genere che amo moltissimo. Mi piace l’idea di far sorridere i lettori. E poi, mi diverto a sviluppare trame ingarbugliate e spassose. Anche l’amore non deve mai mancare. In questo caso, Susanna, la protagonista, lo trova dove e quando meno se l’aspetta. Come nella vita reale, d’altronde, vero?
Ed è sempre di dicembre il tuo secondo racconto “Babbo Natale a noleggio”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Troveranno Jane, giovane vedova, che conosce James, il Babbo Natale a noleggio. Lei che scopre che il suo cuore riesce ancora a provare delle emozioni. Una parte si svolge nel Maine, una parte a New York, città che mi affascina parecchio.
Attimi di spensieratezza, emozioni, romanticismo e tanta atmosfera natalizia – è questo che vorrei provassero i lettori.
Quali temi affronti nel tuo racconto e come nasce l’idea per “Babbo Natale a noleggio”?
Il tema principale dei miei lavori è l’amore, così anche in questo caso.
L’ho scritto di getto. L’idea è nata da un mio stato d’animo molto particolare: il Natale si avvicinava e io non sentivo quell’atmosfera natalizia - vuoi per il clima mite, vuoi per varie distrazioni del quotidiano. Ho pensato che magari come me tante persone avessero invece disperato bisogno di sentirla, quell’atmosfera particolare. Così ho scritto una storia d’amore molto romantica e l’ho incastonata in un contorno natalizio.
Hai qualche progetto futuro di cui vuoi metterci al corrente?
Molto volentieri. Sono alle prese con un romanzo divertente e romantico. Greta e Giorgio, i miei protagonisti, mi stanno conducendo attraverso il loro mondo. Mi sto molto affezionando a loro e alle loro vicissitudini. Sto facendo il tifo per loro e io per prima sono curiosa di come andrà a finire. Una certezza però te la riesco già a dare: il titolo è "Rendez-vous a New York". Spero di terminarlo entro febbraio per poi pubblicarlo a marzo.
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Grazie di avermi dedicato questo spazio e di avermi rivolto delle domande così delicate e interessanti. A presto!
Per seguire Giorgia GIORGIA RUSSO BOOKS
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