Molte cose mi legano alla fiera di Belgioioso "Piccoli Editori in mostra-Parole nel Tempo". Ci sono andato dalla sua prima edizione e ci sono stato come lettore e appassionato di libri e anche come autore.
Guido Spaini è il creatore e il ventennale organizzatore di questo evento.
Parole nel Tempo quest'anno non si tiene. E' solo una pausa di riflessione?
Dopo vent'anni molte cose sono cambiate. Le mostre mercato del libro mostrano la corda. C'è una sorta di disaffezione. Stiamo ragionando per capire, per cercare una formula diversa. Non mi interessa fare una copia di Mantova. Dobbiamo fare una cosa diversa.
Mantova, appunto. Secondo lei la formula mantovana, legata a nomi di grande richiamo, può aver cannibalizzato altre iniziative più mirate e meno legate al glamour letterario?
Sicuramente Mantova cannibalizza. Ho sempre pensato che una parte di coloro che vanno a Mantova non ci va perché è affezionata alla lettura, ma perché è di moda. Come lettore forte la trovo una cosa scontata e noiosa. Io i libri li voglio leggere, non ritengo essenziale vederne gli autori. Anzi, mi è anche capitato di aver smesso di leggere i libri di un autore proprio dal momento in cui l'ho conosciuto di persona.
Secondo lei cosa chiede il pubblico a una fiera letteraria, quali sono le aspettative?
Non lo so. Se lo sapessi, applicherei subito la formula.
Lei ha avuto per vent'anni un punto di osservazione privilegiato relativamente alla media e piccola editoria. Questa editoria ha ancora un ruolo di scouting, di scoperta di nuovi autori?
Assolutamente sì. Soprattutto ora. E' complicato per un esordiente arrivare ai grandi editori. Oggi più di prima. Io sento i piccoli editori piuttosto spesso e trovo che stiano soffrendo, ma il loro ruolo ha grande importanza.
Che ne pensa dell'ebook?
Non riesco a leggerli. A me piace leggere a letto e con un ebook non ce la farei. Credo che il futuro dell'editoria digitale sarà soprattutto legato alle pubblicazioni tecniche, scientifiche e ai manuali.