Inizio oggi una serie d’interviste a scrittori emergenti.
La prima è Ida Verrei, autrice di due romanzi raffinati, “Un , due, tre, stella!” e “Le primavere di Vesna” Fabio Croce editore.
“Ciao, Ida, puoi dirci qualcosa di te?”
I.V. “Sono nata a Venezia ma risiedo a Napoli, città per cui nutro grande amore. Laureata in Pedagogia con indirizzo psicologico, ho fatto l’insegnante elementare per trent’anni, iniziando a venti, quasi contemporaneamente al “mestiere” di madre. Ho collaborato anche per qualche anno con un Istituto per minori a rischi, nel quartiere Sanità di Napoli.
“Che cosa ti ha spinto a iniziare a scrivere in età, diciamo così, matura?”
I.V. “Ho sempre scritto molto, di psicologia dell’età evolutiva, di didattica, o elaborando sceneggiature di spettacoli teatrali per la scuola. Al romanzo sono arrivata per caso: capita nella vita di vivere stagioni di bilanci, giorni di revisione del proprio vissuto, e, se hai la passione per la scrittura, può accadere di voler fissare emozioni interiori e raccontare se stessi riuscendo a trovare nelle memorie il filo conduttore di una storia.”
“Parlaci delle differenze fra i tuoi due libri.”
I.V. “Il primo libro “un, due, tre, stella!” non è nato per essere pubblicato: scrivevo per me stessa, senza velleità letterarie. Ma qualcuno lo ha letto, lo ha apprezzato e ha deciso per me. E così si è generata quest’opera prima, che ha ricevuto un discreto consenso fra i lettori, anche se non sarà mai “un caso letterario”, visto che l’editore è un medio-piccolo editore, Fabio Croce, con un’onesta e soddisfacente distribuzione, ma senza quei canali di potere necessari per giungere alla grande diffusione.
Il secondo libro “Le primavere di Vesna” ha una genesi diversa: questa volta ho voluto misurarmi con una storia non mia, anche se ispirata a persone che hanno molto da vicino fatto parte della mia vita. Potremmo definire anche questo un romanzo di formazione, perché mi è piaciuto seguire i protagonisti in un lungo percorso di vita, e sono cresciuta con loro, partendo da un’adolescenza felice, sino a una maturità sofferta. Sullo sfondo, gli eventi bellici dell’ultima guerra mondiale, nella cornice di una Slovenia forzatamente italianizzata.”
“Quindi anche quest’ultimo libro gravita attorno alle vicende della tua esistenza, seppur romanzate. Consideri l’autobiografismo una zavorra o un ponte di lancio?”
I.V. “Il primo libro è decisamente autobiografico, cosa che in letteratura non sempre genera consensi. Soprattutto sposta l’attenzione del lettore dalle caratteristiche stilistiche e strutturali, dall’abilità narrativa, al contenuto biografico che provoca curiosità in qualcuno, diffidenza in altri. L’autobiografismo resta addosso come zavorra, tutti si aspettano il “seguito” della storia… e tutti cercano nel secondo legami con il primo. Se dovessi consigliare chi comincia, gli direi di tenersi ben lontano dall’autobiografismo. Molti grandi del passato hanno scritto romanzi ispirati alla propria vita, ma erano, appunto, già “grandi”. Chi inizia dovrebbe lanciarsi subito nel romanzo di fantasia, sembra più difficile, ma non è così: raccontare se stessi può essere lacerante e consegnare a “qualunque” lettore la propria vita, la propria anima è un errore che si paga.”
“Grazie, Ida, concludiamo con la domanda che porremo a tutti. Dove e come si possono reperire i tuoi romanzi?”
I.V. “Entrambi i romanzi si possono trovare in libreria a Napoli, Roma, Milano, ma possono essere ordinati facilmente anche in altre città. Oppure li trovate nelle librerie On line, da IBS a LIBRERIA UNIVERSITARIA a BOLIG:IT a tutte le altre.”