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Intervista a Isaac Marion, autore di Warm Bodies

Creato il 31 gennaio 2013 da Lafenice
In occasione dell'uscita di Warm Bodies nelle sale italiane, vorrei riproporvi l'intervista fatta qualche tempo fa (dicembre 2011) al fantastico autore di questo libro, Isaac Marion!
Enjoy!
Intervista a Isaac Marion, autore di Warm Bodies
Come nasce Warm Bodies? da dove hai tratto ispirazione?
Warm Bodies nasce come racconto breve: un paio di scene riguardanti uno zombie che racconta la sua vita dopo l'Apocalisse. Credevo potesse risultare estremamente interessante entrare nella mente di una creatura simile, cercando di immaginare i suoi pensieri, qualora potesse effettivamente pensare. Quando ho deciso di renderlo “libro” sono entrate in gioco idee più complesse che hanno spostato il suo focus verso le più profonde implicazioni personali del vivere in una condizione simile, quella di zombie. Cosa accade ad uno zombie che, comprendendo la sua condizione, decide di voler cambiare? Questa è la premessa.
Mi piace il modo in cui hai scritto Warm Bodies. Leggerlo è come ascoltare una canzone: le parole scorrono senza che nulla possa fermarle. A volte il flusso è più potente, altre invece è più rilassato. Ad ogni modo non puoi smettere di leggerlo perché vuoi sapere come continua la storia, provare tutte le emozioni che i personaggi stanno sperimentando, stare al loro fianco nelle loro avventure.  Come definiresti il tuo modo di scrivere? C'è un autore che ha influenzato il tuo stile?
Intervista a Isaac Marion, autore di Warm Bodies Credo che tu l'abbia definito piuttosto bene. Sono un musicista e lo scrivere parole che, una volta unite l'una all'altra, abbiano un certo flusso ritmico (come i testi di canzoni), mi risulta naturale.  Rileggo ciò che scrivo un miliardo di volte, cercando di rimuovere tutto quello che potrebbe rallentare il flusso di un paragrafo o, addirittura, dell'intero capitolo. Cerco di variare la lunghezza di frasi e di strutture, in modo tale da non farle suonare troppo monotone. Credo sia possibile definire questo modo di scrivere "lirico", e la maggior parte dei miei autori preferiti, scrive proprio in questo modo (o almeno lo ha fatto qualche volta). Non riesco ad identificare quegli autori che hanno reso il mio stile quello che oggi è. Di certo "La strada" di Cormac McCarthy e “L'ultimo inverno” di Paul Harding sono esempi perfetti del modo in cui desidero scrivere. A differenza loro, però, tendo ad essere meno ricco, per quello che concerne la ricercatezza lessicale, e maggiormente accessibile.
In Warm Bodies la musica ricopre un ruolo fondamentale: è un modo per comunicare. Fornisce parole e concetti che, altrimenti, risulta difficile esprimere. É importante la musica nella tua vita?
Certamente. Molte delle più belle idee presenti in Warm Bodies, derivano da piccoli frammenti di testo che mi vengono in mente o da emozioni e stati d'animo che la canzone stessa mi ispira. Scrivo sempre ascoltando musica, musica che scelgo sulla base di quello che è lo stato d'animo di cui voglio parlare nella scena che mi appresto a scrivere.
Sono anche musicista e credo esistano molti punti di contatto tra ciò che scrivo e la musica che compongo. Il mio ultimo album, infatti, si chiama “Dead Children(il bambino morto), e lo puoi considerare come l'alter ego musicale di Warm Bodies (puoi scaricarlo gratuitamente qui: isaacmarion.bandcamp.com).
Non cerco più di scoprire le ultime novità musicali nel modo ossessivo che mi apparteneva quando ero più piccolo, cosa che un poco mi allarma (Julie rimprovera R la stessa cosa in Warm Bodies) ma rimane comunque una parte molto importante della mia vita.
Intervista a Isaac Marion, autore di Warm Bodies
Amo R: è un personaggio molto forte e pieno di vita, pur essendo uno zombie, un ragazzo non propriamente morto con un corpo in costante decomposizione. Perché hai deciso di parlare dell'importanza della vita attraverso la morte?
Come recita il detto “non ti rendi conto di ciò che hai fino a che non l'hai perso”.Credo sia facile dare la vita per scontata quando puoi ottenere ciò che vuoi. Puoi continuare a rimandare i tuoi impegni dicendoti “ok, imparerò a suonare uno strumento e viaggerò per tutto il mondo e, magari, mi innamorerò.. ma non ora”. Vedere il mondo attraverso gli occhi di un cadavere che non ha più la sua identità ed i suoi ricordi, un cadavere che ha smarrito ogni traccia della sua esperienza umana, è un buon modo per comprendere quanto preziosi – ed urgenti – siano queste cose.
L'amore è la chiave per combattere contro il virus degli zombie, quel quid che regala a tutti gli infetti l'opportunità di tornare a vivere una seconda volta. Credi che l'amore sia la giusta risposta ad un mondo pieno di rabbia, violenza ed odio come il nostro? L'amore è la nostra opportunità di salvare non solo noi stessi, ma anche il nostro pianeta?
Se intendi la parola “amore” nel suo significato più ampio, direi di si. Sicuramente non credo che l'amore romantico possa salvare il mondo. Ma se “amore” significa empatia e compassione, se consiste nella volontà di creare una vita straordinaria, non solo per te stesso ma anche per gli altri, allora credo possa essere d'aiuto.
Gran parte della nostra civiltà si basa su ideali come la sopravvivenza e la riproduzione, elementi di primaria importanza in un determinato periodo storico ma assodati ora.
Dopotutto, siamo gli unici animali in grado di aspirare a cose più alte della semplice sopravvivenza della specie. Siamo capaci di superare i limiti imposti da questa visione dell'esistenza, trasformando il mondo in qualcosa di incredibile. Purtroppo questi ideali primitivi dominano ancora il nostro mondo, forzando le persone a concentrarsi su cose che, in realtà, non sono prioritarie.
Il nostro pianeta potrebbe essere un luogo migliore se empatia e compassione diventassero il paradigma dominante, invece di essere confinati nella mente di pochi eletti.



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