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Intervista a laura bellini

Creato il 19 giugno 2014 da Linda Bertasi @lindabertasi

INTERVISTA A LAURA BELLINICiao Laura, bentornata nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao tesoro! È sempre bellissimo essere ospite del tuo blog, ma soprattutto rispondere alle tue domande! Qualcosa di me? Cosa potrei dire che già non ho detto? Sono mamma di meravigliose creature, Nicola e Celeste, lavoro come estetista presso il centro di massaggi del marito di mia madre e come cuoca nella caserma dei vigili del fuoco del mio paese. Due lavori che non ne fanno uno intero, ma in questo tempo di crisi, non si butta via niente. Amo leggere, è sicuramente la mia passione più grande. Leggo circa quaranta libri all’anno, solo cartacei perché io e il digitale non siamo proprio compatibili e scrivo. In questo periodo soffro un po’ del blocco dello scrittore, ma non sono preoccupata, in archivio ho già due manoscritti finiti, ho tempo per superare questo momento di stasi creativa! Che altro? Sono innamorata dell’estate, del sole e del mare. Infatti in questo periodo dell’anno ritrovo la carica che se ne va in letargo nei mesi invernali e mi butto a capofitto in un sacco di cose. Da un anno a questa parte poi ho proprio cambiato vita, mi sono separata e trasferita e ho ricominciato a vivere alla grande!  Sei una lettrice instancabile, oltre che una bravissima scrittrice. Se potessi farlo, in quale libro ti piacerebbe essere catapultata?
Ti rispondo su due piedi perché se mi metto a pensarci sarebbero troppi i libri in cui vorrei essere catapultata. "La Straniera" di Diana Gabaldon. Vorrei incontrare Jamie Fraser e vedere se sta bene in kilt, nella realtà quanto nella mia immaginazione! Scelgo questo libro soprattutto perché parla di un viaggio nel tempo in Scozia e io, come sai, adoro quella terra. Prima o poi riuscirò a visitarla e vedrò di passare in mezzo al cerchio di pietre come ha fatto Claire, non si sa mai che funzioni e possa essere catapultata indietro nel tempo anche io!
Com’è nata la tua passione per la scrittura e dove trovi l’ispirazione per i tuoi scritti?
È nata per caso. Ho sempre amato inventare storie, fin da bambina, poi un giorno ho pensato di scrivere un romanzo, ne è uscito un libricino carino che però tengo nascosto nel disco fisso del mio computer. Da quel momento non mi sono mai fermata. L’ispirazione la trovo ovunque, non c’è qualcosa o qualcuno che riesca a trasmettermela. O c’è o non c’è e quando arriva è inarrestabile!
Sei un’autrice poliedrica. Come riesci a coniugare fantasy, storico e contemporaneo? E quali tra questi generi letterari senti più nelle tue corde?
Mi piace sperimentare, nella scrittura come nella lettura. Mi annoierei a scrivere sempre lo stesso genere letterario o a farlo nello stesso stile. Devo sempre mettermi alla prova per capire fin dove posso spingermi. Un po’ di tempo fa ti avrei risposto di trovare più nelle mie corde il fantasy, adesso penso allo storico anche se l’ultima idea che ho non ha niente a che fare con nessuno dei due!
La tua ultima fatica è “Quel nome portato dal vento”, cosa troveranno i lettori al suo interno?
Troveranno molte cose. Questo è l’ultimo fantasy che avevo in cantiere. Non è un urban fantasy, ma tende ad assomigliare più a un classico. È un romanzo corale, molti personaggi avranno voce in capitolo in questo libro, la storia verrà raccontata dai loro punti di vista. Maeve è la protagonista femminile, ma accanto a lei troverete molti personaggi maschili che tireranno le redini della storia. Ho voluto inserire all’interno del romanzo un rapporto d’amore diverso dai soliti schemi, spero di essere riuscita a renderlo con la delicatezza che merita, ma questo sapranno dirmelo solo i lettori. La storia è ambientata a Seaworld, un regno immaginario, diviso in quattro ampie regioni governate da altrettante casate. Tutto prende il via dall’organizzazione del matrimonio fra Maeve e suo cugino Logan, ma dietro a quest’unione c’è ben altro che il desiderio di rendere I Frey e i Grahm le due casate più importanti del Regno. Ci sono segreti che verranno alla luce scombinando tutti gli equilibri. È sicuramente una grande storia d’amore e sacrificio. Cosa si è disposti a perdere per salvaguardare la pace? Insomma, questi personaggi avranno il loro da fare per tutto il corso del romanzo, cresceranno e compiranno scelte che, inevitabilmente, cambieranno il loro destino.
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Quali tematiche affronti nel libro e quale il messaggio che vuoi lanciare?
Nessun messaggio, mi piace pensare che ognuno riesca a scorgere fra le righe il messaggio che crede, quello che sento suo. Forse il messaggio che il libro potrebbe trasmettere si può ricondurre a una domanda: il sacrificio è perdita o guadagno?Le tematiche invece sono molte. Credo che quella principale sia proprio il sacrificio e tutto ciò che questo può comportare. Ogni personaggio, in questa vicenda, dovrà sacrificare qualcosa.   Qual è stato l’input per “Quel nome portato da vento”?
La prima immagine che mi ha portato a scrivere questo romanzo è stata quella di una fortezza costruita su una montagna. Era buio e due ragazzini fuggivano verso un luogo a loro ignoto. Sapevo che in quel castello era successo qualcosa di tragico. Tutto è partito da qui, poi è arrivata Maeve e gli altri l’hanno seguita!
Nel romanzo, racconti di un mondo immaginario di nome SeaWorld. Perché hai scelto quest’ambientazione?
Amo l’ambientazione medievale. Seaworld è nato dall’immagine di quella famosa fortezza, la sua foresta, i ghiacciai che incombono su di essa… Poi c’era Maeve, protetta nel suo bel castello, in un territorio dal clima caldo e dai terreni fertili. A quel punto mi sono domandata: “Che altro?” Due regioni prima di tutto, con le loro peculiari caratteristiche, così si sono formate la valle dei Frey e quella dei MacGregor. Mancava ancora qualcosa sulla spiaggia però, perché Seaworld è un’isola e qui si è affacciata nella mia mente la Torre delle spiagge con i suoi particolari guerrieri! Tutto qui, volevo creare il mio piccolo mondo e l’ho fatto.
La narrazione corale permettere al lettore di conoscere la psicologia di personaggi principali e secondari. Se dovessi scegliere, quale sarebbe il tuo preferito?
Che bella domanda! Non è il protagonista, sebbene io pensi che lui sia perfetto e mi piacerebbe incontrarlo di persona! Il mio personaggio preferito in questo libro è un ragazzo che, inizialmente, doveva fare solo una brave comparsa e poi prendere la sua strada. Alla fine invece è diventato così importante per l’evolversi della storia che non sono più riuscita a lasciarlo andare. Lui è Jack un ragazzo esile dai capelli rossi, uno spirito libero, poco incline a seguire le regole, ama la vita e tutto ciò che la circonda. Sono sicura che sarà in grado di sorprendervi!
Sbirciando qua e là, ho scoperto che non sei molto affezionata ai ruoli femminili, letterariamente parlando. Parlacene.
Mi viene da ridere! È vero, i personaggi femminili non attirano quasi mai la mia simpatia. Non c’è un motivo vero e proprio, ma tendo a preferire sempre i personaggi maschili, anche nei miei scritti. Maeve, per esempio, ha un carattere che in certe circostanze mi farebbe voglia di prenderla a schiaffi. Ho amato pochissime protagoniste femmine, anzi, forse solo Phèdre nella saga della Carey, è riuscita a entrare nel mio cuore. Probabilmente dovrei inventarmi un’eroina travestita da maschio che si comporta come un maschio perché possa entrare nelle mie grazie! Trovo che i personaggi maschili siano sempre più completi e forti rispetto alle donne. L’uomo fa cose sciocche perché è insito nella loro natura, non puoi biasimarli, ma noi donne dovremmo essere dotate di grande intelligenza, tanto da non comportarci come delle oche o, peggio, come vittime!Scusate uomini, ma anche Giacobazzi sostiene che la vostra razza abbia solo due neuroni. Uno sta nascosto tutta la vita e l’altro tutta la vita lo cerca!  Questo è il tuo terzo lavoro targato Butterfly, raccontaci la tua esperienza con questa casa editrice. La consiglieresti agli emergenti?
Consigliare la Butterfly? Io non potrei fare a meno di questa casa editrice, quindi sì, la suggerirei a chiunque, emergente e non, abbia un manoscritto nel cassetto. Con un avvertenza però… La Butterfly crea dipendenza!
Cosa pensi del self-publishing?
Dopo l’antipatia degli uomini mi attirerò di certo anche quella degli amanti del self-publishing! Premetto che sono certissima che fra questi milioni di autori che si autopubblicano, ci siano davvero dei bravi scrittori. Il problema è che anche loro finiscono nel mucchio di coloro che pensano di aver scritto il capolavoro del secolo e invece sarebbe più interessante leggere la lista della spesa della nonna. Autopubblicandosi si elude il giudizio di una casa editrice. È vero che avrai un libro pubblicato, ma chi te lo promuoverà, chi spenderà soldi perché crede in lui? Chiti farà editing? Magari un giorno cambierò idea, ma al momento io sono contro questo genere di pubblicazioni.
Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?
Ho sempre molti progetti in cantiere! Diciamo che al momento ho due manoscritti finiti. Uno, sempre di ambientazione medievale, ma di genere diverso rispetto a “Quel nome portato dal vento”. Si tratta di un romanzo di amore/avventura in cui vive in assoluto il protagonista maschile che io ho amato di più! Il secondo è uno storico, la mia prova più grande e impegnativa. Il romanzo in questione è ambientato in Scozia durante la seconda rivolta giacobita. Si parlerà anche di amore, ma il mio intento principale era quello di far vivere la storia con gli occhi dei miei personaggi. Spero di esserci riuscita! In quanto al romanzo che sto scrivendo…era un fantasy con cenni storici, ma non so se il progetto andrà in porto o se finirò per accantonarlo e dedicarmi a altro.  E’ stato un grandissimo piacere ospitarti nel mio blog, ti aspetto per il prossimo edito.
Grazie a te, amica mia. Sei una persona meravigliosa e una scrittrice fantastica! Anche io aspetto il tuo prossimo libro!
Per seguire Laura  IL VOLO DELLA FANTASIA
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