Intervista a Luca Lofranco, universitario di Torino, sul futuro del centrodestra

Creato il 14 giugno 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Intervista a Luca Lofranco – Studente di Giurisprudenza a Torino

Buongiorno e benvenuto!

Buongiorno a Lei Direttore e grazie per l’invito.

Lei è stato coordinatore giovanile di Futuro e Libertà, ora cosa pensa del centrodestra?
Lei ricorda giustamente la mia esperienza in Fli, della quale sono tutt’ora orgoglioso. E’ stato una periodo politico intesto e ricco di cambiamenti. Ricordo quando decisi di partecipare attivamente alla politica, andando a Milano senza conoscere nessuno, giovani, meno giovani, dirigenti o onorevoli. In famiglia mai nessuno aveva partecipato ad iniziative politiche ed ero assai emozionato, mai dimenticherò il discorso di pochi minuti dal palco della Costituente, alla fine del quale ricevetti applausi, mi sembrava di vivere un sogno. Sin da piccolo ero stato sempre interessato alla politica, intesa come polis, non come mero e personale arrivismo – ne avrei avute le opportunità in altri partiti – ma ho categoricamente rifiutato perché pur sapendo che in Fli la strada sarebbe stata in ripida salita, ritenevo fosse quella moralmente ed eticamente corretta. Certamente mi chiederà a breve della disfatta elettorale – ride (ndr) – a questo punto se permette La anticipo.

Prego…
Grazie, mi faccia dire prima di analizzare il risultato che per sempre ricorderò l’attivismo del movimento giovanile, a partire dalla convenzione nazionale di Bari per arrivare alle singole iniziative di volantinaggio, di striscioni su svariati temi. In particolare mi sovviene un triste episodio dinnanzi Palazzo Nuovo – facoltà umanistiche di Torino – quando con altri due colleghi volantinammo e ricevemmo calci e pugni da scalmanati dei centri sociali, tutto fu, in pochi minuti, placato dalla Digos – prontamente intervenuta – che ancora oggi desidero ringraziare. Mi permetta ancora di dire che indipendentemente dal risultato, si sono creati legami personali con moltissimi giovani, ormai amici, di tutta Italia e credo che questo sia quel che più debba essere sottolineato.
Indubbiamente la disfatta elettorale è stata una delusione per tutti coloro che come me spesero energie anche economiche per la riuscita di un progetto che forse avrebbe meritato altro risultato, ma il giudizio degli elettori fu netto ed inequivocabile. Se mi chiede gli errori, Le posso dire che in una assemblea romana di confronto post elettorale io dissi che mi avrebbe fatto piacere sentire che qualcuno come me si chiedesse cosa avrebbe potuto fare di più anziché cercare in altri le responsabilità, sottolineai poi che certamente la scelta di campo non chiara con Casini e Monti, particolarmente con Casini – alleanza alla quale sono stato sempre contrario pur comprendendone le ragioni dovute ad un apparentamento obbligato dalla legge elettorale  – ci ha notevolmente penalizzato , come la mancanza di un rinnovamento giovanile che, sia chiaro, non sarebbe dovuto essere né rottamazione né formattazione, come anche le non dimissioni del Presidente Fini da Presidente della Camera, non per la questione Montecarlo – che vorrei precisare indipendentemente da ciò che dicono gli editori pagati non per fare giornalismo (ride) è stata archiviata dalla Procura di Roma perché il fatto non sussiste – ma per avere la sua presenza sul territorio e per farsi vedere vicino alla gente più che alla logica di palazzo. Ormai, però, è storia passata. Da uomo di centrodestra mi permetta di guardare al futuro, senza mai dimenticare il passato perché l’esperienza non si rottama e, per sempre, sarò orgoglioso di avere partecipato ad un progetto politico che non ha chinato la testa a qualcuno pur di essere rieletti nel Parlamento ed ha avuto un leader che anziché farsi candidare in lista sicura al Senato, ha voluto sottoporsi al giudizio elettorale per la Camera dei Deputati.

Dicevamo, ora cosa pensa del centrodestra?
Credo che oggi non ci sia il centrodestra che io vorrei, ma non si possa avere la presunzione di dire che non esista un centrodestra. Certo però posso dire con estrema chiarezza che i risultati elettorali siano la riprova di un fallimentare progetto attuale. Personalmente, ma sono sicuro non essere il solo, non riesco a votare chi proponga la incostituzionale uscita dall’Euro, chi dica che l’Italia debba essere divisa in due, chi che “tutti gli immigrati a casa loro” , chi litighi tra il fare o non fare le primarie addirittura con persone condannate in primo grado. Mi dica Lei se trova normale che all’interno del Parlamento Europeo ci sia chi stia con il PPE vicino alla Cancelliera Merkel e chi cavalchi l’onda dell’antisemitismo della Le Pen. E’ evidente che manchi un contenitore che non necessiti delle etichette moderato, liberale, popolare, ma che affronti seriamente le questioni come legalità, lavoro e welfare, immigrazione, riforme costituzionali, critica costruttiva alla Europa, giusto per citarne alcuni. Credo che ad oggi non servano le primarie tra i leader, ma sui contenuti. Senza le idee non si potrà costruire nulla e si resterà immobili al bipolarismo Renzi – Grillo e mi permetta di aggiungere che Renzi ha legittimamente e meritatamente avuto un successo elettorale non solo per aver saputo ringiovanire ed essere coerente rimanendo nel PD, ma perché è riuscito ad andare oltre le etichette, dimostrando con i fatti quel che riesce a fare e soprattutto perché nel centrodestra non c’é nessuno che possa proporre una alternativa e molti elettori della nostra area si sono trovati a scegliere tra Grillo e per l’appunto il “nuovo” Renzi, senza dimenticare che abbiamo ancora il 40% di astenuti, dato che non sottovaluterei, anzi a cui dobbiamo rivolgerci.

Primarie dei contenuti, ma le idee non camminano sulle gambe degli uomini?
Lei, direttore, ha perfettamente ragione, ma non esistono uomini per tutte le stagioni, utilizzo questa frase del Presidente Fini, a cui come noto, sono legato e questo dovrebbe valere anche per Berlusconi e per chi come la Meloni, Fitto ed altri hanno fatto parte della seconda Repubblica già come Ministri, Presidenti di Regione e con questo non voglio dire che debbano essere rottamati o formattati, ma che non si possa avere la pretesa di fare il leader di una intera area quando si ha già avuto l’opportunità per cambiare qualcosa e ci si trova con un partito del 3-5%. Questo discorso non vale certamente per Fitto, ma mi permetta di ricordarLe che in Forza Italia non c’è un metodo democratico di discussione e lo ha dimostrato il PDL prima con Fini e poi in modo seppur diverso con Alfano, anche se – mi faccia dire – che Fini pose questioni come la legalità al centro del discorso politico e gli uomini a Lui vicini si dimisero da cariche governative – Alfano fece una scissione per rimanere al Governo.
Per risponderLe, comunque, io credo che sia necessario un confronto sui contenuti e mi auguro che questo avvenga – con piacere vedo alcune iniziative come Leopolda Blu o come quella del Presidente Fini del 28 giugno prossimo – successivamente avremo l’opportunità anche di vedere nuove emergenti personalità, credo che ora fare passare il messaggio agli elettori che il primo punto sia scegliere il leader, sarebbe come dire continuate a bocciarci, e non ne avrebbero torto.  Ripeto che senza un messaggio chiaro sui contenuti non si andrà da nessuna parte.

Lei ha citato la Leopolda Blu e l’iniziativa del Presidente Fini, andiamo con ordine…
Si, ho partecipato al dibattito lanciato dall’amico Lorenzo Castellani circa la Leopolda Blu e ringrazio lui per aver aperto questa discussione ed anche i Suoi colleghi, direttore, di Formiche.net che ci hanno virtualmente ospitato.  Come ho detto nell’articolo di risposta, credo sia una gran bella iniziativa, d’altra parte sarebbe proprio porsi il problema dei contenuti come Le dicevo prima e provare ad affrontare le questioni viste non solo attraverso i partiti o alcuni leader, ma da una classe politica completamente nuova che prova – con umiltà e determinazione ad imparare dalla esperienza passata – a costruire un progetto politico che opera una scelta di campo chiara e da li riparte. A questo proposito ho lanciato #sdoganiamoilcentrodestra dove per sdoganare intendo svincolare i canoni del fare politica in un certo modo, vale a dire confrontarsi finalmente non per battere qualcuno o per essere primo in lista, ma per costruire una realtà che faccia sentire non più orfani politicamente tanti italiani. Dovremo parlare un linguaggio semplice ed essere originali perché se fotocopieremo la Leopolda Renziana, dovremo ricordarci che tra la fotocopia e l’originale si sceglie sempre l’originale. E’ certamente complesso, ma non c’è miglior futuro di quello costruito con le proprie forze. Non importa se  ci incontreremo alla Leopolda Blu, a Piazza Castello o a Via Roma, l’importante sarà il coraggio e la determinazione di cambiare.
Parteciperò anche alla iniziativa che abbiamo citato del prossimo 28 giugno. Sono legato al Presidente Fini non solo per un rapporto politico, ma anche personale di stima ed amicizia e colgo l’occasione per ringraziarlo per tutti i consigli e gli insegnamenti di questi anni e, non per ultimo, per la fiducia concessami in più di qualche occasione. Apprezzo chi abbia in animo non di creare un nuovo partito, ma chi dopo aver scritto un libro, girato l’Italia anche a suon di insulti, abbia compreso le proprie responsabilità, i propri errori e con umiltà abbia il desiderio di stimolare una riflessione nel centrodestra, affrontando i contenuti dei quali abbiamo parlato e che se permette vorrò fare giusto qualche esempio pratico, ricordando che non esistono uomini per tutte le stagioni e che sarà necessario certamente qualcuno di più giovane che però abbia il merito di provare ad imparare da chi è più grande e più esperto.

Diceva dei contenuti, ecco mi vuole fare qualche esempio?
Certamente, e la ringrazio per la domanda. Credo sia necessario approfondire questo tema, anche se proverò ad essere sintetico. In primis, questione legalità sia dal punto di vista morale che legislativo, riforma del titolo V, monocameralismo e riforma dell’architettura costituzionale con il modello del semipresidenzialismo; questione burocrazia e pubblica amministrazione: più testi unici, meno leggi e più attuazione, fare capire come, in quanto tempo e dove il cittadino si debba rivolgere; questione lavoro e politiche sociali: revisione dei sistemi pensionistici non in pejus, riordino dei contratti di lavoro, revisione delle tasse sul mondo del lavoro; questione politiche sociali: aiuti alle famiglie, credito e mutui a tassi notevolmente agevolati per le famiglia e per le imprese, detrazioni fiscali; questione europea: critica costruttiva con politiche comuni soprattutto sul tema estero ed immigrazione, potere di battere moneta alla BCE; questione immigrazione: dobbiamo ricordare gli status giuridici del diritto internazionale a cui non possiamo sottrarci, abbiamo il dovere di accogliere queste persone, come però abbiamo il diritto di recriminare dalla unione europea un aiuto per la gestione dei flussi migratori. Per gli altri immigrati che arrivano nel Nostro Paese credo che i principi della Bossi Fini possano essere validi, sia chiaro e lo dico con precisione, non l’attuale legge, i principi di costruzione di questa, adattati alle esigenze odierne. Sul reato di clandestinità personalmente non avrei votato per l’abrogazione, ma effettivamente nel sistema delle fonti poco cambia la disciplina con la riforma fatta, quindi oltre l’intento meramente elettorale delle proteste di alcuni, mi piacerebbe entrare come stiamo facendo nei dettagli. L’operazione Mare Nostrum, per dire, era un provvedimento necessario, ma credo sia da rivedere perché come i fatti ci stanno dimostrando non ha migliorato la situazione, anzi. Mi permetta di aggiungere che proporrei una clausola per cui chi da cittadino non italiano compia gravi reati, sia espulso senza permesso di ritorno: sono consapevole che bisognerebbe rinegoziare i trattati, ma credo che un intervento legislativo bipartisan tra gli stati interessati potrebbe essere una risorsa da non disperdere.
Credo di avere risposto, sebbene in parte, ma desidero nuovamente ricordare che quel che stiamo facendo, è la base da cui partire, discutere sui temi, credo sia molto più interessante di sapere chi possa andare in Tv a rappresentare l’area politica.
A questo proposito mi permetta una battuta: proprio sui contenuti sarebbe meritorio non pensare al mero interesse elettorale, io continuo e continuerò a dire che preferisco prendere un voto in meno oggi ed avere una tessera in meno di partito, ma promettere ciò che sono certo poter realizzare, solo così credo si potrà instaurare un rapporto di fiducia che oggi legittimamente è venuto meno.

Come immagina il centrodestra del domani?
Ci vorrebbe un libro per poter rispondere a questa domanda, cercherò con una frase di dare seguito a tutto quel che abbiamo detto nelle battute precedenti: una grande casa comune dove ci siano uomini e donne di esperienza che affianchino giovani ragazzi e ragazze che abbiano il desiderio di provare a cambiare questo Paese, con umiltà e determinazione, studiando, impegnandosi dal risolvere il problema del tombino per strada arrivando al discorso costituzionale, contribuendo con i contenuti non per sedere su comode poltrone ma per una Italia migliore dove merito, legalità e concetto di nazione come uscita dai confini asfittici ideali siano protagoniste.

Allora in bocca al lupo e grazie per il tempo che ci ha dedicato.
Grazie a Lei direttore ed al Suo giornale per il tempo che ha dedicato a me, per avermi ascoltato e complimenti per il Suo lavoro che apprezzo e leggo sempre con piacere.


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