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Intervista a Luca Mainini

Creato il 15 giugno 2010 da Paolo Franchini

Intervista a Luca MaininiNome: Luca
Cognome: Mainini
www.postpop.it
Anno di nascita: 1983
Ultimo lavoro: POIS

Ti va di proseguire da solo questa presentazione?
Luca Mainini, “creatore di immagini”.

Ottima sintesi, direi. Ti va di raccontarci in breve il tuo ultimo lavoro?
Il mio ultimo lavoro è POIS, un contenitore/blog in cui pubblico da un anno i miei lavori di collage. Il filo conduttore è il divismo, la fama, l’essenza stessa della “diva”, assemblata, smontata e rivisitata nelle sue stupende e mostruose forme.

Quando ti sei avvicinato all’arte (o quando l’arte ti ha avvicinato…) sapevi già che – prima o poi – ti saresti imbattuto in un progetto come questo?
Sapevo che avrei “trattato” con la celebrità e il divismo, ma non avrei mai pensato al collage.

Hai mai ballato sotto la pioggia?
Da bambino aspettavo la pioggia come un evento. Adoravo la luce, l’odore e l’elettricità appena prima. Ho danzato spesso sotto la neve, mi sentivo molto Winona Ryder in Edward Mani di forbice.

Esiste un’opera che avresti voluto creare tu?
Nessun dubbio: le Fashing lights di David Lynch.

La tua canzone preferita è…?
Non ho una canzone preferita. Mi piace la musica che fanno gli oggetti e le cose, le cantilene, i loop, i carillon, le lampadine…

Che rapporto hai con la televisione?
Credo quello che hanno la maggior parte degli italiani e non. Automatico, scontato.

E con il cinema ?
Un rapporto viscerale, materno, primario. L’immagine ha un’importanza vitale.

Intervista a Luca Mainini
Hai mai parlato al telefono per più di due ore?
Quando avevo sedici anni, di notte, con un’amica recitavo al telefono l’intero copione di Scream in inglese.

Hai mai pregato?
Solo da piccolo, quando mi obbligavano.

Ti piacciono i proverbi? Ne usi uno più spesso?
Sì, mi piacciono molto. Uso molto “Chi semina vento, raccoglie tempesta.”

Hai tre righe per dire quello che vuoi a chi vuoi tu. Ti va di usarle?
Geri, okay che hai lasciato le Spice Girls, però cerca di mangiare… L’anoressia fa molto ’87, non è più di moda, capito?

Ti sei mai rapato i capelli a zero?
Purtroppo sì. Un ricordo agghiacciante.

Se potessi cambiare una cosa (ma una soltanto) del tuo ultimo lavoro, che cosa sceglieresti? Il titolo? Il supporto? Altro?
Forse il titolo. Adoro dare titoli alle mie opere, ma non sono mai molto pensati. Li scelgo solo per il suono che fanno le parole e, volendo, le possibilità sarebbero infinite.

Quando lavori a un’opera, hai un “occhio osservatore” di riferimento oppure fai tutto solo per te stesso?
Quando lavoro faccio tutto quanto solo per me stesso. Le ansie vengono dopo, durante l’esposizione.

Hai mai donato il sangue?
No, sono geloso del mio sangue e di tutte le altre sostanze del mio corpo.

Tra due ore si parte per un viaggio su Marte: scegli tre oggetti da portare con te e un aggettivo per descrivere l’umanità ai marziani.
Oggetti: videocamera, pillole, sigarette.
Forse non sono la persona ideale per rappresentare e descrivere il genere umano.

La cosa che più di annoia, quella che più ti diverte e quella che più non sopporti.
Mi annoia il machismo.
Mi divertono le persone autoironiche.
Non sopporto di sentire parlare del tempo.

Intervista a Luca Mainini
Hai mai sognato di uccidere qualcuno?
Assolutamente sì. E mi sentivo tanto Norman Bates.

Stai già lavorando al tuo prossimo progetto? Se sì, ci regali un’anticipazione?
Sto lavorando a una sceneggiatura per un corto. Ma forse diventerà solo una foto o, forse, un racconto.

Hai mai giocato a nascondino dopo i 18 anni?
Io lo propongo, ma nessuno vuole giocarci.

Prima di salutarci, l’ultima domanda è tua. Chiediti quello che vuoi, ma ricorda anche di risponderti.
Luca, di decidi oppure no a prendere in mano ‘sta videocamera ?
Okay, vado!



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