Senza dubbio uno dei più grandi bassman professionisti italiani. La sua passione scatta inarrestabile dopo uno scambio di mail con Paolo Vannini e Massimo Zanetti di cui aveva letto gli articoli su La Pesca a Mosca e Spinning. Nel 2003 inizia la sua carriera agonistica riscuotendo subito ottimi risultati con quattro vittorie e diversi piazzamenti. Dal 2004 vola quasi ogni anno negli U.S.A. dove pesca in luoghi da sogno come il Lake Fork, il Lake of the Ozarks e il Table Rock e stringe amicizie con mostri sacri dello spinning al bass come Mark Curry, Kevin VanDam, Rick Clunn, Stacey King e Jason Quinn. Sempre negli stati uniti assiste all’Elite Tournament Series, la più importante gara di pesca al bass del mondo. Nel 2006 gira un DVD di spinning con Roberto Ripamonti, Giulio Galletti e Fabio Sergenti che ha subito successo e viene distribuito in tutta Italia. Nel 2007 si impegna nella realizzazione del secondo DVD che lo porta in giro per tutta la penisola alla ricerca dei bass più grossi. Nello stesso anno partecipa all’Internazionale Classico Achiga in Portogallo, dove si ripresenta nel 2008 classificandosi terzo. Nel 2009 fonda Quintabass, la prima scuola di pesca al black bass in Italia. Le lezioni di pesca e le guide in tutta la penisola vengono subito apprezzate tanto da chiudere il 2010 con un bilancio positivo su tutta la linea oltre che con un nuovo DVD: Pitching e Flipping, in vendita nei migliori i negozi di pesca. Nel 2011 affronta la prima gara ufficiale in U.S.A. raggiungendo un settimo posto. Nel tempo libero che gli resta scrive sul suo blog, su Spinning Mania e collabora con Caccia&Pesca.
Da quanto peschi?
Pesco praticamente da sempre. Ho iniziato un po’ come tutti, pescando con il galleggiante, abitando vicino al Po non ho mai avuto grossi problemi a catturare pesci di tutti i tipi. Un tempo il Grande Fiume era un bacino che ti dava la possibilità di catturare tantissime specie di pesce e di utilizzare tante tecniche diverse come la passata e lo spinning. Queste due tecniche mi hanno “preso” più delle altre ed ho continuato a praticarle fino a circa i 18 anni dove da lì in poi…il bass ha preso il sopravvento totale. Occasionalmente torno con mio padre per qualche battuta a passata, ma il tempo ormai è veramente poco, il bass mi porta via buona parte della giornata.
Che tecniche pratichi, in genere dove e rivolte a che pesce?
Il bass fishing è un genere di pesca che ti avvolge completamente, lascia poco spazio a tutto il resto, sia che tu lo faccia per lavoro sia per passione o come è capitato a me per entrambe le cose. Viaggio molto, non mi dedico a uno spot particolare, i laghi e i fiumi navigabili sono i miei preferiti, il Brenta in particolare è il mio fiume preferito. Adoro molto anche le dighe, in Sardegna ci sono diverse dighe ricche di bass e faccio spesso qualche viaggetto annuale per passare qualche giorno splendido in questi paradisi. Infine, se posso, vado ogni anno in USA…mi sento un americano mancato, adoro tutto di quel paese e quindi appena posso prendo un aereo e vado. Per chi ha la passione del bass e dell’aria aperta non può non visitare una volta nella vita questo bellissimo paese.
Mah io credo che un buon pescatore di bass non debba avere tecniche preferite… sapersi adattare a quello che vuole il bass e una delle chiavi di questo tipo di pesca. Avere una tecnica preferita significa si pescarci molto bene ed essere molto efficienti, ma significa che spesso ci condiziona la giornata perdendo molto tempo con una tecnica che non è redditizia in quel preciso momento. Se dovessi scegliere…il power fishing è la mia tecnica preferita, fare tanti lanci, con spinnerbait, crankbait e topwater mi permette di battere tanta acqua e di giocare sull’aggressività del bass. Mi piace molto anche il jig, un’esca che mi ha regalato pesci veramente grandi.
Quanto tempo riesci a dedicare alla pesca?
Negli ultimi due anni il 100%. Sono riuscito a fare della mia passione il mio lavoro, quindi in questo momento sto cercando di dare tutto me stesso a quest’avventura. Pesco in media 3 giorni a settimana ma ci sono periodi in cu riesco a fare anche un numero maggiore di uscite.
La pesca è una passione sfrenata che è dentro di me da sempre. Non posso farne a meno, se sto senza pescare una settimana mi sento male… Adoro alzarmi la mattina alle 3 fare 400 km per passare una giornata su un lago che pesco poco, adoro tornare alle 2 di notte ed essere gia pronto alla 6 per ripartire imprecando contro il carica batterie che non ha fatto il suo dovere, adoro passare giornate di relax insieme agli amici condividendo la stessa passione, adoro fare cappotto. Insomma, adoro pescare!
Ti ricordi il primo pesce che hai preso?
Non precisamente, ero molto piccolo credo, ma mi ricordo quelli che mi hanno dato forti emozioni grandi o piccoli che siano.
Non bado a queste cose. Un bel pesce è bello anche se pesa due etti in meno di un altro più grosso. Ho preso diversi pesci belli, ma come ti dicevo prima ho vissuto emozioni fantastiche catturando pesci di medio-piccole dimensioni semplicemente perchè facevano parte di un contesto a cui tenevo molto. Per esempio, il primo pesce catturato in una gara in U.S.A., il pesce che mi ha dato il podio nella gara internazionale di Alqueva in Porogallo, il primo bass over 3 kg… insomma tante piccole soddisfazioni che ho nella mente e non se ne andranno mai. Ma ricordo molto bene anche i fallimenti… e sono proprio questi che mi spingono a fare sempre meglio e a migliorarmi ogni giorno di più.
Cosa ne pensi della gestione delle acque in cui peschi?
Penso che il cambiamento che c’è stato negli ultimi vent’anni sia stato mostruoso. Un cambiamento enorme purtroppo, non tanto per le condizioni dell’acqua quanto per la, quantità di pesci presenti. Mi sbilancio, ma credo che negli anni ‘,80 le condizioni dell’acqua fossero peggiori, ma di pesce ce n’era veramente tanto e di tutte le specie. Ora purtroppo le specie si sono ridotte e sono cambiate le prede da insidiare. La motivazione precisa per cui un pesce come il bass, presente in maniera massiccia in tutto l’area del fiume più grande d’Italia, il Po, possa praticamente scomparire nel giro di pochi anni non me lo spiego. Ogni tanto sogno uno studio approfondito di biologi/ittiologi esperti che studiano i problemi e risalgono alle cause senza dirci “è colpa del siluro” o “è colpa dell’ inquinamento”, ma poi mi sveglio e mi rendo conto che siamo in Italia e che i pesci e le nostre acque sono l’ultimo dei nostri problemi.
Ma senza dubbio si! Di sicuro l’unica arma che noi abbiamo è il catch e release, rilasciare il pesce deve essere alla base della nostra pesca, rilasciare un pesce oggi vuol dire permettergli di riprodursi e di mantenere la popolazione costante. Siamo messi molto male come gestione delle acque e come rispetto del pesce quindi almeno noi pescatori sportivi DOBBIAMO dare l’esempio e rilasciare i pesci catturati con cognizione di causa. Per quanto riguarda i pescatori “poco” sportivi, vediamo di sensibilizzarli e di invitarli a limitarsi più possibile, trattenendo il minimo indispensabile.