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Intervista a Marco Tabellini per la la compilation Guitars An Anthology of Experimental Solo Guitar Music, seconda parte

Creato il 08 dicembre 2010 da Empedocle70
Intervista a Marco Tabellini per la la compilation Guitars An Anthology of Experimental Solo Guitar Music, seconda parte
Voi siete una casa discografica indipendente votata alla musica improvvisata, ho la sensazione però che in questo disco, come nel vostro precedente Guitar Solo di Pablo Montagne, non tutti i brani nascano da una improvvisazione ma vi siano delle strutture compositive… una scelta deliberata, la volontà di aprirsi a nuove cose, una necessità?
Premetto che parlo in quanto freelance (come del resto tutti quelli che collaborano con Stefano e contribuiscono a rendere Setola di Maiale ciò che è).Come abbiamo specificato nelle liner notes, il concept con cui ho invitato i vari musicisti a contribuire a questo progetto era proprio “il rapporto fra composizione e improvvisazione”. Essendo una linea-guida molto libera, è stata interpretata in modo molto personale ed è quindi interessante vedere come questa “linea di confine” sia in realtà un margine mobile decisamente fertile.Il recuperare una tensione compositiva, dal mio punto di vista, è una necessità che nasce dall’osservazione critica di molte proposte legate all’improvvisazione radicale; in questa pratica musicale la segmentazione e la disposizione del materiale sonoro sono generalmente grossolane (a meno che il musicista non abbia grande esperienza e senso musicale). La composizione offre la possibilità di codificare determinati gesti e tecniche non appartenenti all’ortodossia strumentale, e di perfezionarli grazie alla riflessione critica e alla reiterazione pratica (le molteplici esecuzioni di una partitura o un canovaccio).Per quanto mi riguarda, dunque, l’improvvisazione è una tecnica come un’altra – una scelta relativa, come la scelta fra l’utilizzo di una serie di pedalini multi-effetto o di certi oggetti per ottenere una chitarra “preparata”; come la scelta dello strumento acustico invece che elettrico. Non è (o non dovrebbe essere) un dogma: anche fra i grandi interpreti contemporanei del chitarrismo sperimentale, molti dei più influenti e creativi lavorano proprio con partiture scritte, integrandole con la pratica improvvisativa.
Quanto tempo vi ha richiesto una cosa simile e .. se non sono indiscreto che costi avete supportato per realizzarla?
Per quanto riguarda la tempistica, ho iniziato a mandare le prime mail a Marzo (2010), e i chitarristi hanno iniziato a ricevere le proprie copie a Settembre. Questi 6-7 mesi sono stati impiegati per: scegliere e reclutare i chitarristi, esporgli il progetto, raccogliere il materiale, scegliere il packaging, progettare la grafica e l’artwork, fare le 2 tracklist, fare il mix e il master, aspettare che i rispettivi studi realizzassero e poi spedissero le copertine e i CDr, assemblare gli album, fare i pacchi e coordinare tutte le spedizioni.

Quale è stata la reazione degli “addetti ai lavori” per una cosa simile? Ci sono state recensioni favorevoli?
Siccome i chitarristi hanno ricevuto le loro copie alla spicciolata, soprattutto nell’ultimo mese e mezzo, ancora le recensioni devono arrivare.
Oltre a questo disco e al già citato lavoro di Pablo Montagne quali altri lavori per la chitarra avete realizzato nei 17 anni di vita di Setola di Maiale e ne avete in programmazione altri?
Lascio a Stefano la lista completa, che include anche i miei lavori solisti per chitarra elettrica: “15 improvisations for solo electric guitar” e “12 improvised compositions for solo electric guitar”.
Grazie Marco!Empedocle70http://feeds.feedburner.com/ChitarraEDintorni

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