Magazine Cultura
Ciao Irene, sono io che ti ringrazio per lo spazio concessomi e per l’opportunità.
Sei molto giovane e hai già scritto molti racconti, alcuni pubblicati in antologie e poi ci sono delle raccolte di racconti tutti tuoi come per esempio NERO n.9. Hai già stabilito quale è il genere che più ti si addice e di cui ti piace scrivere?
Ad essere sinceri, no. Non ho ancora trovato il genere in cui maggiormente mi trovo a mio agio, nonostante mi trovi abbastanza bene con il nero, più che noir, in tutte le sue sfumature, sto tentando anche altre strade, in modo da avere un ventaglio più ampio di possibilità, anche perché non vorrei fossilizzarmi su un unico genere narrativo. Ma seguire più percorsi.
Ci racconti chi è Massimo scrittore e chi Massimo studente universitario?
Massimo studente studia Lettere Moderne alla Federico II ed è al primo anno di università, cercando di far convivere, anche e soprattutto in termini di tempo, le varie passioni (lettura, scrittura e politica) con lo studio e con qualche lavoretto di contorno. Non sempre è semplicissimo anzi, a volte il Massimo (aspirante) scrittore viene accantonato anche per qualche mese(come in questo periodo) per mancanza di tempo e forze (spesso la pausa coincide con le sessione d’esame). Tra l’altro il Massimo (aspirante) scrittore spesso cede il passo al lettore, perché ritengo che (quasi) unicamente dalla lettura uno scrittore possa trarre la propria forza e migliorare il proprio stile e le proprie storie.
Quanto le tue personali esperienze influenzano i tuoi scritti?
Penso che qualche piccolo spunto si possa trovare in alcuni dei miei racconti, tuttavia non sempre è così, fortunatamente, non ho vissuto direttamente nessuna dell’esperienze raccontate in Nero N.9, quindi non posso ridurre il tutto ad una risposta univoca.
Scrivere per te rappresenta….?
Rappresenta una passione, un sogno, ma anche qualcosa di più. Anche perché non sono interessato unicamente alla scrittura narrativa, ma anche a quella giornalistica. Infatti proprio il giornalismo è una delle strade che vorrei intraprendere, anche se so che non è affatto una cosa semplice.
Parlaci un po’ di NERO n. 9. Come è stato scelto il titolo? Il genere noir secondo te perché è così tanto seguito?
"Nero N.9" è una raccolta di racconti che hanno in comune appunto il nero. Ma il nero non deve essere necessariamente inteso come noir, perché c'è dell'altro in questa raccolta, in alcuni punti è possibile notare una commistione di più generi, dal fantastico al noir italiano. Insomma, non penso sia possibile incastonarlo in un genere preciso. I racconti sono nove, e non si deve pensare che la scelta del numero dei racconti (e quindi quella del titolo) sia casuale, infatti, il titolo e la raccolta giocano proprio su questa ambivalenza del nove che si trova ad avere rappresentazioni diverse, talvolta completamente opposte, in diversi branche della conoscenza.
I personaggi di “Nero n.9” rappresentano situazioni limite, la loro vita e l’intero spettro delle loro emozioni sono corrotte dal male subito sin nelle radici. Il genere noir è seguito perché a parer mio fa riflettere il lettore non solo sul crimine commesso (che ha sempre un suo fascino), ma anche sulla realtà che sta intorno, permettendo un analisi del mondo e delle sue situazioni. Penso che sia questa la forza peculiare del noir.
Come strutturi i tuoi racconti e come nascono le tue trame?
Le mie trame nascono di solito da un personaggio o da una situazione precisa, però tendo a non redigere nessuno schema, mi metto al pc e scrivo la storia che molto spesso ha un’evoluzione propria che non avevo previsto. Non credo nella scaletta, ma probabilmente è un limite mio.
Molte volte parto con un’idea e mi trovo da tutt’altra parte, in situazioni che non avevo previsto. C’è quindi un’imprevedibilità che rende tutto più affascinante ed appassionante.
Come hai trovato la tua casa editrice e che rapporto si è instaurato?
Frequentavo un forum tirato su dagli editori prima che fondassero la casa editrice, quindi quando hanno dato la notizia agli utenti, mi sono letteralmente catapultato ad inviare Nero N.9 che avevo terminato da un paio di mesi. Dopo relativamente poco (ero uno dei primi manoscritti), la casa editrice mi ha contattato proponendomi un contratto senza alcun tipo di contributo (essendo contro l’editoria a pagamento, avevo rifiutato anche offerte che contemplavano il pagamento di duecento-trecento euro) e quindi ho firmato.
Ho un buon rapporto con la casa editrice, ci scambiamo mail all’incirca una volta a settimana, e abbiamo avuto anche alcuni scambi di idee molto proficui circa la promozione del libro. Devo dire che mi trovo molto bene con loro, perché sono di una gentilezza squisita e molto propositivi, si impegnano nella promozione, infatti, partecipano ad eventi culturali (uno su tutti il Salone del Libro di Torino), uno di questi si terrà Sabato 17 Luglio a Nettuno, dove sarò anche io presente con il mio libro.
Da lettore, quale è il genere che prediligi e quali i tuoi libri più importanti?
Non ho un genere preferito, ma leggo un po’ di tutto (tranne romance). I miei libri preferiti e quindi quelli che da lettore considero più importanti sono:
Il processo (F.Kafka)
1984 (Orwell)
L’ombra dello scorpione (King).
Anche perché questi tre sono un po’ gli autori che prediligo.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho un’altra raccolta di racconti in cantiere, ma soprattutto un romanzo (il primo di una serie) che cerco di terminare da qualche anno, spero che quest’ultimo possa essere il punto di svolta di questa mia passione. Anche perché ci credo molto, nonostante la sua stesura si protragga da tempo.
Io ti ringrazio molto per aver risposto alle mie domande e ti saluto. C’è qualcosa che vuoi aggiungere?
Voglio ringraziarti per lo spazio concessomi e voglio ringraziare chiunque abbia letto. Un saluto a tutti e leggete molto (anche autori esordienti, il nome non sempre è sinonimo di qualità)!
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