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Intervista a michaela dooley

Creato il 07 luglio 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
ecco una nuova intervista ad un'altra delle bloody roses e questa volta tocca a Michaela Dooley, giovanissima autrice di "Raining Stars" disoinibile da maggio 2010.
Serie dei vampiri dagli occhi viola: QUI
Mia recensione del libro: QUI
L'angolo dell'esordiente presenta l'autrice: QUI
INTERVISTA A MICHAELA DOOLEYCiao Michaela benvenuta nel mio blog Italian Emerging Writers ti va di presentarti ai lettori? Ciao Alessandra, innanzi tutto grazie per l’opportunità che mi stai dando e la tua disponibilità. Cosa dire per presentarmi... sono una normalissima ragazza che però ha sempre preferito leggere, pensare, scrivere e navigare in internet piuttosto che uscire il sabato sera ed andare a ballare. È stato questo che mi ha portato ad incontrare Folgorata, Gaiottina e le Bloody Roses. Con loro è iniziato per me un percorso che non riesco a definire sogno perché è totalmente distante anche dal migliore dei miei sogni. È qualcosa di più. Io sono una ragazza al primo anno di università che l’hanno scorso ha affrontato la maturità di un tecnico commerciale. Dovrei essere più propensa ai calcoli ed alle questioni “pratiche” e lo sono, ma non sono solo questo. Ho mille pensieri che non si fermano un attimo, sono sognatrice e troppo romantica... Così ho iniziato a scrivere ed oggi, ad un anno di distanza sono qui a parlarti del mio primo libro quando ancora mi sembra del tutto irreale.
Sei molto giovane e Raining Stars è il tuo primo romanzo. Ci racconti un pò la tua esperienza come neo scrittrice? Come è stato scrivere questo romanzo e sei soddisfatta del risultato? Ti aspettavi qualcosa di più o di meno?
Come dicevo, tutto è iniziato su un forum. Leggevo le storie di Folgorata e Gaiottina e ricordo di essermi iscritta al forum proprio per commentare la storia di quest’ultima. Comunque, non so bene come, ma leggendo quelle che erano ancora fanfiction, ho iniziato a pensare io stessa a come sarebbe andata quella storia d’amore che tanto mi aveva colpito se, nel periodo in cui tutto andava storto e l’amore sembrava averti abbandonato nessuno poteva, voleva, esserti accanto e la sola cosa di cui realmente disponevi fosse stata te stessa. Ho iniziato a scrivere anche io, senza pretese. Ho sempre amato scrivere, ma, una storia! Una vera storia, con una trama, un inizio, una fine... Non lo avrei, mai, minimamente pensato. Non è stato semplice. Ricordo ancora un capitolo che avrò riscritto tipo... due o tre volte. Ricordo le strigliate delle bloodies quando volevo inserire nella storia qualcosa che per la trama non mi serviva minimamente. Ed avevano ragione: in quel periodo, avevo perso di vista la trama che volevo dare io alla storia e stavo provando a scrivere qualcosa che sapevo avrebbe colpito. Per questo dico che questa esperienza non è stata semplice e da gioco è diventata piano, piano obiettivo. Obiettivo di fare meglio, di riuscire... Ci ho messo tutta me stessa ed i consigli sempre sinceri delle mie amiche bloodies ed il risultato è stato il libro che da un mese a questa parte stringo tra le mani. Anche tralasciando il fatto che non mi sarei aspettata di riuscire a scrivere da inizio a fine una storia, posso dire che il risultato ha superato ogni mia aspettativa. A volte mi stupisco pensando di esser stata effettivamente io a scriverla!
E' stato più facile o più difficile scrivere una storia che già sapevi come iniziava come finiva? Il fatto di non poter decidere il finale della storia è stato in qualche modo una restrizione per te oppure ti ha aiutata?
Bè, io non ho avvertito la tensione del ‘‘prequel’’. Forse perchè quando ho iniziato a scrivere, anche i due libri precedenti non erano ancora usciti ed ho sviluppato la struttura del romanzo prima di sapere che le nostre storie sarebbero diventate libri. Non c’è stata alcuna restrizione... Quando sono usciti i due libri e soprattutto quando ho saputo che la mia storia sarebbe diventata un libro, ci sono stati da rispettare i riferimenti temporali, i ricordi presenti negli altri due libri.... Ma tutto questo non è stato in alcun modo restrittivo.
Come descriveresti il tuo romanzo e cosa diresti per convincere un lettore che legge questa intervista a comprarlo?
Ho voluto iniziare la storia da una situazione che tutti, bene o male, hanno dovuto affrontare. Raining stars è il tentativo disperato di riprendere in mano la propria vita. Andando contro tutto e contro tutti. Contro la convinzione che qualcosa non si può fare. Insomma, Liz è devastata ma scopre una verità che pur non risollevandola del tutto, le da la forza e la determinazione per compiere il viaggio verso la felicità che, molti, si astengono dal fare per paura di rimanerne delusi. È introspettivo, malinconico, romantico... ha un suo target di lettori... quelli che sono disposti ad affrontare tutto questo, proprio come Liz.
Come mai scegli di raccontare il prequel della serie con un romanticismi smaccato e con una vena decisamente malinconica?
Questo è dovuto essenzialmente al mio carattere. Il romanzo parte in maniera piuttosto tragica, volevo realmente trasmettere tutto il dolore possibile ma essendo io terribilmente romantica, volevo dare l’opportunità ai due protagonisti di vivere qualcosa di doloroso sì, ma che permettesse ad entrambi di scoprire qualcosa di più su loro stessi. Volevo renderli vulnerabili ma forti abbastanza da poter reagire...
Da dove hai preso spunto per l'intreccio del tuo romanzo? A cosa ti sei ispirata?
Come ho detto prima, ho iniziato a scrivere pensando ad una situazione in cui ti ritrovi sola, pensando che nessuno possa capire il tuo dolore. Poi... a discapito di tutte le volte che me la sono presa col destino... ho deciso di rendere il fato un po’ più magnanimo e grazie alla fantasia che può tutto ho deciso di scrivere di questo diario che ricompare magicamente... e che ricongiunge i due personaggi...
Quanto di autobiografico c'è nel tuo libro?
In realtà, a parte l’inizio, che mio malgrado mi sono trovata ad affrontare io stessa, pensavo che non ci fosse più nulla di autobiografico... e questo l’ho pensato fino a qualche mese fa. Poi, in fase di rilettura finale, mi sono resa conto che, tra le righe, in questo libro c’è molto di me stessa. Addirittura, alla fine, ho scoperto di riuscire ad unire situazioni della mia vita con situazioni del libro. Ne sono rimasta realmente colpita perché quando lo scrivevo non avevo minimamente pensato a me stessa. Il tutto è avvenuto inconsciamente... è... strano...
I vampiri in questo periodo sono diventati una vera e propria moda letteraria. secondo te qual è il motivo per il quale hanno riscosso tanto successo?
Per anni, decenni, i vampiri sono state creature oscure... decisamente dark e horror. Alcuni li figuravano come creature orrende e mi viene da pensare a Nosferatu. Mi viene alla mente la classica icona del vampiro che morde il collo di una ragazza... bellissima, ovviamente. Ma non c’era niente di più.. Il vampiro era ancora eminentemente pericoloso. Solo legato al sangue ed agli istinti. Intrigava, certo che intrigava. Ma, non catturava. Non ti rendeva dipendente. Non ne volevi ancora, ancora e ancora come succede in questi ultimi anni. Appassionava gli amanti del dark ma non prendeva vaste masse.
Poi c’è stata la trasformazione. I vampiri sono diventati belli, potenti, preferibilmente ricchi, sembrano essersi inciviliti ma conservano tutti una certa dose di pericolosità e si sa, il pericolo intriga e il fascino del mistero non conosce tramonto. Accanto alla figura del vampiro si pone una ragazza che più o meno, abbandona la figura della ‘‘vittima’’. Infine, in un’epoca in cui divorzi e tradimenti sono all’ordine del giorno, ecco arriva il vampiro che vivrà in eterno e che, soprattutto, promette amore eterno. Questi vampiri “nuovi” perdono l’appoggio degli amanti del dark e acquistano l’appoggio di altre e più vaste masse. L’elemento sovrannaturale infine è un grimaldello narrativo che rende la storia romance con vampiri aperta ad arricchirsi di elementi di avventura, thriller o più spiccatamente fantasy.
Cosa ti attrae di questa figura soprannaturale? Perchè anche tu scegli di scrivere sui non morti?
Io... credo di far parte della categoria di cui sopra. Credo che tutto sia dovuto al fascino del mistero e alla voglia di vedere una storia d’amore durare per sempre.
Quali sono i libri paranormal romance e soprattutto di vampiri a cui non rinunceresti mai? (tranne ovviamente twilight) :D
A cui non rinuncerei... no, ti sembrerà strano ma il paranormal romance per me è solo una frazione. Insomma, nonostante abbia scritto un libro sui vampiri... non mi considero una vera amante dei vampiri. Ho letto Twilight davvero tardi, credo sia stato un paio di anni fa, poi ho iniziato a leggere la serie di Sookie Stackhouse della Harris ma, non mi sento così legata a queste letture al punto di dirti di non poterne rinunciare. In realtà... potrei rinunciare persino a Twilight... nonostante da questo sia nato tutto...
Quali sono i tuoi progetti futuri? C'è un romanzo che vorresti scrivere? Dammi qualche news succosa! :D
Oh bé, spero di riuscire a passare matematica generale ^_^’ ma questo riguarda “l’altra me”... In realtà, non ho molte news, ma se dovessi tornare a scrivere mi piacerebbe confrontarmi su un romanzo scritto in terza persona, questa volta. E... un giallo, mi piacerebbe scrivere un giallo! Ma sono solo pensieri, non c’è nulla di concreto, al momento.
Se potessi scrivere un romanzo assieme ad un altra autrice/ autore quale sceglieresti? Perchè?
Ahi... non oso immaginare come sia scrivere un libro a quattro mani... In realtà non credo che mi piacerebbe. Almeno per quanto mi riguarda, scrivere è una cosa piuttosto personale... Ci sono io e ci sono i miei pensieri... è anche un modo per conoscere più affondo me stessa. Non penso che riuscirei a scrivere qualcosa con qualcun altro... O almeno non lo immagino... ma insomma, un anno fa non immaginavo neppure di poter scrivere un libro, quindi...
Quali sono gli autori che preferisci? Quelli che ti hanno formata come scittrice?
L’autore che in assoluto io adoro è Jhon Katzenbach. Non so quante volte ho riletto “L’analista” e “La storia di un pazzo”. Ecco se prima mi avessi chiesto più in generale a quali libri non potrei rinunciare ti avrei detto sicuramente questi due libri. Sono due thriller. Ma, soprattutto il primo dei due, è qualcosa che... mi ha intrigato da sempre. È molto psicologico e mi tiene incollata alle pagine. Insomma non ho parole neppure per descrivertelo. Lui è il mio scrittore preferito. Poi... mi piace leggere poesie, è una delle cose che preferisco fare quando sono su internet senza far nulla. Inoltre, essendomi diplomata l’anno scorso, ho bei ricordi delle ore di letteratura, in classe...
Qual è il tu processo creativo? Fai qualcosa in particolare?
Spesso, quando scrivo chiudo gli occhi. Davvero. A scuola ho imparato a scrivere con dieci dita, senza osservare tastiera o monitor. Così, di solito, quando viene la sera, mi rinchiudo in camera e come se fosse una seduta da un terapeuta chiudo gli occhi e immagino la scena. Nello stesso tempo le dita battono veloci sulla tastiera. Poi quando li riapro, cancello, aggiusto le frasi... Questo non sempre. Ma quando scrivo qualcosa che mi prende davvero. Mi estraneo completamente da tutto il resto.... è forte! Altre volte, semplicemente, gambe sulla scrivania e pc in grembo. Raramente ho ascoltato della musica. Ma in quel caso rigorosamente straniera. Altrimenti finisce che inizio a cantare :-P
Cosa ne pensi del panorama editoriale italiano legato agli esordienti?
Io sono di un paesino della Puglia. Qui, scrivere un libro è qualcosa di assurdo. Almeno lo era per me fino a un anno fa. È qualcosa di talmente lontano dalla realtà che sembra un’utopia. Un po’ come il ragazzino che va dalla mamma e le dice: voglio fare il cantante. Assurdo, semplicemente. E, puntualmente, gli si dice: vai a lavorare. Nessuno sa niente di come si possa fare, così la cosa viene semplicemente lasciata correre. Poi, un giorno, la scoperta. Il mondo lì fuori non vive di utopia e accanto alle grandi case editrici che pubblicano secondo rigidi parametri di calcolo del rischio, ci sono persone che sono felici di dare una possibilità ad autori esordienti. Ci sono persone che se vedono della materia non la buttano via solo perché non c’è un grande nome. Ci sono persone come quelle della Mamma Editore, disposte ad aiutarti in questo progetto. Ad accompagnarti. Persone che senza chiederti niente in cambio ti regalano quella che fino a pochi mesi prima è utopia. Ed io... io credo che se tutti fossero come queste persone, forse, in Italia, l’informazione e la cultura sarebbero un po’ più libere da compromessi...
Hai blog o siti dove possiamo seguirti? 
Ho recentemente aperto la mia pagina su facebook:
http://www.facebook.com/pages/Michaela-Dooley/132061046822877
Inoltre potete trovarmi nel nuovo forum delle Bloody Roses:
http://docks.forumcommunity.net/
E nella nostra cara bacheca nel forum Edward&Bella:
http://edwardandbella.forumcommunity.net/?t=28909437
Questa era l'ultima domanda. C'è qualcosa che vorresti aggiungere di salutarci?
No, vorrei semplicemente ringraziarti ancora e ringraziare ancora la Mamma Editori per questa opportunità meravigliosa, quindi, grazie.

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