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Intervista a molly greenhouse

Creato il 02 novembre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
diamo oggi il benvenuto ad un'altra scrittrice esordiente questa volta di fantasy: Molly Greenhouse aka Monica Serra che ci presenta il suo romanzo d'esordio.
-Ciao Molly è un piacere per me ospitarti nel mio blog Italian Emerging Writers. Ti andrebbe di presentarti ai lettori? Ciao. Innanzitutto, il piacere è mio. Questo è un blog davvero interessante e so che è molto seguito: sono lieta di essere tra gli ospiti! Mi presento brevemente. Molly Greenhouse è una dinamica quarantaduenne che ha finalmente deciso di dedicarsi “sul serio” alla sua passione di sempre, cioè scrivere. Il mio primo romanzo è Cuore di Drago, un fantasy pubblicato nel 2009 con la casa editrice Runde Taarn. Non fatevi ingannare dal nom de plume: in realtà, sono italianissima. Molly è un vezzeggiativo con cui mi chiamano gli amici (il mio nome è Monica) e Greenhouse non è altro che la traduzione letterale in inglese del mio cognome (Serra). Avendo scritto un romanzo fantasy, mi sembrava simpatico usare un nome di fantasia nel proporlo e la scelta di mantenerlo per la pubblicazione è stata condivisa con l’editore. D’altronde, anche la mia scrittrice fantasy preferita, Robin Hobb, usa un nome d’arte… magari può essere di buon augurio!
-Qual è il tuo rapporto con la scrittura e cosa rappresenta per te? Quando hai scoperto questa passione?
Non saprei immaginare la mia vita senza scrivere: è un po’ come respirare, indispensabile per sopravvivere. Trovo che liberare i miei pensieri attraverso una storia sia estremamente rilassante e ho finalmente trovato il coraggio di condividere questo mio piacere con gli altri. In realtà, non saprei dirti quando ho scoperto di amare la scrittura. Alle scuole elementari scrivevo favole e racconti per i miei compagni e da lì in poi ho sempre scritto, ma tutto finiva sempre in un cassetto. Poi, dopo un periodo difficilissimo in cui scrivere mi ha aiutata a scacciare molte paure, ho finalmente trovato il coraggio di mettermi in gioco e Cuore di Drago dimostra che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni.
-Cosa fai di solito mentre scrivi? Hai un particolare processo creativo?
Il processo creativo da cui nascono le mie storie è un po’ particolare. L’idea può avere origine da un paesaggio, da una frase, da un volto. Lì per lì, quando mi rendo conto che qualcosa mi ha colpita, butto giù poche righe sul primo pezzo di carta che mi capita (con grande angoscia dei miei familiari, che sono sommersi da “pizzini”…)
A poco a poco, attorno a quelle quattro parole, cominciano a presentarsi personaggi, luoghi e storie e allora comincio a raccontare ciò che accade. I personaggi iniziano ad agire sulla spinta che io ho dato loro e poi si animano di vita propria. Più di una volta mi è capitato di dover rimettere mano alla trama di una storia già scritta per colpa di qualche “out-sider” che veniva prepotentemente alla ribalta. Seguendo i personaggi, attraverso i luoghi in cui essi si muovono, la storia prende corpo e io scrivo tutto ciò che vedo accadere, anche in modo temporalmente incoerente. Raramente so dove una storia va a parare, ma quando ho accompagnato i protagonisti al finale, a quel punto inizio il “montaggio”. In effetti, è un po’ come accade per un film: ordino le sequenze e le sistemo in modo che la storia segua finalmente una linea temporale logica, dopodiché inizio la revisione. Questa è la parte che mi piace di più, anche se ti assicuro che è faticosissima: tra una scena e l’altra cominciano a inserirsi episodi che in un primo momento mi erano sfuggiti, oppure personaggi che avevo inizialmente creato come secondari fanno qualcosa che mi costringe a dar loro uno spazio imprevisto, con conseguente necessità di riscrivere gran parte del racconto.
INTERVISTA A MOLLY GREENHOUSE-A cosa ti sei ispirata per scrivere il tuo romanzo d’esordio "Cuore di Drago"?Cuore di Drago nasce dalla necessità personale di ritrovare un equilibrio perduto. Il percorso che ho voluto raccontare nel libro è quello di una ricerca, la stessa che io ho dovuto affrontare dopo un difficilissimo periodo della mia vita. Ambientare la storia in un mondo fantastico, ma tuttavia credibile, è stato fondamentale. Trovare la spada forgiata dal cuore dell’ultimo drago significa per ciascuno dei personaggi arrivare alla stabilità e da questa ricerca usciranno un po’ tutti vincitori, come è stato per me.
-Qual è stata la gestazione del romanzo? L’idea iniziale, successivamente, come si è sviluppata?
Tutto è nato da un paesaggio. Ero in vacanza in montagna, ma dato che non so sciare, mi godevo il sole e il panorama. Guardandomi intorno mi sono resa conto di trovarmi in un posto incredibilmente adatto ad ambientarci una storia fantastica. Così, a pagina 71, potete leggere l’idea da cui è partita la mia avventura: una valle innevata, avvolta dal silenzio ovattato e severo dei monti che la circondano… Tutto intorno a questa descrizione, la trama si è tessuta quasi da sola e i personaggi sono comparsi via via che la storia prendeva forma.
-Dalle tue descrizioni si nota che ami molto le montagne. Hai trovato ispirazione per l’ambientazione del romanzo nei luoghi in cui vivi?
Amo molto viaggiare e nelle mie descrizione c’è tanto di quello che ho visto. Le montagne sono un’ambientazione ideale per un romanzo fantasy: il paesaggio montano è solenne e senza tempo e si è prestato in maniera perfetta al mio Cuore di Drago. E chi vive nella mia zona (pochi chilometri a nord di Roma) riconoscerà certamente Roccantica, per cui mi sono ispirata al magnifico castello di Bracciano.
-Personalmente ho molto amato Annya: è una ragazza forte ma nello stesso tempo ricca di umanità, un personaggio particolarmente riuscito. Quanto c’è di Molly in lei?
Ho cercato di dare una caratterizzazione ben precisa a ciascun personaggio, dotando anche i “buoni” di qualche difetto che potesse renderli verosimili e interessanti. Annya è sicuramente un personaggio che mi rappresenta, anche se credo di aver messo un po’ di Molly in tutti quelli che compaiono nel romanzo. Tra le figure femminili mi è particolarmente cara Rhian, ma il mio preferito è Yorik: lo trovo tremendamente umano, nonostante sia depositario di grandi poteri. Il mio unico rammarico è quello di aver dato poco spazio alla figura dello Stregone: sarebbe stato interessante approfondire la sua personalità arrogante e dissacrante al tempo stesso, ma nel contesto della trama non era essenziale, così mi sono limitata a farlo comparire solo per il tempo strettamente necessario..
-Cosa caratterizza questo romanzo? Secondo te qual è il suo punto di forza e per quale motivo i lettori che ti stanno leggendo dovrebbero acquistarlo?
Un appunto che mi è stato mosso riguarda la brevità del romanzo, che invece io ritengo uno dei suoi punti di forza. In effetti, Cuore di Drago è un po’ “anomalo” rispetto a una tradizione che vuole il romanzo fantasy lunghissimo e magari suddiviso in più volumi. Il libro è autoconclusivo e la trama si svolge in modo lineare e completo nell’arco delle circa 200 pagine che la compongono. Il mio obiettivo era quello di accompagnare il lettore attraverso la storia senza annoiarlo, in modo da farlo arrivare alla fine con il rammarico di dover girare l’ultima pagina e chiudere il libro. Spero di esserci riuscita.
-Pensi di dedicarti ancora al fantasy? Quali sono i tuoi autori preferiti?
Credo di aver trovato nel fantasy il modo migliore per esprimermi. Il genere si presta egregiamente a una manipolazione della realtà che permette di dar vita a storie credibili senza dover dare troppe spiegazioni logiche a ciò che accade, intrattenendo, divertendo e facendo sognare il lettore. Per farvi capire meglio, io considero il fantasy un po’ come l’evoluzione moderna della fiaba. Personaggi, temi e ambientazioni derivano di certo dai racconti fantastici che parlano di castelli, principi, maghi e foreste incantate. Purtroppo il mondo moderno non tratta il genere con lo stesso rispetto che gli veniva dato in passato: di sicuro, le fiabe godevano di maggior considerazione di quella conferita ai giorni nostri ai romanzi fantasy, considerati un sottogenere, soprattutto in Italia. Eppure esistono dei fantasy che sono autentici capolavori.
Per quanto riguarda i miei autori preferiti, è una domanda da un milione di euro. Certamente sono molti e ad essi cerco di ispirarmi. Diciamo che vorrei avere la scrittura limpida e coinvolgente di Robin Hobb, la straordinaria capacità di caratterizzare i personaggi e di intricare le trame di George RR Martin e la fervida, incredibile fantasia di Neil Gaiman. E se ogni tanto facesse capolino tra le righe lo humor irresistibile di Terry Pratchett, sarei la scrittrice fantasy perfetta!
-Questa è la tua prima pubblicazione. Ci parli un po’ della tua ricerca di una casa editrice e di come sei riuscita a pubblicare? Un' esperienza positiva o negativa?
La ricerca dell’editore è stata mirata: se scrivi fantasy, è inutile inviare il manoscritto a una casa editrice che pubblica saggistica o gialli. Tra le varie proposte editoriali (alcune interessanti, altre assolutamente “indecenti”), ho scelto quella di una piccola ma seria casa editrice, Runde Taarn, che vorrei qui ringraziare per avermi dato la possibilità di vedere realizzata la mia creatura. Mi sono trovata molto bene con loro, sono dei professionisti seri e competenti. Il lavoro che ha preceduto la pubblicazione è stato ineccepibile (poche le correzioni, per la verità, ma dove sono state fatte, il testo ne ha beneficiato in chiarezza) come posso dirmi soddisfatta per quanto riguarda l’aspetto promozionale (l’editore ha organizzato presentazioni “corali” e individuali in tutta Italia, la prossima la farò a Roma il 27 novembre alla Libreria Caffè Letterario Mangiaparole assieme ad un altro autore fantasy esordiente). Direi quindi che è stata un’esperienza positiva e spero di lavorare ancora con loro.
-Cosa ne pensi da autrice del panorama editoriale legato agli esordienti? Quali pensi siano i difetti e cosa dovrebbe essere migliorato?
Qui tocchiamo un tasto dolente e rischiamo di aprire una discussione infinita. Nel nostro paese, purtroppo, vige il malcostume di approfittare delle situazioni. Nel campo dell’industria libraria, molti si autodefiniscono editori e cercano di far leva sulle velleità e sui sogni di chi si presenta con un manoscritto per spillargli dei soldi. Non mi riferisco a case editrici che magari chiedono un piccolo contributo all’autore (il più delle volte l’acquisto copie proposto è minimo rispetto alla tiratura del libro) perché non si chiamano Mondadori o Feltrinelli, ma a quei cosiddetti editori che fanno annunci roboanti e privi di ogni fondamento per convincere lo scrittore a “pubblicarsi”, spendendo un sacco di euro e dovendo poi dannarsi per occuparsi personalmente della distribuzione. Questo è uno dei motivi per cui ci sono in circolazione diversi prodotti di qualità mediocre, anche se non me la sento di generalizzare, dato che tra gli “autoprodotti” ho conosciuto moltissimi scrittori di indubbio valore. Abbiamo tanti bravi autori in Italia, ma spesso i grandi editori preferiscono puntare su nomi stranieri per motivi prettamente economici. Questo è vero soprattutto nel genere fantasy: il mio pseudonimo (nato per gioco, come dicevo all’inizio della nostra chiacchierata) è stato mantenuto appunto per motivazioni commerciali.
-Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già un altro romanzo in fase di scrittura o in fase di pubblicazione? Puoi darci qualche news?
Il mio secondo romanzo è già in mano agli editori, posso solo anticipare che ho cercato di staccarmi dai cliché (stavolta, niente draghi) e che il risultato finale ricorda i romanzi cavallereschi: spero di potervi dare presto notizie più dettagliate. Per il resto, sto lavorando a un altro paio di idee, sempre in ambito fantastico, anche se in questo periodo sono concentrata a combattere una battaglia personale molto difficile (gravi problemi di salute, purtroppo, ma io non demordo). Se ne avete voglia, potete leggere mensilmente le mie recensioni (ovviamente, di libri fantasy) sul sito "http://www.temperamente.it"
-Hai blog o siti dove possiamo seguirti?
In attesa di creare un sito internet, potete aggiungervi alla pagina di Molly Greenhouse su Facebook, dalla quale vi terrò aggiornati sulle novità.
-Questa era l’ultima domanda. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Spero di aver incuriosito i lettori, invogliandoli a trascorrere qualche ora fuori dalla realtà con i miei personaggi, e voglio nuovamente ringraziarti per avermi ospitata in questo spazio e per il grande lavoro che stai facendo in favore degli scrittori emergenti, per i quali sono fondamentali il passaparola e la visibilità.

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