Magazine Cultura
Conosciamola più da vicino.
Prima domanda: chi è MP Black e che cosa la spinge a scrivere?
Sono una mamma lavoratrice casalinga tutto fare. La mattina lavoro, il pomeriggio seguo i figli e la casa. E la sera scrivo. Ho iniziato a scrivere racconti fin dalle scuole medie, quindi sono nati i primi romanzi brevi (allora, ricordo, scrivevo storie d’amore ambientate nell’800), poi mi sono fermata per un lungo periodo, caratterizzato da grossi impegni famigliari e lavorativi. Finché, nel 2007, in seguito a un sogno (bellissimo!!!), ho elaborato la trama di Lisa Verdi, e ora eccomi qui! Scrivo per passione, per un impulso irrefrenabile che devo assecondare, o rischio di fondere il cervello. Scrivo perché mi piace farlo, perchè è una parte importante di me stessa….
La protagonista della tua trilogia è Lisa Verdi, una ragazza che scopre di essere l’erede al trono del regno degli elfi. Quanto di te c’è in lei?
Davvero poco. Lisa è bizzarra, strana, incostante, capricciosa, a volte davvero antipatica. Lisa non è il mio alter ego, non è detto che la protagonista delle storie che racconti sia quello che tu vorresti essere o che sei stato in passato. Lei rappresenta, invece, tutto quello che io non sono. L’ho caratterizzata così perché avevo bisogno di un personaggio dal carattere forte, ma instabile, che facesse davvero capire ai lettori le difficoltà che si incontrano nel momento in cui la tua vita deve sopportare un cambiamento forte e inquietante.
I tuoi libri esulano dal fantasy “classico”; gli elfi in realtà sono discendenti di alieni e c’è una buona parte di fantascienza. Come mai questa commistione di generi?
Volevo creare un fantasy diverso dai soliti fantasy classici, in cui viene descritto un “viaggio” compiuto dai personaggi principali verso una meta precisa per compiere una tale azione. Io adoro il fantasy classico, ma ci sono così tanti libri nel mercato internazionale (e italiano) di questo genere, che mi è parso doveroso affrontare un qualcosa di totalmente diverso. Certo, si è trattato di una sfida non indifferente. La saga avrebbe potuto rivelarsi un bel flop, ma così non è stato, anzi, e io sono felicissima di aver proposto qualcosa di alternativo!
Per la descrizione di luoghi e personaggi ti sei ispirata a qualcosa di reale o è tutto inventato da te?
Anna mi assomiglia, in parte, nel carattere. Anche Gianni mi ricorda un amico del mio passato, mentre Bartolomeo ha un lato che si avvicina molto al carattere di mio marito. Per quanto riguarda gli ambienti, non mi sono ispirata a luoghi reali, ma solo a luoghi che vivono nella mia fantasia e che mi sono costruita ancora da piccola, come punti fermi in cui rifugiarsi nei momenti di difficoltà.
Qual è il personaggio della trilogia cui sei più affezionata e perché?
Il personaggio che più adoro è il buffo e simpatico Bartolomeo e ho potuto notare che è molto amato anche dalle lettrici! E’ simpatico, combina guai, buono, dolce, passionale, ma sa anche essere deciso, coraggioso (molto) e non si ferma davanti a nessuna difficoltà. Mi piace, è tutto quello che io vorrei essere, un’unione di caratteristiche invidiabili e senz’altro positive.
Progetti futuri?
Ho appena terminato di scrivere un urban fantasy che partirà presto alla ricerca di una casa editrice. Si tratta di un libro che ho elaborato lo scorso anno (nel maggio 2009, per dirla tutta), durante una visita al museo Egizio di Torino. Arrivata a casa ho steso la trama e quindi ho iniziato a scriverlo due-tre mesi dopo. L’ho intitolato “Il Guardiano delle Anime” e spero che possa incontrare lo stesso successo della saga di Lisa. E poi ho in mente un altro fantasy, sempre un urban. E inizierò a scriverlo presto. Grazie!
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