Intervista a Nina Mimica

Creato il 21 maggio 2011 da Temperamente

Di Azzurra Scattarella

Oggi pubblichiamo l’intervista a Nina Mimica, regista, scrittrice e molto, molto, molto altro, come leggerete.

Nina, si legge che sei italo-croata, proprio come la protagonista del tuo libro, Vivere fa solletico. In esso si incontrano miriadi di personaggi diversi, persino alieni, e sembrerebbe quasi che il libro possa esser scritto da un’apolide.

In teoria, sulla carta, sono due volte cittadina: italiana e croata. In pratica, questo mi fa essere due volte straniera. Anzi tre: per troppa familiarità con tutti e due i paesi, risulto “straniera” anche agli stranieri. Forse sono biologicamente apolide. Non male se pensi che in omaggio ti arriva anche un tir di libertà mentale. Però in compenso devo subire i tormentoni estivi in due lingue e farmi il carico dei pregiudizi di due nazioni. Solo nella scrittura la condizione apoditica è uno sballo senza prezzo da pagare: posso creare i mondi dove ogni vagabondo sulla Via lattea, ogni argonauta dell’animo, ogni evasore dalla ufficiale descrizione del mondo, inclusa me, possa sentirsi a casa.

Ho digitato la parola “Mimica” su Google per vedere com’è questo sconvolgente centro del mondo. Tutto ciò che ho trovato sono appartamenti in affitto per i mesi estivi. Perché hai scelto questa città per ambientare/ispirare il libro/la protagonista? E la mitica “Fiera del Pescatore” esiste davvero?

Buddha non dovrebbe essere in ogni luogo? Ok, nel paesino croato Mimica gioca un po’ a nascondino: gli appartamenti in affitto sono scadenti, niente spiritualità in aria, solo la polvere da Wild West del Est. Però certi scritti ermetici ritengono che proprio lì si trovi uno degli incroci energetici del pianeta. Conoscendo il villaggio, non fatico a crederci. È la capitale dell’ Assurdo. Per esempio, il paesino vive esclusivamente del turismo, ma tutte le feste divertenti si organizzano rigorosamente fuori stagione turistica. E che feste! Certe baldorie come la “Fiera del Pescatore” non le reggerebbe nemmeno Bukowski! L’intero paese (ben 50 abitanti) gareggia e guerreggia pescando per tutta la notte, all’alba si fa pace cucinando il pescato in piazzetta, tutti bevono, ballano e cantano per giorni, si dorme dove capita. E parliamo di gente che in media ha più di 70 anni! I mimizziani sono dei brasiliani mancati. Oppure è veramente “l’incrocio energetico” a rendere dionisiaca la faccenda…

Vivere fa solletico è solo un titolo azzeccato o una filosofia di vita?

E’ un biglietto per il volo Ego – Felicità, solo andata. È un cocktail di sensazione&comprensione. È‘ uno stato mentale. Un invito a smettere di lamentarsi: “Eh, il futuro non e’ piu’ quello d’una volta…”

Il meraviglioso pazzo o profeta Jesus Pepe è in realtà il vero capo di una setta religiosa apocalittica?

Per il personaggio di Jesus Pepe mi sono ispirata ad un attore spagnolo che durante le riprese di un film poliziesco mi raccontava a raffica le teorie di complotto. Mentre giravamo la scena di una rapina in banca, lui mi confidava che Adamo e Eva erano in realtà gli ingegneri genetici di una civiltà superiore che aveva migliorato il nostro DNA creandoci a loro immagine e somiglianza. Mi diceva tutto ciò con il passamontagna in testa, svaligiando la cassaforte durante le prove della scena. Era surreale. Claro, la mia fantasia ha ingranato la quinta…

Il tuo dio è ancora Kubrick, come fai dire a Lea nel libro?

Oggi insieme a Kubrick nella mia top ten divina si piazzano anche Tramonto con gli Amici e con un bicchiere di Sambuca sulla Spiaggia, John Fante, Fisica Quantica, Internet, Meditazione, Rischi Inutili, Panelli Solari, Empatia, Samba… anche se il Pantheon dove questi dei sbevazzano il nettare ha ancora le sembianze del Kodak Theatre.

E i tuoi sogni, anzi il tuo happy end ideale, finisce sul red carpet hollywoodiano o alla Fiera del Pescatore di Mimica?

Se lo sapessi non sarebbe più un happy end ideale ma una zaffata di noia ideale. I sogni si nutrono di mistero e pasteggiano a base di sorpresa, menu fisso.

Cosa ti va di dire del pasticciaccio all’italiana che si è fatto per il tuo film, Mathilde?

“Ho visto cose che voi umani…” ho visto la feccia sposarsi con il mito, il massacro dell’entusiasmo, ho visto un film morire prima della nascita… quello che ho visto nel mondo del cinema italiano farebbe diventare una belva anche un coniglietto di peluche.

Qualcuno ha parlato di Vivere fa il solletico come una sorta di libro-terapia dopo la delusione per come erano andate le cose.

Lo poteva esser stato al inizio della scrittura. Ma ho scoperto presto che il distillato naturale della realtà, quello che si sedimenta e rimane dopo ogni esperienza, è la risata. L’umorismo e l’autoironia sono diventati la terapia anche per il libro-terapia. La comicità è un punto di vista in movimento che ribalta le cose, mina le certezze, fa crescere i baffi alla Gioconda, fa vedere quello che e’ successo come una di mille possibilità. Ho iniziato a giocare con la realtà e con la fantasia. L’umorismo fonde alchimicamente due facce della medaglia. Nel senso, in Vivere fa solletico, quasi nulla è realmente accaduto ma è tutto assolutamente vero.

Ho trovato assolutamente geniale la frase che i Fantasmagorici pronunciano nel momento critico del libro agli essere umani: “Non possiamo esportare soluzioni. Non siamo esportatori né di democrazia né di pace. Se intervenissimo sulla Terra anche il nostro pianeta si troverebbe sulla lista nera.”

Nel romanzo i Fantasmagorici lo dicono a Rockefeller e ai Bush per ovvie ragioni, ma la cosa riguarda tutti i potenti del pianeta. Perché pare che ci sia un lato oscuro intrinseco in ogni cultura, un’avidità dalla quale non si torna indietro. Che brutta malattia l’avidità dei potenti! Fa diventare il sorriso rigido come un corpo morto, falso come una banconota da tre euro, fa vincere i premi Nobel per la pace con l’ovvio problema: dove trovare uno smoking per Stoccolma di taglia così capiente da contenere un ego smisurato?

Adesso di cosa ti occupi? Hai superato il post partum blues del tuo 1° film, come direbbe Totto?

Ora sono nel puro post partum rock. In questi giorni sono in pieno della promozione di Vivere fa solletico, della preparazione di due documentari, di una sceneggiatura nuova, ho iniziato a scrivere un nuovo romanzo, nel tempo libero mi occupo della costruzione di una casa eco-sostenibile con un budget insostenibile e della preparazione del primo rock album del mio gruppo, “Rischi inutili”. Qualche giorno fa ho trovato il tempo anche per dormire. Al cinema.

La tua sfavillante carriera evolverà verso un nuovo libro, un nuovo film o una nuova luna?

Una nuova luna? Ma si. Se in un primo momento l’idea non è assurda, allora non c’è nessuna speranza che si realizzi.


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