Diretto, appassionato e competente. Questo l’identikit di Rino Caciolo, vincitore del concorso “Olimpia-oro”, nel quale aveva indovinato ben 6 delle 8 medaglie d’oro vinte dall’Italia a Londra 2012. Questa l’intervista che ci ha rilasciato come premio per il meritato successo.
Come ti sei avvicinato ad Olimpiazzurra?
“Ricordo che qualche tempo fa proprio tu mi avevi consigliato di dare un’occhiata al sito ed ho immediatamente accettato. E’ sempre bello trovare dei “matti” che come me magari a un Gp di formula preferiscono di piu una finale di coppa del mondo di Fossa Olimpica“.
Come è nata la tua grande passione per gli sport olimpici?
“Barcellona 1992. Fino all’epoca come ogni bimbo o quasi seguivo solo il calcio e sognavo di diventare il nuovo Baresi; poi in quell’estate intravidi il meraviglioso e forse sconosciuto mondo degli sport Olimpici, in molti casi considerati ingiustamente minori, e me ne innamorai; sopratutto i ragazzi d’oro italiani di quella Olimpiadi resteranno miei miti per sempre: Ll ragazze d’oro del fioretto ( da li il mio amore spropositato per la scherma); Ferrazzi che oggi allena Molmenti; il Settebello che aveva in acqua tanti siciliani come me; Giovanni Lombardi che vince al fotofinish la corsa a punti ed il povero Fabio Casartelli che arriva braccia alzate davanti a un grande come Erik Dekker; ma anche i tris mancati dagli Abbagnale e Pollicino Maenza; il primo podio di Antonio Rossi con Dreossi; oppure il “Dream team” del basket; Scherbo che vince 6 ori nella ginnastica; Linford Cristhie, etc.“.
Che emozioni hai vissuto durante le Olimpiadi di Londra 2012? Ti sei divertito?
“Emozioni contrastanti; da un lato è chiaro che ogni medaglia azzurra era una bella soddisfazione; cosi come è chiaro che le prove di Bolt e di un Phelps umano, diciamo così, che pur restando il piu grande ha subito qualche sconfitta saranno cose che non si dimenticheranno; ma dall’altra parte ancora una volta c’è assai rabbia per come spesso le giurie hanno reso poco credibili alcuni risultati; sicuramente mi sono divertito, ma forse non è l’Olimpiade del cuore che ricordo come la migliore di sempre tra quelle cui ho assistito“.
Hai indovinato 6 vincitori nel concorso “Olimpia-oro”: ti fidavi di loro? E quali atleti invece ti hanno deluso maggiormente?
“Beh sì; Molmenti aveva gia vinto su quel percorso nella pre-olimpica e, come si vedeva nell’arco della stagione, stava praparando in modo perfetto l’appuntamento; il fioretto a squadre credo fosse uno degli ori in assoluto piu sicuri di tutta l’Olimpiade; i fiorettisti molti li davano d’argento dietro ai cinesi, ma con i primi 3 del reanking l’oro era probabile; Campriani nella 50 metri ormai era l’umo da battere piu che nella sua 10; Jessica Rossi era il fenomeno della specialità, mentre la Di Francisca, un po’ come Molmenti, mi convinse nel periodo pre-olimpico perchè non aveva ottenuto grandi risultati, il che significava, conoscendo il valore dell’atleta, che la preparazione era ok. La delusione piu forte sicuramente i fiorettisti nell’individuale, ma vedendo come sono andate le cose l’oro rubato al mio idolo Cammarelle mi fa andare su tutte le furie; inoltre, al di là di una Vos forse imbattibile, le ragazze del ciclismo: con un po’ di attenzione in più nel momento in cui la Vos e le altre 3 sono partite le cose sarebbero potute andare in modo diverso“.
Quale impresa azzurra a Londra ricordi con maggiore affetto?
“A livello Italiano credo che quel 10 di Frangilli sia qualcosa che va oltre il semplice contesto sportivo visto anche come si stavano mettendo le cose; io che ho una certa visione dello sport e degli atleti amo quei paciocconi italici dell’arco per cui il massimo della trasgressione magari è bere la grappa al bar dello sport dopo gli allenamenti e il massimo della mondanità è quella di andare al cinema a vedere magari “I Mercenari II” appena uscito. Hanno battuto gli Americani che somigliavano tanto ad attori stile NCIS o Dottor House; oppure le medaglia della Vezzali, sopratutto quel bronzo preso con la testa contro la Nam più che con le gambe che con le braccia; dimostrazione che per essere degni dell’appellativo di fuoriclasse serve qualcosa di più, cosa che a presunti fenomeni dello sport Italiano invece mancano (ogni riferimento alla Pellegrini è voluto); a livello internazionale, come ho sottolineato sopra credo che le vittorie di un Phelps normale per noi che lo abbiamo conosciuto come il cannibale, siano imprese forse ancor più importanti di quando era un marziano“.
Nella vita quotidiana pratichi qualche sport?
“Oggi no, prima come tanti il calcio; ogni tanto la palestra, ma insomma amo guardarlo lo sport piu che praticarlo: ahimè, come la maggior parte dei miei connazionali“.
Così ti aspetti dal quadriennio verso Rio 2016?
“ Mi auguro delle conferme dei campioni olimpici e medagliati in generale, ma sopratutto l’esplosione di alcuni giovani che possano segnare la svolta per lo sport italiano; qualcuno lo abbiamo gia visto a Londra come De Luca nel penthatlon, l’altotesino Kerschbaumer nella Mountain bike, lo stesso Mangiacapre nella boxe. Altri come la Trost che già si è fatta conoscere, oppure, da siciliano, spero nell’exploit anche tra i Senior della sorelle Lo Bue nel canottaggio. Facendo un altro tipo di discorso, mi auguro anche un cambio radicale nella dirigenza sportiva italiana, sopratutto in diverse Federazioni che han miseramente fallito, a cominciare dall’atletica. Ma auspico anche una rivoluzione nel Coni, perchè al di là delle 28 medaglie ed al contrario di quanto dicono i dirigenti del Coni , lo sport italiano è in crisi e solo il talenti di singoli ci fa restare nel gotha dello sport mondiale; io sogno sempre un Mario Monti al Coni, quindi un commissariamento, perchè francamente gli eredi di Petrucci sono poco credibili. Ovviamente la mia è un’utopia: credo che molto dei risultati che otterremo a Rio dipenderanno dalla gestioni politica dello sport in questi 4 anni“.
OA | Federico Militello