Intervista a Roberto Re

Creato il 11 dicembre 2014 da Soleeluna
  • Bentrovato Roberto, il nostro blog è sempre felice di ospitare autori come te, (io un po’ meno dopo aver letto il tuo romanzo, ma farò finta di niente e mi comporterò in maniera professionale!). Cosa vuoi raccontarci di te e di cosa è cambiato nell’ultimo anno?

E’ sempre un piacere rispondere alle tue domande, anche se vuoi provare a farmi sentire in colpa ma non ci riesci!!! Cosa è cambiato nell’ultimo anno? Sicuramente posso dire che l’uscita del “Killer delle fiabe” ha raggiunto una tale quantità di lettori che non lo avrei creduto possibile. Le reazioni sono state così positive da sorprendere anche me, pur essendo consapevole di aver fatto un discreto lavoro e di aver scelto una trama che avrebbe potuto riscuotere interesse. Ma da qui a prevedere tutto quello che è successo, non ci sarei mai arrivato.

  • “La stanza della morte” è il secondo volume di una trilogia thriller che vede come protagonista l’ispettore Morelli. Chi è costui? E quanto pensi ci sia in lui di te?

Morelli è stato la mia seduta di psicanalisi, involontaria ma così è. Mi assomiglia molto, forse anche troppo, pur avendone comunque enfatizzato alcuni tratti che servivano a renderlo un personaggio quasi fastidioso da sopportare. Come se avesse risucchiato le mie parti più spigolose per farle proprie. Nel corso della trilogia avrà una evoluzione, forse  impercettibile all’inizio ma sempre più evidente a mano a mano che la storia seguirà la sua evoluzione.

  • In questo secondo romanzo, come abbiamo detto nella recensione, affronti un argomento davvero delicato. Come ci sei riuscito? Come hai fatto a scrivere alcune parti senza sentire lo stomaco chiuso?

Alcune scene sono state davvero difficili da gestire, mi rendevo conto dell’impatto che potevano avere sul lettore già mentre le scrivevo. Senza addentrarmi nella spiegazione delle fonti che ho visionato per prendere informazioni (come ho spiegato anche nelle note finali, portare i lettori a sviluppare la propria curiosità su certi argomenti non è mio interesse), c’è molta gente che crede nell’occulto e molta che segue e venera forze oscure, chiamatele con i nomi che conoscete o che preferite ma di quello sempre si tratta. E la loro convinzione è talmente forte che nulla li schioda dalle loro idee e dai loro pensieri. Le notizie di cronaca nera ci hanno portato, nel corso degli anni, molte notizie relative a sette sataniche, così come a sparizioni di bambini. Sono argomenti difficili da trattare e possono essere scomodi da leggere, ma voltarsi dall’altra parte facendo finta che non esistano non è il migliore degli atteggiamenti che si possa avere.

  • Sono sincera. Le tue parole mi hanno spesso inquietata e non so proprio cosa potermi aspettare dall’ultimo volume della trilogia, puoi svelarci qualche piccola anticipazione?

Non ci penso proprio, vi lascio con il fiato sospeso fino alla sua uscita… Posso solamente dirvi che, con “Le ombre del passato”, il ciclo vedrà la sua fine. Avevo detto che sarebbe stata una trilogia e così sarà.

  • “Il killer delle fiabe” verrà tradotto all’estero. Raccontaci cos’ha significato per te quest’esperienza e cosa ti aspetti dalle vendite estere.

A costo di apparire arrogante, ho sempre pensato che questa serie fosse più adatta al mercato americano rispetto al nostro. Il thriller in America ha molta considerazione e molta attenzione, basta far caso alle serie televisive che trattano questo genere, tanto per dire. America e Inghilterra saranno i primi test esteri per il killer, poi arriverà anche il turno di Francia e Spagna. Non posso negare di essere elettrizzato, perché questo significa poter raggiungere un numero di possibili lettori esponenzialmente maggiore, cercare di farmi conoscere anche fuori confine e vedere come quei mercati reagiranno a questo ciclo. Marzo sarà un mese nel quale la pressione inizierà a salire…

  • I tuoi romanzi sono tutti usciti con la GDS edizioni. Perché hai scelto questa casa editrice? Cosa la differenzia dalle altre e quale la sua politica editoriale?

Se devo essere sincero, posso dire che è stata la GDS a scegliere me. Dopo avermi contattato per riproporre “La Valle dei Dimenticati” (che era uscito per qualche mese con una editrice della quale preferisco non parlare…) mi chiesero se avessi qualche altro progetto in corso. Così spiegai quello che stavo creando e ne furono entusiasti, chiedendomi di mandare un piano di lavoro perché volevano vedere quanto fosse possibile proporla. Ed ecco come è nato il ciclo del *killer delle fiabe*. Lavorare con una editrice che ti lascia campo libero, non ti mette fretta nelle consegne, segue passo passo le fasi di lavorazione e si fa sempre sentire presente allontana qualsiasi fonte di stress, perché sai che sono lì che ti aspettano senza alitarti sul collo. Per questo che con loro mi trovo bene e altrettanto bene si riesce a lavorare.

  • Quali sono le reazioni che ti aspetti dai lettori?

Dato il cambiamento di rotta rispetto al primo romanzo, credo di potermi aspettare un minimo di spiazzamento davanti all’evoluzione che sta prendendo la storia. Non so quanti si aspettavano di entrare nel paranormale e nell’occultismo, ma quella era la strada che avevo già in mente mentre abbozzavo la storia per cui sono rimasto fedele alla mia idea. Ho già visto che qualcuno non l’ha presa bene e altri ne sono stati entusiasti, ma non si può accontentare sempre tutti. Chi mi conosce dai precedenti romanzi sa che le evoluzioni delle mie storie sono abbastanza diverse da quello che ci si potrebbe aspettare, e sorprendere il lettore è uno degli aspetti più divertenti di questo mestiere

  • Sei in debito con me di qualche ora di sonno, come pensi di rimediare? E se questo accadesse con ogni tuo lettore?

Meglio perdere qualche ora di sonno per leggere un buon libro, che per qualcosa di spiacevole. Sfido chiunque a non essere d’accordo con me J Vorrà dire che ti porterò a mangiare in un bel posto appena verrai da queste parti, accompagnato da una buona bottiglia di vino.

  • Io ti seguo dal primo romanzo che hai pubblicato. Sei passato dal fantasy al thriller, pensi che sia quest’ultimo il genere più nelle tue corde o hai intenzione di stupirci, tornando a raccontarci una storia fantastica?

Ho pensato spesso, a questo. E credo di non avere intenzioni di fare passi indietro verso il fantasy. Capiamoci, specialmente con “La Valle dei Dimenticati” sono arrivate tante di quelle gratificazioni che, ogni tanto, la voglia di riprendere in mano quella storia bussa alla porta. Ma come ho detto sempre, sarebbe come sminuire quel finale andando a riprenderla. Per farlo ci vorrebbe qualcosa di talmente potente da farmi dire “Sì, ne vale la pena”. Ma poi mi rendo conto che qualcosa di simile non lo trovo, e tornare in quel mondo solamente per soddisfare il mio ego non mi interessa. Quello che dovevo dire l’ho detto, e penso che la storia dei Dimenticati possa andare bene così. Con il thriller ho trovato un terreno ideale dove costruire storie del genere che ho sempre apprezzato leggere. Anche in questo caso ho seguito la mia vecchia regola, cioè “scrivi quello che ti piacerebbe leggere”

  • Hai qualche aneddoto particolare che riguarda la scrittura di questa trilogia, che vuoi raccontarci?

Oltre al fatto che è ambientata nel paese dove vivo, che la maggior parte dei posti descritti sono reali (a parte quelli che segnalo nelle varie note, in modo che il lettore non perda tempo a cercarli)…beh, sappiate che quella cantina esiste davvero. Così come sono accaduti davvero buona parte degli eventi senza spiegazione che compaiono ne “La stanza della morte”…

  • Quando uscirà l’ultimo volume?

“Le ombre del passato” è già entrato in fase di editing. Come sempre vogliamo proporre un prodotto il più curato possibile: questo non significa che me la prenderò comoda, ma se i tempi coincidono con quelli che ho in mente, non è escluso che si possa uscire in tempo per l’estate.

  • Siamo arrivati alla fine dell’intervista, c’è altro che vorresti dirci?

Nell’ultimo libro, aspettatevi di tutto………….

Grazie per esserti raccontato ancora una volta ai nostri lettori e aspettami a Lanzo perché mi devi una bottiglia di buon vino, davanti al camino!

Quando vuoi, lo sai che ti aspetto sempre con piacere!


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