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Intervista a Silvia Vianello: idee e futuro

Da B2corporate @b2corporate
Intervista a Silvia Vianello, Docente di Marketing SDA Bocconi, Founder di Reinventami, Conduttore SmartValley ed Eventi Digital. Dalla chiacchierata  con Silvia Vianello, professionista multitasking, emergono diversi temi interessanti che toccano il nuovo programma SmartValley, in onda ogni martedì sera alle 22.30 su La3, 143 Sky, 134 Digitale Terrestre, il mondo delle startup senza dimenticare le pmi, le possibili soluzioni anticrisi,  l'evoluzione tecnolgica e il suo impatto nelle strategie retail, la shopping experience e logiche di marketing integrato con l'obiettivo di costruire valore per i clienti.

Intervista a Silvia Vianello: idee e futuro
1) Ciao Silvia, finite le vacanze ed eccoti con un nuovo programma: SmartValley. Di cosa si tratta?

Smart Valley vuole raccontare le storie di chi vuole cambiare il futuro con le idee,  come vero antidoto alla crisi in Italia. Ci siamo ispirati alle conferenze TED americane, dove ognuno ha a disposizione un tot di tempo per presentare innovazioni in campo della ricerca, della tecnologie, dell'ecologia etc.Così anche da noi potranno esserci esperti, giornalisti, startupper, aziende che guardano al futuro, che hanno capito che bisogna rinnovarsi per andare oltre. Insomma: la Silicon Valley ce l'abbiamo anche noi, basta valorizzarla. "Smart Valley" presenta infatti nuovi modi di fare business, di combattere la crisi con nuove figure professionali, e di fare il punto su come tecnologie e web stanno cambiando la nostra quotidianità. Va in onda ogni martedì sera alle 22.30 su La3, 143 Sky, 134 Digitale Terrestre. 
Intervista a Silvia Vianello: idee e futuro
2) Quale idea ti sei fatta delle startup italiane? Questo alveare in fermento e laborioso può rappresentare un canale di scivolo per far ripartire l’economia e la creatività che ha sempre contraddistinto il made in Italy?
Ho incontrato negli ultimi anni un numero impressionante di startup, quello che ho notato è che poche realmente si sono trasformate in vere e proprie imprese nel corso tempo, in quanto il nostro Paese non facilita certe dinamiche. Ad esempio stamattina leggevo alcuni numeri in questo articolo: “L’Europa ha investito nel 2012 €36.5 miliardi in capitale di rischio (-19% rispetto all’anno prima) finanziando circa 5.000 aziende. E salta subito all’occhio il ritardo Italiano in questo campo, considerando che investiamo meno di un terzo rispetto alla media europea (0,07% del PIL rispetto al 2,6%). Ma colpisce ancora di più che la percentuale per il solo settore del venture capital è dello 0,004% del PIL in Italia contro lo 0,02% medio in Europa. Dopo di noi solo Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Grecia e Ucraina. C’è un macroscopico gap da colmare: è la cruda realtà dei numeri.” (fonte: Chefuturo).
Questo per dire che per fare in modo che effettivamente le startup possano rappresentare una modalità per far ripartire l’economia, aumentare il PIL, creare posti di lavoro e così via, è necessario che vengano studiate delle iniziative in grado di supportarle efficacemente.
Culturalmente siamo abituati un po’ ad arrangiarsi in un modo o nell’altro, ma ora non basta più.
E’ necessario identificare un piano di sviluppo del Paese che tenga in considerazione delle manovre in grado di facilitare il successo delle startup, ma anche ricordiamoci il salvataggio di molte PMI che stanno chiudendo a seguito della crisi che persiste nel nostro paese a differenza degli altri paesi del G7. Infatti, L'Ocse sostiene che il Pil italiano chiuderà l'anno 2013 con una contrazione dell'1,8%. E' l'UNICO dato tra i paesi del G7 ad essere NEGATIVO. La Francia registrerà una crescita seppur limitata dello 0,3% (+1,4% nel terzo trimestre, +1,6% nel quarto), la Germania dello 0,7% (+2,3% e +2,4%), la Gran Bretagna dell'1,5% (+3,7% e +3,2%), gli Usa dell'1,7% (+2,5% e +2,7%). E la Cina viaggia su un + 7%.
In altre parole se si investisse solo sulle startup per creare posti di lavoro contemporaneamente persi dalle PMI che chiudono, diventerebbe comunque un circolo vizioso, creando instabilità economica. La cura vera sarebbe quella di far ripartire l’economia nel suo insieme, tutelando con manovre aggiuntive le imprese già esistenti ed i relativi posti di lavoro, facilitando ad esempio l’esportazione dei loro prodotti nei Paesi in via di sviluppo, e contestualmente con misure aggiuntive permettere alle idee di essere valorizzate e sviluppate nel nostro Paese e diventare impresa. Aggiungendo in questo modo posti di lavoro e non sostituendoli da quelli persi dalle imprese che chiudono. Mi spiego meglio.
In questo momento non accade né l’uno né l’altro. Non vi è un adeguato supporto alle startup e nemmeno alle PMI. L’effetto è che in Italia per i giovani la situazione è sempre più nera. Un milione di posti di lavori in meno per gli under 35 in tre anni. È questo infatti l'allarme che emerge dai dati Istat secondo cui in questa fascia di età dal 2010 al 2013 il numero degli occupati è passato da 6,3 milioni a 5,3 milioni. Questi numeri parlano da soli.
Che fare quindi? Investire sull’innovazione continua come scelta vincente per le aziende che vogliono distinguersi nel mercato. Ne parliamo insieme nelle prossime domande.
Intervista a Silvia Vianello: idee e futuro
3) La tecnologia continua a evolversi rapidamente mutando  il modus operandi e i business model delle aziende. Ad esempio nel mondo retail possono supportare le attività di vendita  e nel pianificare al meglio le strategie di marketing. Quali opportunità e quali scenari?
Sono diverse le opportunità che la tecnologia ci offre per migliorare l’esperienza d’acquisto sia all’interno dei negozi (anche chiamata shopping experience), sia online, creando fatturato per le aziende che offrono questi servizi e delineando un profilo sempre più chiaro sia dei negozi del futuro che delle potenzialità di vendita multicanale. Le aziende sono sempre più consapevoli che è importante non tenere più separate le attività online da quelle offline, ma vanno unite in un continuum con iniziative di marketing integrato, in grado di aiutare le aziende e supportare le vendite nelle modalità preferite dai loro clienti attuali e potenziali.
Le opportunità sono molto vaste se si considerano i cambiamenti in atto, ad esempio come sta cambiando la comunicazione cartacea da passiva ad attiva, come stanno evolvendo i dispositivi mobile, come le tecnologie applicate in altri settori possono essere declinate online e offline nel nostro particolare settore, e così via.
L’idea di fondo è semplice, la tecnologia ci aiuta a servire il cliente ed interagire con lui, se, come e quando preferisce. In questo corso infatti distinguo tra iniziative che possono essere sviluppate dalle aziende sia lontano dal negozio, per attirare traffico nel punto vendita e/o nel negozio virtuale; sia dentro il negozio per migliorare l’esperienza d’acquisto; sia fuori dal negozio con delle iniziative specifiche che si avvalgono di tecnologie nelle vetrine (quali ad esempio i sensori biometrici per monitorare fuori dal negozio il comportamento come se fossi online, cosa che già facciamo con le analytics). E’ importante sottolineare che ci sono tecnologie visibili ad altre invisibili. Cosa intendo? Che le tecnologie invisibili servono ai punti vendita per comprendere il comportamento degli individui e sulla base di questo ad esempio modificare la presentazione della propria offerta commerciale. Quelle visibili invece vengono utilizzate come servizio al cliente per migliorare la fidelizzazione del cliente.
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4)  Quindi, le nuove tecnologie unite con le strategie di digital marketing possono rappresentare un mix vincente per incrementare la redditività e migliorare il processo di fidelizzazione del cliente?
Si. Quando si tratta di vendere qualcosa, non abbiamo scorciatoie. È necessario costruire valore per i nostri clienti e andare a limare quelli che sono i “distruttori di valore” nella loro esperienza d’acquisto, ovvero quelle situazioni che rendono il cliente insoddisfatto dell’interazione con noi.
In alcuni punti vendita ad esempio è possibile reperire le informazioni riguardanti un prodotto con  diversi dispositivi chiamati Totem o Kiosk presenti all’interno dei punti vendita. In questo modo, viene potenziata quella che viene chiamata la shopping experience.
Quante volte ad esempio avete abbandonato un negozio solo perché non c’era un addetto alle vendite pronto ad aiutarvi? In base alle informazioni contenute in questi dispositivi è possibile sapere dove sono localizzati all’interno del punto vendita i prodotti che cerchiamo, quali i colori disponibili, quali i nuovi arrivi, quali le particolarità che desideriamo. Ma le nuove tecnologie non si limitano a questo. Studiano il cliente fino a fornirgli pubblicità digitali personalizzate, iniziative ad hoc sulla base dei precedenti acquisti (ad esempio ti suggerisco una cravatta che si abbina alla camicia che hai comprato la volta precedente in cui sei stato qui e così via), per fargli scoprire come identificare se un capo è contraffatto o meno e molto molto altro ancora. RFID, NFC, Augumented Reality, Sensori Biometrici, EyeTracking e molte altre soluzioni tecnologiche stanno aprendo opportunità davvero importanti per quelle aziende che saranno in grado di coglierle. Ne parleremo qui http://www.sdabocconi.it/en/executive-education/new-technologies-retail
5) Ci segnali un evento digital da non perdere questo autunno?
Il 2 e 3 Ottobre ci sarà a Milano un megaevento gratuito relativo al digital, gli Internet Days. Si tratta di una due giorni in cui si alterneranno grandi future del panorama digital sia internazionale che nazionali con incontri di formazione, workshop, sessioni plenarie e sessioni di networking su alcuni degli argomenti legati alla rete più “caldi” del momento: Web Marketing, Digital Tools, Digital PR, Social Media Marketing, Web & APP Dev, Smart Device, Mobile. Un evento che vede coinvolte grandi aziende, PMI, startup, ma anche poli tecnologici e università con un unico vero e grande obiettivo: fare squadra per rilanciare l’economia con l’innovazione continua, muovendo le aziende italiane a cogliere le opportunità offerte dalla rete. Nelle prime 12 ore di apertura delle iscrizioni ci sono già 2000 manager iscritti, gli organizzatori puntano dritti verso i 10.000. L’agenda della due giorni è disponibile al seguente link: http://www.internetdays.it/ita/2013/conferenze/

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