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Intervista a Silvio Donà autore di PINNOCCHIO 2112

Creato il 29 settembre 2010 da Tuttosuilibri @irenepecikar
Pinocchio 2112  Intervista a Silvio Donà  autore di PINNOCCHIO 2112 Autore: Silvio DonàEditore: Leone EditorePagine: 176, BrossuraPrima edizione: 2009ISBN: 978-88-6393-019-1La tramaUn’umanità imbarbarita, immemore della propria storia, vive confinata nel sottosuolo dove  ha creato una società in cui vige la legge del più forte. Cosa è successo sulla superficie della Terra? Tra i pericolosi vicoli di un mondo che non gode della luce del sole si muove  un "cercatore" a caccia di una merce molto particolare: i libri, unici testimoni di un passato felice e perduto.
Il suo strano mestiere lo porterà a confrontarsi col più pericoloso capo banda della sua città, ma soprattutto a trovare qualcosa di ancor più prezioso dei rari volumi che cerca: l’affetto di un bambino, l’amore di una donna e una sorprendente, devastante Verità.
"Io procuro gli oggetti più assurdi che si possano desiderare in un mondo in cui il vizio è regola e l’eccesso non è punito, in cui chi ha la forza può tutto e chi è debole non ha che se stesso da vendere. E se non vale molto agli occhi di nessuno, allora può solo fuggire e subire. O scegliere di smettere di soffrire. E morire...  Io procuro il passato."
 L'intervista Ciao Silvio, benvenuto nel mio blog e grazie per la tuadisponibilità.
Grazie di cuore a te per l’intervista. Per unesordiente è molto importante avere occasioni di farsi conoscere e dipresentarsi ai lettori.
SilvioDonà, un vampiro che la notte si nutre di parole, così ti definisci nel tuosito. Cosa rappresentano le parole e la scrittura per te?
Scrivere è una passione che viene da lontano. Ho cominciatoprestissimo a inventare storie. Da bambino passavo ore e ore a giocare da solocon eserciti di soldatini immaginando complesse avventure. E quando giocavo congli amici ero io quello che decideva la storia, i principali sviluppi, i colpidi scena. “Facciamo che eravamo…”; “…e poi succedeva che…”; “… allorascappavamo e…”.Gli altri si fidavano, mi lasciavano l’iniziativa perché lestorie che imbastivo, mescolando trame di film, spunti di romanzi e voli dellafantasia, erano divertenti. I primi abbozzi di racconti messi su carta risalgono ai 12 o 13anni. I primi racconti che potevano chiamarsi tali posso farli risalire agliultimi anni delle superiori. I primi riscontri in concorsi e premi letterari sonoarrivati negli anni dell’Università.Un lento e paziente processo attraverso cui ho messo insieme lamia “cassetta degli attrezzi”. Un percorso con non pochi errori,fraintendimenti, ripensamenti, fino a raggiungere un livello di scritturaaccettabile, capace di darmi delle soddisfazioni.Le parole, mi chiedevi. Le parole sono i “mattoncini Lego” di cuiè pieno il mio cervello. Il fatto è che, in un certo senso, io scrivo in continuazionedentro la testa. Fantastico, immagino, invento. Una incontrollabile “deformazioneprofessionale”.Che come scrittore, però, mi torna utile.Scrivo principalmente di notte non solo e non tanto perromantiche questioni di “atmosfera” o perché soffro di insonnia, ma piuttostoper necessità. Di notte la famiglia dorme e io non ho la sensazione di“rubargli” del tempo.
Intervista a Silvio Donà  autore di PINNOCCHIO 2112E digiorno, chi è Silvio?
Di giorno Silvio è il marito di Imma e il papà di Francesco (13anni) e Andrea (9 anni) e il collega di Mimmo, Monica, Manuela, Marina, Paola etanti altri nell’ufficio legale di una pachidermica banca.Di giorno Silvio fa i conti col suo stipendio per arrivare allafine del mese senza troppi affanni e guida una Punto nera vecchio modello lungole strade trafficate di Bari per accompagnare i ragazzi in piscina o agliscout.Di giorno Silvio ha spesso la testa tra le nuvole e chi loconosce poco può pensare che sia un po’ stranito e tanto distratto. Invecespesso, di giorno, Silvio rigira nella testa le storie che proverà a mettere sucarta la notte (se il sonno lo consente).
Unoscrittore in potenza e un avvocato in atto, fino a poco tempo fa… Ma ora tisenti più scrittore o avvocato?
No no, niente avvocato, ho una laurea in legge ma non ho maifatto gli esami per l’abilitazione alla libera professione. In realtà Giurisprudenzaè stato un errore di percorso. Volevo fare Lettere, ma poi mi sono fattospaventare dalle “sirene” che pronosticavano un futuro di probabile disoccupazionee ho ripiegato sugli studi giuridici.D’altronde non mi sento nemmeno scrittore, non nel senso di “unprofessionista della scrittura che vive del suo scrivere”. Del resto quelli chein Italia riescono a vivere vendendo i propri libri sono davvero pochi e molti anchetra gli scrittori considerati “affermati” devono affiancare altre attività allascrittura per riuscire a “campare”.Se per scrittore intendiamo, invece, una persona che adorascrivere e che nello scrivere mette le sue energie migliori allora ero uno scrittoreanche prima di pubblicare.
Il tuolibro si intitola “ Pinocchio 2112”perché la scelta di questo titolo?
A essere sincero non l’ho scelto io. In origine il romanzo avevaun altro titolo (del quale, peraltro, neppure io ero molto convinto). Una dellecose che ho scoperto firmando il mio primo contratto editoriale è che l’autorerinuncia a ogni diritto circa la scelta del titolo e la copertina del libro.Questo perché la casa editrice sa che sono i due biglietti da visita di un romanzoe che possono essere molto importanti per la sua riuscita “commerciale”, percui vuole, logicamente, poter decidere in autonomia.In realtà poi sono riuscito a metterci un po’ del mio in entrambele scelte. Nel senso che la copertina è quella che mi piaceva di più e che hofortemente caldeggiato tra quelle ipotizzate dalla casa editrice. E se l’editoreha voluto fortemente il richiamo a Pinocchio nel titolo, è stata poi mia lascelta della data 2112 (che è nient’altro che l’anno in cui si svolge la storia).Mi piaceva il fatto che fosse palindroma e che ricordasse in qualche modo ladata del 2012 di cui tanto si chiacchiera (a sproposito) in questo periodo.Il richiamo a Pinocchio dipende dal fatto che sia il protagonistasia il suo antagonista, Scipione Reda, hanno imparato a leggere da bambini suuna copia di quel libro e la data suggerisce che la storia è ambientata nelfuturo. Ecco spiegato il titolo.Intervista a Silvio Donà  autore di PINNOCCHIO 2112
Il tuoè un romanzo di fantascienza e il protagonista è un “cercatore”. Ce ne parli unpo’?
Io non sono prettamente uno scrittore di fantascienza. “Pinocchio2112”, infatti, non gioca su “effetti speciali” o invenzioni strabilianti, masi regge piuttosto su una storia solida, un personaggio credibile (un“antieroe” molto umano) e un ritmo sostenuto.L’ambientazione fantascientifica è un “abito” di cui ho rivestitoil romanzo.Quando ho cominciato a scriverlo (la prima stesura risale al2006) l’ho considerato un po’ una sfida con me stesso. Mi sono chiesto,infatti, se sarei stato capace di scrivere una storia di quelle piene di colpidi scena, capaci di tenere legato il lettore dall’inizio alla fine.Spero di esserci riuscito. Chi lo ha letto, finora, me ne ha datoatto.L’idea di partenza è che nell’anno 2112 l’umanità, per ragioniche gli uomini stanno ormai dimenticando, si sia ridotta a vivere nelsottosuolo del pianeta. Un mondo imbarbarito in cui ogni organizzazione statale,ogni struttura democratica è ormai scomparsa e il controllo è nelle mani dipotenti bande criminali. Scarseggia il cibo, ma abbondano droghe sintetichedagli effetti devastanti e molti sono ridotti a vivere in condizionianimalesche, al punto da essere definiti spregiativamente “uomini-topo”.In questo universo buio e asfittico il protagonista, Angelo, hascelto il più assurdo e incongruo dei lavori: è un cercatore di libri. Fruga ilsottosuolo alla ricerca degli ultimi volumi scampati alla distruzione eall’incuria e, dopo averli letti, li vende alle poche persone che ancora sannoleggere e ne comprendono l’importanza.I libri sono, quindi, nel mio romanzo, l’ultima traccia delpassato e, proprio per questo, l’ultima speranza di un nuovo futuro.Nel corso di una delle sue scorribande Angelo incontra e prendecon sé un piccolo orfano. Dal quel momento la sua vita cambia radicalmente,stravolta dal nascere di un profondo e inaspettato sentimento di paternità. Perla prima volta Angelo avverte forte e pressante la “responsabilità” di un altroessere umano.Il suo strano lavoro lo porterà a incrociare la strada diScipione Reda, il capo della più potente organizzazione criminale della cittàsotterranea. Grazie a lui Angelo scoprirà una nuova, devastante verità. Niente, infatti, è davvero come appare.
Qual èil genere letterario a cui ti senti più legato e perché?
In verità non mi sento legato a un “genere” in particolare, ma mipiace invece sperimentare, mettermi alla prova, scrivere storie diversissimetra loro.Così negli anni, accanto a romanzi “tradizionali”, ho provato ascrivere un giallo, un romanzo horror, un romanzo ironico-grottesco e, appunto,anche un romanzo fantascientifico. E’ stato un caso che proprio quest’ultimoabbia avuto la fortuna di interessare un editore.
Staigià scrivendo qualcosa di nuovo? Ci puoi accennare?
Con tanti anni di lavoro e di scrittura alle spalle ho diversilavori già pronti nella memoria del mio computer, alcuni dei quali hanno avutoanche dei riconoscimenti in concorsi e premi letterari. Perciò dopo lapubblicazione di “Pinocchio.2112” ho lavorato più alla sistemazione di un paiodi “vecchi” romanzi che alla stesura di un nuovo libro, per proporli al mio editore. Spero che in tempi ragionevoli aquesto primo romanzo ne possa seguire un altro, ma oggi non sono ancora ingrado di dire di quale genere sarà. Ci sono diverse cose al vaglio dei redattoridella Leone Editore. Vedremo.
Io tisaluto e ti ringrazio. Vuoi aggiungere qualcosa?
Voglio ringraziarti di nuovo per l’attenzione che mi hai concessoe vorrei invitare i lettori a tenere gli occhi aperti e guardarsi intorno,senza farsi condizionare troppo dalla pubblicità e dalla promozione dellegrandi case editrici.E’ vero che ci sono piccoli editori che pubblicano anche la listadella spesa se l’autore versa un congruo contributo, ma in mezzo a essi che nesono altri molto seri, che fanno un lavoro di tutto rispetto e che propongononuovi autori talvolta di ottimo talento.Il più delle volte, infatti, le grandi case editrici “pescano” iloro nuovi autori proprio da qualche piccolo editore che ha avuto l’occhioattento e la lungimiranza di dare spazio a qualche “buona penna”.Felice lettura a tutti!
Per approfondire la conoscenza di Silvio Donà e del suo romanzo "Pinocchio 2112"  clikka QUI

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COMMENTI (4)

Da Enzo
Inviato il 23 febbraio a 15:58
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Piaciuto anche a me.

Da leggomolto
Inviato il 26 gennaio a 12:04
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A mio modestissimo parere Pinocchio 2112 è il miglior romanzo italiano di fantascienza uscito negli ultimi tempi. Da leggere.

Da Paolo
Inviato il 10 novembre a 15:45
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Che bello questo romanzo che scorre via e ti cattura dall'inizio alla fine. L'ho comprato perché me lo sono trovato tra le mani alla Feltrinelli e mi sono ricordato di avere letto questa intervista e ho fatto decisamente bene! Grazie a Irene per la segnalazione.

Paolo

Da quipercaso
Inviato il 01 ottobre a 16:34
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Letto di recente. Proprio un bel romanzo.