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Intervista a Sofia Domino sull’associazione “Un ponte per Anne Frank”

Creato il 30 ottobre 2014 da Evelynstorm

Di nuovo in pista per il sociale. Intervisto con piacere Sofia Domino sull’associazione “Un ponte per Anne Frank”. 10582225_1495260360751498_659705952_n
1) Chi sei nella vita?
Ho 27 anni e vivo in provincia di Livorno, in Toscana. Adoro viaggiare, vivere nuove esperienze, trascorrere il tempo con la mia famiglia e i miei animali. La mia più grande passione è la scrittura, e anche se durante l’adolescenza rinunciai a questa mia passione, credendo di averne trovata un’altra, adesso non potrei vivere senza scrivere. (Al momento ho pubblicato due libri “Quando dal cielo cadevano le stelle”, tramite Lulu, e “Come lacrime nella pioggia”; quest’ultimo è leggibile gratuitamente).

2) Come ti sei avvicinata al sociale?
Sin da bambina sono sempre stata molto interessata alla Shoah, tanto da leggere numerosi libri su questo tema, guardare film e documentari. Non riuscivo a capire perché tutte quelle persone innocenti fossero state uccise, e naturalmente non ho ancora trovato una risposta. Mi sono subito “innamorata” del Diario di Anne Frank, dei suoi messaggi, della forza di Anne, e al tempo stesso della sua fragilità e bontà. Scrivere è la mia più grande passione, e sicuramente il fatto che anche Anne Frank adorava scrivere mi ha avvicinata ancora di più al suo diario.
Il 27 gennaio 2014 ho appunto pubblicato un romanzo sulla Shoah, dal titolo “Quando dal cielo cadevano le stelle” (http://www.lulu.com/shop/sofia-domino/quando-dal-cielo-cadevano-le-stelle/ebook/product-21416037.html ). Il libro racconta la storia di Lia, ragazzina romana, con l’unica colpa di essere ebrea durante la Seconda Guerra Mondiale, il fascismo e il nazismo. Mostro il rastrellamento nel ghetto ebraico di Roma, avvenuto il 16 ottobre 1943, e poi la deportazione ad Auschwitz. Nonostante tutto, i protagonisti sono i sogni di Lia, che non vogliono morire, perché lei crede che la vita sia meravigliosa, e aspetta il giorno in cui le stelle non cadranno più dal cielo per essere cucite sugli abiti degli ebrei o sulle casacche a strisce dei deportati nei campi di concentramento.
Mi sento molto vicina a “Quando dal cielo cadevano le stelle” e al tema trattato, e ho capito che volevo fare di più. Ecco che ho deciso di lanciare il sito/progetto UN PONTE per ANNE FRANK, per non dimenticare la Shoah e per cercare, in questo modo, di migliorare il nostro mondo.
Ho da subito ricevuto un grandissimo supporto e ne sono davvero contenta e grata, così come sono onorata di dire che sono in stretto contatto con Buddy Elias (cugino di Anne Frank e ultimo membro della sua famiglia ancora in vita) che supporta pienamente quello che sto facendo e i miei ideali.

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3) Parlaci della tua associazione.
Molto volentieri! Come ho accennato prima, UN PONTE per ANNE FRANK è stato lanciato come progetto, ma il 16 ottobre 2014 è diventato un’associazione, perché voglio essere ancora più d’impatto. Tramite la mia associazione, e attraverso i messaggi di Anne Frank, promuovo la pace e il rispetto verso il prossimo, incoraggiando a cancellare la discriminazione, la violenza, il razzismo e le ingiustizie. Inoltre, grazie a iniziative e progetti aperti a tutti, m’impegno a non far dimenticare la Shoah.
Collaboro con realtà e fondazioni nazionali e internazionali – per essere sempre aggiornata e per creare qualcosa di ancora più grande -, e voglio partecipare e organizzare eventi live dedicati alla Shoah e all’importanza di non dimenticare. Inoltre, voglio presenziare nelle scuole italiane con la mia associazione e invitare gli studenti ad avvicinarsi alla Shoah, e alla storia di Anne Frank, per analizzare in questo modo le conseguenze della discriminazione, dei pregiudizi e dell’indifferenza. Tutto questo, sfortunatamente, infatti trasmette un messaggio attuale. Basta pensare a quante ingiustizie ci sono ogni giorno, alle guerre che ancora uccidono così tanti innocenti, a quante persone sono regolarmente vittime di discriminazione… attraverso UN PONTE per ANNE FRANK voglio dire basta a tutto questo. Ma non solo!
Incoraggio anche le persone, a partire dai più giovani, a prendere in mano le redini della loro vita e a vivere una vita che merita di essere vissuta. Siamo l’ultima generazione a poter essere in contatto con dei sopravvissuti alla Shoah, poi spetterà a noi tramandare le loro testimonianze, così che tali atrocità non si ripetano più, e così che l’uomo possa imparare dai propri errori. Spesso le testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah non parlano solo di dolore e sofferenze, ma parlano anche della speranza e invogliano chiunque a farne qualcosa della loro vita, a fare qualcosa di buono. E penso che tutto questo sia a dir poco meraviglioso e possa ispirare ognuno di noi.
Credo anche che ogni bambino abbia il diritto all’istruzione e al cibo. Alla vita. Ecco perché attraverso la mia associazione sostengo anche progetti dedicati ai bambini poveri, spesso vittime di discriminazioni, che vivono in Paesi in via di sviluppo.

4) Scrivimi i link dove possiamo saperne di più.
Sito ufficiale: http://www.unponteperannefrank.weebly.com
Pagina Facebook: http://www.facebook.com/unponteperannefrank

5) Qual è il tuo desiderio più grande legato all’associazione?
Che domanda bellissima… ho così tanti desideri legati a UN PONTE per ANNE FRANK. Sono una persona ricca di idee, e voglio organizzare numerosi eventi dedicati alla Shoah, all’importanza di non dimenticare e alla pace, voglio organizzare numerosi incontri nelle scuole, giornate indimenticabili, aiutare più che posso chi ha bisogno di aiuto e… credo che tutti questi miei desideri possano essere racchiusi in questo modo: il mio più grande desiderio legato a UN PONTE per ANNE FRANK è quello di riuscire, tramite eventi, iniziative, e progetti, a rendere il mondo un posto più unito, a far avvicinare persone da tutto il mondo, di diverse religioni, nazionalità, colori di pelle, senza che tutto questo possa far paura, mai, neanche per un istante. Il mio più grande desiderio è vedere i miei ideali (un mondo di pace, pieno di rispetto e privo di discriminazioni e di guerre) divenire realtà e sapere, inoltre, di aver fatto qualcosa per continuare a parlare della Shoah e per realizzare le ultime richieste dei prigionieri morti dietro il filo spinato dei lager nazisti: “Non dimenticate. Non dimenticare”.

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6) Un messaggio ai lettori.
Innanzitutto, grazie per aver letto le mie parole (e grazie a te Evelyn per avermi di nuovo ospitata nel tuo blog!). Vi aspetto numerosi sul sito della mia associazione, e anche sulla pagina Facebook. E v’invito a promuovere un mondo migliore, di pace, privo di discriminazioni. Cerchiamo di valorizzare il rispetto verso il prossimo, ogni volta che ne abbiamo occasione, e ricordiamoci che ricevere un sorriso è molto più bello che ricevere un insulto non meritato.
Inoltre, ricordate che la vostra vita è solo vostra. Non gettatela al vento, e fate di ogni giorno qualcosa di prezioso. Aiutate chi ha bisogno, non dimenticate la Shoah, rispettate, lottate per quello in cui credete. Vivete.
Concludo questa mia intervista con una bellissima frase di Anne Frank:
“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo.”



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