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Intervista a stefania andrusiani

Creato il 18 settembre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario

Cari lettori, le interviste stanno diminuendo di frequenza ma sono davvero presa dai miei impegni e dal mio blog principale e non ho davvero tempo infatti sono indietrissimo con gli ultimi autori. Oggi comunque leggerete la mia intervista fatta all'autrice esordiente Stefania Andrusiani.
INTERVISTA A STEFANIA ANDRUSIANI1 - Ciao Stefania, benvenuta nel mio blog Italian Emerging Writers. Ti va di presentarti hai lettori?
Ciao a tutti, sono Stefania e sono nata a Piacenza nel 1966. Ho alle spalle una formazione culturale a carattere artistico; dopo il liceo artistico mi sono diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera ed ho anche conseguito il diploma per Esperta in Comunicazione e Didattica dei Beni Culturali. Amo le arti visive, comprendendo la fotografia, il cinema, la televisione, il teatro, ma amo anche la musica, principalmente quella classica. Il mio strumento preferito è il pianoforte.

2 - Qual è il tuo rapporto con la scrittura e cosa rappresenta per te? Quando hai scoperto questa passione?
Alla parola preferisco la scrittura, più meditata. Scrivere mi permette di mostrare qualcosa di più rispetto al racconto verbale, essendo io una persona piuttosto schiva. Scrivere mi aiuta a sperimentare, a creare e a viaggiare con la fantasia. Prima di appuntare le idee sul foglio chiudo gli occhi e ascolto musica. Scrivere per me è pace dell’animo e tumulto della mente. Da giovane ho scritto i classici “diari del cuore”, quelli segreti, memore di una frase: “Scrivete, scrivete, qualcosa resterà”, che avevo letto all’epoca. Ho poi continuato a scrivere per gli esami scolastici e per la tesi in Accademia, infine per lavoro, ma non è stato uno scrivere creativo.
3 - Cosa fai di solito mentre scrivi? Hai un particolare processo creativo?
Inizialmente prediligo scrivere a ruota libera su fogli di carta, anche da riciclo, su taccuini creati da me. Viaggio con carta e penna, le tengo anche in tasca, così da fermare l’ispirazione. Le idee non seguono un ordine preciso. Scrivo tutto quello che mi passa per la mente. Scrivo anche con il computer, senza abbandonare mai il foglio di carta. Posso così riordinare meglio le idee grazie al taglia e incolla, grazie cioè alla versatilità dei programmi di videoscrittura. Le idee che sviluppo al buio, nel silenzio della notte, sono quelle che ritengo migliori perché, a occhi chiusi, immagino meglio le ipotetiche situazioni e con la mente le posso arricchire, modificare, ripetere a mio piacimento. Trascrivo poi tutto, di getto. Importante per me, inoltre, è scegliere subito la fisionomia dei personaggi, così da creare e poi trascrivere tutto come se avessi assistito a una rappresentazione teatrale.
4 - Quali sono gli autori e i libri che ti hanno formata come scrittrice?
Ultimamente ho letto “La solitudine dei numeri primi”. Ho una famiglia, due bambini piccoli che assorbono energia e mi lasciano poco tempo libero. Ho letto anche favole e racconti. Tant’è che posso definire “La meravigliosa avventura di Elizabeth Reed” una favola per adulti. Sul comodino tengo autori vari, eterogenei: “James e la pesca gigante” di Roald Dahl, “Il brutto anatroccolo” di Andersen, Edgar Allan Poe, che adoro. Altro libro che leggo sempre con piacere è “Fiabe italiane”, fiabe raccolte e trascritte da Italo Calvino. Le fiabe, se lette da un adulto attento, possono svelare tutta la loro bellezza che comprende spesso anche un lato oscuro, tenebroso. Ad un fatto preoccupante spesso si contrappone una schiarita che tutti attendiamo dal momento in cui cominciamo a leggere la favola.
INTERVISTA A STEFANIA ANDRUSIANI5 - A cosa ti sei ispirata per scrivere il tuo romanzo d’esordio "La meravigliosa avventura di Elizabeth Reed"?
Nel 2008 sentii parlare un uomo, durante un’intervista. Raccontava del cambiamento radicale che era riuscito a realizzare grazie alla sua forza di volontà. La trasformazione che la protagonista del romanzo mette in atto è diversa, ma motivata anch’essa dalla volontà di raggiungere un obiettivo. Avevo in mente l’idea di parlare di una donna che fosse forte e decisa come spesso lo sono gli uomini, ma che non mortificasse la sua femminilità. Il romanzo si può considerare davvero una favola avventurosa ed è figlio della Società contemporanea. È nato dall’osservazione di ciò che avviene nel quotidiano. Pur essendo una storia immaginaria molti fatti del romanzo possono accadere davvero.
Altra fonte d’ispirazione è stato il Cinema con i suoi films musicali, il cinema soprattutto di altri tempi. Mi divertono i films il cui bandolo della matassa è alla fine di tutto, con colpi di scena e con il protagonista che si toglie la maschera lasciando tutti sorpresi. Un film che adoro è “I favolosi Baker” dove la protagonista è sensuale, indimenticabile sul pianoforte a coda mentre canta. Altra scena di rilievo è quella nel film “Pretty Woman” dove la protagonista ritorna nel negozio di chi l’aveva trattata male snobbandola, in una sorta di dispettoso riscatto. Per finire voglio ricordare la saga di “Angelica”, eroina d’altri tempi, alla ricerca del suo unico amore.
6 - Qual è stata la gestazione del romanzo? L’idea iniziale, successivamente, come si è sviluppata?
L’idea iniziale è nata sostanzialmente da un sogno dove appariva una segretaria indispensabile al suo datore di lavoro. La storia però tendeva a restare tiepida e insipida, così l’ho sviluppata arricchendola. Ho approfondito il concetto di conflitto che spesso può nascere tra padre e figlio. Non volevo però che fosse il solito conflitto generazionale e ho immaginato uno scontro tra due uomini con pochi anni di differenza, dalle vedute simili, se pur contrastanti. Se il romanzo doveva essere una favola moderna, allora aveva bisogno di situazioni conflittuali tra il bene e il male. Tutto doveva essere attualizzato in un periodo contemporaneo e le vicende dovevano essere ambientate in luoghi urbani, ricchi di verde, con castelli antichi.
7 - Quanto c'è di autobiografico nel tuo libro? Qualcosa che ti accomuna a qualcuno dei personaggi? O ad alcuni episodi narrati?
Ho cercato di mettere di me il meno possibile. Non considero la mia vita sufficientemente interessante. Qualcosa comunque è affiorato. Alcuni sentimenti provati dai personaggi mi appartengono. Ad esempio anch’io non amo il tempo che passa, proprio come per Paul. Come lui faccio spesso fuoco e fiamme se qualcosa mi turba. In comune con la protagonista ho la passione per i fuoristrada e, quando ho avuto necessità di descrivere Elizabeth in alcune situazioni, i vestiti che le ho fatto indossare appartenevano al mio guardaroba. Questo mi ha aiutato a pensarla più realisticamente. Ho immaginato una ragazza alle prese con il lavoro, dinamica, grintosa. Non mi è stato difficile perché, nelle mie esperienze lavorative, ho conosciuto persone di quel tipo. Per creare i personaggi ho così attinto alle più diverse caratteristiche delle persone con le quali ho avuto a che fare, riunendole con fantasia e creando così personaggi immaginari, ma che ognuno di noi potrebbe incontrare ovunque.
8 - Cosa caratterizza questo romanzo? Secondo te qual è il suo punto di forza e per quale motivo i lettori che ti stanno leggendo dovrebbero acquistarlo?
Il romanzo è nato per far sognare il lettore. È stato pensato come una vorticosa storia, pronta per una trasposizione cinematografica. Il lettore si troverà coinvolto e non resisterà a proseguire la lettura. I capitoli sono spesso brevi e il loro titolo, che ne anticipa il contenuto, invoglia a leggere per proseguire ulteriormente. È un volume abbastanza corposo, ma la lettura si rivela veloce. I protagonisti rivelano una intensa gioia di vivere che caratterizza l’evolversi delle situazioni.
9 - La protagonista del romanzo è Elizabeth Reed. Da dove nasce questo personaggio così particolare? Ti assomiglia in alcuni aspetti?
Elizabeth Reed rappresenta una sorta di bellezza ideale. Anche il cambiamento che la segna è ideale. Pure nella vita reale certe volte si possono verificare cambiamenti radicali ed imprevedibili. Elizabeth è per me una sorta di “Avatar”. Certe sue qualità vorrei mi appartenessero, “in primis” la sua forza di volontà, la sua determinazione, inoltre la sua abilità al volante, la capacità di esprimersi in diverse lingue straniere. Ci accomuna la passione per l’equitazione e la musica.
10 - Il tuo è un romanzo di cambiamento e di crescita. Come mai questa scelta? Cosa volevi trasmettere al lettore con la tua storia?
I cambiamenti nella vita sono inevitabili. Importante, a mio parere, è riuscire a prendere in mano le situazioni perché il cambiamento risulti voluto e non subìto. Volontà e determinazione portano a cambiamenti positivi. Elizabeth ha i suoi periodi di crisi, ma con determinazione li supera sempre. Questo è per me il messaggio più importante. Voglio aggiungere che il romanzo non è essenzialmente d’amore, anche se molti potrebbero definirlo in questo modo. Vuole raccontare di una ragazza determinata, con un obiettivo da raggiungere, che non è esclusivamente la conquista dell’uomo che ama, perché Elizabeth è una donna in carriera. Il romanzo propone diverse chiavi di lettura, affronta diverse tematiche: le vicende a sfondo sentimentale, il tema della rinascita e del riscatto, la trasformazione profonda dei protagonisti. I cambiamenti spesso non sono immediati, hanno bisogno di tempo. L’importante è avere grandi progetti, grandi sogni.
11 - Questa è la tua prima pubblicazione. Ci parli un po’ della tua ricerca di una casa editrice e di come sei riuscita a pubblicare? Un' esperienza positiva o negativa?
Inizialmente ho cercato di entrare in contatto con alcune Case editrici, senza successo. In Internet ho cercato ulteriormente. La casa editrice che ho preferito è stata la “Caravaggio Editore”, con marchio “&myBook”. Per uno scrittore alle prime armi è davvero difficile pubblicare. Il mio è un sogno che si è realizzato. Anche il rapporto che si è instaurato con l’Editore è positivo, da ogni punto di vista. Pubblicare il romanzo è stata una delle esperienze più interessanti della mia vita. Tutto è stato emozionante: la scelta della copertina, la veste grafica, la creazione del sito e la realizzazione del booktailer, la diffusione del romanzo su internet. Posso davvero affermare che è stata un’esperienza che segna.
12 - Cosa ne pensi da autrice del panorama editoriale legato agli esordienti? Quali pensi siano i difetti e cosa dovrebbe essere migliorato?
Come esordiente posso affermare di essere stata fortunata a trovare la Casa Editrice che ha pubblicato, perché non tutti quelli che hanno un romanzo nel cassetto arrivano a farlo conoscere al grande pubblico. Navigando in internet ho trovato “blogs” dove le persone chiedono consigli, informazioni, per riuscire a pubblicare. In Internet ho letto di esperienze negative, di persone che si sono ritrovate allo sbando nella ricerca infruttuosa di un editore. Non mi sento in grado di dare giudizi su difetti o pregi a proposito del mondo editoriale non avendo una visione completa di questo mondo che si è rivelato essere complesso e sfaccettato.
13 - Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già un altro romanzo in fase di scrittura o in fase di pubblicazione? Puoi darci qualche news?
Per quanto riguarda i miei progetti, al momento sto cercando di promuovere il romanzo e in internet stanno aumentando i siti che lo propongono. Mi attrae anche l’idea di poter allargare i miei orizzonti al mercato estero. Il mio desiderio più grande rimane comunque quello di riuscire a vedere una trasposizione cinematografica o televisiva del romanzo. Ho un altro sogno nel cassetto, scrivere una storia per tutti. Il mio romanzo d’esordio si rivolge a un pubblico adulto mentre col prossimo vorrei poter entrare nel mondo dei giovani raccontando una storia leggera dai sentimenti profondi.

14 - Hai blog o siti dove possiamo seguirti?
È possibile contattarmi visitando il sito del romanzo
http://www.elizabethreed.it/ .
Sul sito è possibile leggere stralci del romanzo, i profili dei personaggi principali, avere qualche notizia sull’autrice e vedere il booktrailer. È possibile scrivermi e lasciare un commento, cosa che ritengo gradita e del tutto positiva.
15 - Questa era l’ultima domanda. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Occuparsi di qualche attività creativa e artistica è uno dei grandi piaceri della vita.
Un abbraccio
Stefania

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