INTERVISTA A…/ Sveva Sagramola racconta il suo impegno umanitario e la maternità

Creato il 15 dicembre 2010 da Iltelevisionario

(di Alessandra  Giorda) Bella, dolcissima e “talentuosa”, la storica conduttrice di Geo&Geo, programma di successo in onda dal lunedì al venerdì alle 17,30 su Raitre, ci racconta la sua formazione giornalistica iniziata negli anni ‘90 nella televisione di Stato, i suoi impegni umanitari e l’evento più bello della sua vita: la maternità. Scopriamo insieme a lei chi è veramente Sveva.

D: Dal 1994 al 1998 sei autrice e conduttrice di programmi che riguardano l’universo giovanile: Mixer, Caro Diario e Mixer giovani, dove racconti episodi di adolescenti sfociati nella cronaca nera, problemi di alcol, droga e delinquenza. Che cosa ti ha lasciato quest’esperienza? Che cosa vorresti che la gente non dimenticasse?

R: E’stata non solo un’esperienza professionale, ma anche umana, ricca di alti contenuti. Il vissuto di questi  programmi me lo porterò sempre dentro. Sono state situazioni estreme che mi hanno toccato nel profondo e per anni mi sono portata dietro gli strascichi. Nessuno deve dimenticare l’olocausto. Per Mixer ho fatto una full immersion e ho raccontato le esperienze di quelle persone che sono state toccate da questo dramma della nostra storia. Sono stata in un campo di concentramento, ovvero la fabbrica della morte ed ho visto quello che è rimasto di questo orrore umano. Persone che hanno subito atrocità disumane senza avere colpa. Intere famiglie distrutte, uomini donne e bambini. Non si deve e non si può dimenticare!


Il grande impegno e la precisione con la quale ha condotto Mixer Giovani, le hanno valso tre premi, ossia l’Oscar della TV 1995 per la prima edizione e nello stesso anno ha vinto il premio giornalistico Ilaria Alpi mentre nel 1996 il premio Associazione Genitori.

D: In altri programmi, come Geo&Geo di occupi di natura ed ambiente con reportage dall’Africa. Di questa terra tanto simile ed allo stesso tempo tanto diversa che cosa ti colpisce? Hai sofferto di mal d’Africa?

R: Il primo viaggio l’ho fatto nel 1997 in Kenya per la trasmissione Professione Natura Si ho sofferto molto di mal d’Africa e mi curo andandoci di tanto in tanto. Ho avuto modo di visitare moltissime zone che, come dicevi tu, sono diverse e simili, ma legate tra loro. Dalle grandi città come Nairobi con tanti problemi, a posti più ostici dove la siccità crea situazioni non indifferenti. Grazie ad Amref, ho conosciuto i suoi abitanti ed il loro modo di vivere. Ho approfondito il rapporto uomo – terra. Nell’ultimo viaggio fatto per Geo&Geo sono stata dal lago Turkana fino all’estremità della costa ai confini con la Somalia passando per i grandi parchi come Masai Mara e le riserve minori come Shaba. Viaggi fantastici.

Sveva è testimonial per l’Italia di Amref che è diventata, in cinquan’anni di attività, la principale organizzazione sanitaria privata senza fini di lucro. Gestisce 140 progetti di sviluppo sanitario in 6 Paesi, quali Kenya, Tanzania, Uganda, Sudan e Sudafrica, con coinvolgimento attivo delle comunità, del personale e dei sistemi sanitari locali.

D: Il tuo progetto lavorativo più imminente?

R: Sto scrivendo un libro, che sarà pubblicato a Febbraio 2011.

D: Di quale argomento tratta? Lo presenteremo alla nostra rubrica Intervista a….Speciale libri?

R: Certo, molto volentieri. Ti ringrazio. Ci aggiorniamo a Febbraio.

D: 10 maggio 2010, diventi mamma. Parlami di quest’esperienza.

R: La cosa più bella della mia vita! Petra mi ha cambiato la vita avvolgendomi in una luce di amore ed estasi. Vivo in un sogno bellissimo e tenerissimo. L’ho desiderata tanto ed a 46 anni ho potuto coronare il mio sogno. Dire che sono felice è poco; sto toccando il cielo con un dito.

Petra è il frutto dell’amore nato dal matrimonio tra Sveva Sagramola e l’imprenditore argentino Diego Dolce. Una coppia come orami ce ne sono poche, dove ci sono fondamenta ben salde fatte di un grande amore e rispetto reciproco.

D: Come coordini famiglia e lavoro?

R: Piuttosto bene. Geo&Geo mi lascia libera in mattinata, poiché vado in onda al pomeriggio. Quando non ci sono io c’è mio marito. Ho sposato un uomo stupendo. Lui è un vero papà. Cambia i pannolini a Petra e sa fare tutto quello che fa una madre. Se non fossi riuscita a gestirmi tra lavoro e casa, per mia figlia avrei smesso di lavorare. Tuttavia ti confesso che mi fa bene lasciarla al pomeriggio per dedicarmi ad altro, poiché sono una madre onnipresente, vivo per Petra. Per il suo bene e per il mio devo ogni tanto staccarmi da lei.

Insieme al marito, Sveva, anche se non ama pubblicizzarlo, poiché ritiene che il bene si fa, ma non lo si dice, fa parte di Manos a la Obra. E’ un’idea nata da un’amica di Diego Dolce, che si occupa di adozioni a distanza per i bambini che vivono nelle baraccopoli di Buenos Aires, capitale dell’Argentina, dove convivono molteplici sfaccettature, dai ricchi benestanti alla povertà assoluta. E’ un progetto umanitario serio e di tutto rispetto che la gente deve conoscere affinchè sempre meno bambini abbiano un’infanzia negata.



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