Lo Studio Maya e Verdiano Vera non hanno certo bisogno della mia pubblicità, ma mi piace parlare di quelle persone, brave e intraprendenti che riescono a fare coincidere passione primaria e lavoro, e se poi questo mix ha a che fare con la musica allora… non so resistere. Io che sanamente invidio questo genere di “lavoratori”, li definisco anche fortunati.
Attraverso ciò che seguirà, sarà facile capire l’essenza dello Studio Maya e dei suoi ideatori, ma quello che tengo a sottolineare, quello che ho trovato ogni volta che sono stato in quel luogo, per motivi molto differenti tra loro, è l’atmosfera che vi regna. Forse non saprò apprezzare il lavoro minuzioso di pianificazione dei differenti spazi, essendo argomento da dettaglio tecnico, ma è chiara e immediata l’idea di spazio multifunzione, con possibilità di mutazioni rapide e passaggi dal formato “recording/editing” a quello radiofonico e ancora alla forma “meeting a tema”.
L’estrema modernità si fonde con l’efficienza e fa sentire davvero a proprio agio anche chi è di passaggio, come è capitato a me.
Ma leggiamo le parole di Verdiano.
Mi racconti qualcosa del tuo iter formativo?
Ho cominciato in modo tradizionale studiando al Conservatorio. Nonostante fosse proibito per uno studente esibirsi in contesti diversi dai saggi scolastici, contemporaneamente agli studi, suonavo nei locali della riviera ligure con un gruppo rock. Durante la settimana mi dedicavo sia allo studio della chitarra classica con Sor, Aguado, Carcassi, Giuliani, Carulli sia al rock dei Pink Floyd, Queen, Dire Straits, U2. Inoltre suonavo le percussioni in un gruppo afrocubano.
Come nasce il tuo amore per lamusica e quando hai deciso di far coincidere tale passione col tuo lavoro?
Mi è sempre piaciuto occuparmi di musica a 360 gradi. Qualsiasi fosse il progetto musicale che mi si proponeva, io accettavo e lo facevo per il piacere di farlo. Per fare questo mestiere bisogna amare ciò che si fa, altrimenti non si può andare avanti. Mi sono reso conto che stavo trasformando la mia passione in un lavoro nel momento in cui ho cominciato a guadagnare insegnando agli altri ciò che settimanalmente imparavo a fare io. Tenevo lezioni di chitarra e di percussioni, ma insegnavo anche l'uso dei primi sequencer e dei primi software per la notazione musicale. Per divertirmi ho cominciato a fare piano bar utilizzando basi musicali arrangiate da me. Questo fece si che ogni sera che mi esibivo, incontravo qualcuno che mi chiedeva di arrangiare nuovi brani musicali. Mi sono iscritto alla SIAE nel 1995 e ho cominciato a comporre pezzi da far cantare agli amici che si presentavano ai concorsi canori. In poco tempo ho aperto uno studio di registrazione che mi serviva per registrare la mia musica e quando non lo sfruttavo io, lo affittavo agli amici che lo usavano per le loro prove musicali. Da lì è nata la necessità di ingrandire gli spazi a mia disposizione. Fu così che dai fondi di un palazzo di Corso Torino a Genova mi trasferii nel seminterrato di una farmacia vicino alla stazione Principe, da lì ho successivamente aperto ilMediatech Studio, ricavato in una casetta indipendente in Via Montaldo, e dopo circa undici anniho realizzato Studio Maia.
Il tuo Studio Maia nasce come luogo dedito alle registrazioni, ma mi appare come spazio multifunzione, dove la parte “recording” è solo una tra le tante attività. E’ così che l’avevi ideato o il progetto iniziale si è modificato nel tempo?
Studio Maia è nato da un progetto mio e di mia moglie Linda per soddisfare ogni necessità riguardante il nostro lavoro. Tutto è stato studiato nei minimi dettagli e tutti gli spazi sono stati concepiti per essere sfruttati in maniera polifunzionale. Al centro c'è la regia LEDE, nella quale è possibile effettuare registrazioni e mixaggi audio ma lo studio è progettato per lavorare anche su montaggi video, post-produzione e persino trasmissioni radiofoniche. Studio Maia è il nucleo intorno al quale orbitano tantissime attività riguardanti l'audio, la musica e il video. All'interno dello studio docenti professionisti svolgono corsi di musica di tutti gli strumenti, teniamo incontri didattici e serate a tema musicale, giriamo videoclip, registriamo dischi e svolgiamo attività editoriale e discografica.
Ti ho visto impegnato su più fronti, come ingegnere del suono in studio e nei concerti, come padrone di casa nel corso di meeting a tema, come conduttore radiofonico, come organizzatore di concorsi … ma qual è la dimensione che più ti soddisfa?
Come ho già detto, io vedo l'audio e la musica a 360 gradi. Non riuscirei ad occuparmi di una cosa sola. Vivo il mio lavoro sotto ogni aspetto. Sono nato come musicista, ho lavorato per molti anni come tecnico del suono e adesso faccio il produttore. Credo che sia stata un'evoluzione naturale. Mi piace occuparmi di tutto ciò che riguarda l'audio e musica. Sono sempre stato così innamorato del mio lavoro che per me non c'è mai stato nulla di meglio, è uno dei sentimenti più piacevoli che si possa provare.
A quale tipo di aggiornamento tecnico deve sottoporsi chi fa il tuo mestiere?
La cosa più importante per fare il mio lavoro è ascoltare qualsiasi genere musicale e qualsiasi artista con lo stesso interesse. Bisogna essere capaci di accettare qualsiasi novità cercandone il significato, memorizzandone le caratteristiche e studiandone le sonorità. Chi fa il mio lavoro deve mantenersi sempre aggiornato, migliorare sempre, provare nuove strade e soprattutto osare.
Nel tuo studio sono passati molti musicisti storici, italiani e stranieri. Quale il più pignolo e quale il più… facile da gestire?
Solitamente i professionisti, quelli che sanno suonare davvero, sono anche i più facili da gestire. Fortunatamente in studio lavoro spesso con musicisti professionisti e quindi il lavoro è più semplice. Il problema è che spesso il più pignolo sono proprio io, e quindi mi trovo a lavorare di notte da solo per far quadrare un mix che per gli altri andava già bene così.
Hai un desidero professionale che prima o poi cercherai di realizzare?
Certamente. Mi piacerebbe realizzare la colonna sonora di un cartone animato della Pixar e organizzare gli eventi musicali in una finale dei giochi olimpici.
Un esempio...