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Intervista a Walter Salin per il #BlogChitarraeDintorniNuoveMusiche prima parte
Creato il 11 aprile 2013 da Empedocle70Caro Walter benvenuto nel Blog e … benvenuto anche sulla netlabel AlchEmistica .. La prima domanda è sempre quella classica: come è nato il tuo amore e interesse per la chitarra e con quali strumenti suoni o hai suonato?
Grazie a voi dell’invito graditissimo, la chitarra si è fatta notare da me molto presto, avevo 9 anni ed ascoltavo i gruppi che animarono gli anni 60, quindi sono partito dal pop.
Poi un amico di mio padre, liutaio e allievo di Luigi Mozzani ha cominciato a darmi qualche lezione nella sua liuteria, tra chitarre e profumo del legni e vernici.
Ho letto che hai studiato con una persona prestigiosa come E.Padovani erede della scuola di chitarra di Andres Segovia, Maria Luisa Anido, Emilio Pujol e Ida Presti. che ricordi hai di lei, dei suoi insegnamenti, della sua poetica musicale?
Ho appena scritto un libro sul Elena Padovani e sulla sua arte chitarristica, sto aspettando che qualcuno lo pubblichi per far conoscere a chi lo desidera, la sua storia straordinaria, umana e artistica.
Berio nel suo saggio “Un ricordo al futuro” ha scritto: “.. Un pianista che si dichiara specialista del repertorio classico e romantico, e suona Beethoven e Chopin senza conoscere la musica del Novencento, è altrettanto spento di un pianista che si dichiara specialista di musica contemporanea e la suona con mani e mente che non sono stati mai attraversati in profondità da Beethoven e Chopin.” Tu suoni sia un repertorio tradizionalmente classico che il repertorio contemporaneo … ti riconosci in queste parole?
Il sapiente sa di non sapere, il saggio sa di saper poco…dice un vecchio adagio, io penso che sia giusto lavorare con molta umiltà e un sano gusto della ricerca, per attingere da tutte le esperienze oneste che il mondo musicale ci offre. Bisogna studiare nel senso profondo del termine, cioè con il cuore e con l’anima, lontani dai protocolli del sistema e dalle logiche delle tendenze indotte, delle mode e modine che costantemente emergono qua e là e che spesso nascondono qualche business…
Quale significato ha l’improvvisazione nella tua ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc.
Ogni interpretazione necessita di un sano e deciso apporto improvvisativo, nessun musicista suona nello stesso identico modo lo stesso pezzo…è il bello della diretta, è il bello della sorpresa per te che suoni e per chi ti ascolta. E’ il bello della musica che è infinita e che non ama essere congelata dal ragionamento di chi spesso non suona ma parla troppo.
Qual è il ruolo dell’Errore nella tua visione musicale? Dove per errore intendo un procedimento erroneo, un’irregolarità nel normale funzionamento di un meccanismo, una discontinuità su una superficie altrimenti uniforme che può portare a nuovi sviluppi e inattese sorprese...
L’artista vero sa essere umile e sa trovare nutrimento anche da ciò che non è conforme ad un progetto iniziale, l’Errore (e fai bene a scriverlo con la E maiuscola) è la prova che la vita è bella e che tu vi appartieni alla grande, con corpo e spirito.
Come vedi la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Tutta questa passiva tendenza ad essere aggiornati e di possedere tonnellate di mp3 che difficilmente potranno essere ascoltati con la dovuta attenzione non comporta il rischio di trascurare la reale assimilazione di idee e di processi creativi? Ti faccio questa domanda anche il relazione al fatto che lei hai realizzato una release con delle netlabels ..
La crisi oggi è ovunque, è stata voluta, pianificata da regie di cui spesso non si conoscono le firme, è uno strumento di potere, quello che anestetizza il pensiero pensante e l’arte, quello che umilia le intelligenze dei creativi o le manipola a suo pro, quello che getta il sasso e nasconde la mano, quello che oggi impera!!
La crisi del mercato discografico è il risultato di processi complessi di cui sappiamo sempre troppo poco, ma possiamo essere certi che non esiste casualità nella storia, ma causalità. L’esperienza netlabels è un modo per offrire qualche cosa di tuo che ad un certo punto non è più solo tuo, perché non lo è mai stato…
Un altro possibile effetto di questa mole incredibile di ascolti potenziali a nostra disposizione è la possibilità che nella nostra epoca la storia della musica scorra senza un particolare interesse per il suo decorso cronologico, nella nostra discoteca-biblioteca musicale il prima e il dopo, il passato e il futuro diventano elementi intercambiabili, questo non può comportare il rischio per un interprete e per un compositore di una visione uniforme? Di una “globalizzazione” musicale?
La globalizzazione è storia contemporanea, è materia che ci invade e spesso uccide, ma può essere occasione per comprendere lo spessore della sfida esistenziale che ci riguarda e motore per un inversione di marcia. Piano piano.
Sta a noi inserire gli elementi nelle coordinate giuste e comprenderne la valenza, sta a noi recuperare l’umiltà di saper ascoltare per capire, di fare arte per donare e perdonare…
continua domani
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