Intervista ad Adele Vieri Castellano
Da Selly82
@SellyMoon
Carissimi fan, oggi per il made in Italy abbiamo avuto l'onore d'intervistare una bravissima autrice italiana Adele Vieri Castellano che ringraziamo per la sua disponibilità.1. “Roma 40 d.c. Destino d’Amore”, il tuo romanzo d’esordio, ha avuto un notevole successo, te lo saresti aspettata?No, direi proprio di no. Il romanzo si svolge in un’epoca particolare, l’antica Roma, che mi era stato caldamente sconsigliata da diversi “addetti ai lavori”. Secondo loro era un “set” che non avrebbe stimolato la curiosità delle lettrici, abituate allo storico di tutt’altro genere. Oggi sono molto felice di aver perseverato e di aver comunque presentato il manoscritto a un editore, nonostante le premesse. Credo che un certo tipo di lettrice si sia stufata dello storico classico (settecento, ottocento e Medioevo) e tra l’altro sempre “straniero”. Noi abbiamo una storia unica al mondo che può e deve essere sfruttata. 2. Pensi che al successo del libro abbia contribuito in parte anche il passaparola sui social networks come facebook e sui blog e forum di lettura? La cosa ti ha sorpreso?Il passaparola è essenziale quando non si può contare su una pubblicità a tappeto come è capitato a certi libri che, questa estate, sono stati oggetto di una campagna quasi ossessiva. FaceBook è un ottimo trampolino di lancio, così come i forum e i blog. I fruitori di questi nuovi strumenti tecnologici sono sempre più numerosi, anche grazie a I-phone e I-pad ed è una legge del mercato: quando si parla di un prodotto, nel bene o nel male, il passaparola è uno strumento che aiuta o distrugge. “Roma 40 d.C. Destino d’Amore” è piaciuto a molte lettrici che hanno sparso la voce… ne sono rimasta non solo piacevolmente sorpresa ma anche lusingata. 3. Una delle cose che ha colpito maggiormente il tuoi lettori è l’accurata ricostruzione storica della Roma Imperiale, tanto che termini come , cubiculum, lorica, subligaculum (e, perché no, mentula) ormai non sono più degli sconosciuti, quali sono le fonti che hai utilizzato per documentarti? E come mai hai scelto proprio questo periodo per ambientare la tua storia?Le fonti principali sono gli autori latini e molti saggi storici di autori sia italiani che stranieri che fanno parte della mia vita. La storia antica è sempre stata la mia più grande passione, non solo quella romana ma anche quella egizia. Il libro è stata una conseguenza di una cultura storica che mi appartiene e che sento mia come italiana. Come ho scritto nei ringraziamenti del libro, sono orgogliosa del nostro passato, unico al mondo. Era un modesto espediente per rendergli omaggio e per avvicinare o riavvicinare le lettrici e i lettori a questo mondo affascinante e quasi ignorato. E’ un peccato non conoscerlo o trascurarlo, credetemi.4. “Roma 42 d.c. Cuore Nemico” è il secondo capitolo della saga. Il fatto che il primo abbia avuto un largo consenso e creato grosse aspettative per questo nuovo libro ti preoccupa?Direi di sì. Diciamo che in questi giorni ho l’ansia “da prestazione”! Aquilato è un personaggio molto atteso. Sia io che lui speriamo di non deludervi…5. Se non ricordo male, nelle tue intenzioni la serie doveva essere composta da tre libri ma, oltre al terzo capitolo, possiamo sperare anche in qualcosa di più?Il tre è il numero perfetto. Per ora credo che la saga si concluderà con il terzo libro. Ma non è escluso che mi vengano idee per continuare ad usare un “set” romano per i miei romanzi.6. Possiamo sperare anche in un racconto dedicato a Lucio e Turia?Non credo, la loro storia si è esaurita nel primo libro, non ci sarebbe molto da dire. L’unica soluzione potrebbe essere un “prequel” ma per ora non è nei miei progetti.7. Quando hai creato i personaggi di Marco Quinto Rufo e Quinto Decio Aquilato avevi in mente qualcuno o sono solo il frutto ben riuscito della tua fantasia?Marco Quinto Rufo era protagonista di un racconto che inviai a un concorso qualche anno fa, in realtà si chiamava Marco Quinto Valerio Rufo ma per esigenze “letterarie” ho accorciato il suo nome e invece di un legato era un centurione. L’ispirazione per il suo personaggio mi viene dai grandi condottieri di Roma, mentre Aquilato è nato solo per fare da “spalla” a Rufo. 8. Quanto di Adele c’è in Livia e Giulia e con quale delle due protagoniste ti riconosci di più ?Direi quasi nulla, non mi identifico nelle protagoniste dei miei romanzi ma spesso lo faccio con quelli maschili. In ogni caso, mi riconosco più in Livia che in Giulia: la sua testardaggine, la sua convinzione di avere ragione a volte mi appartiene. 9. Tu hai vinto nel 2011 un concorso letterario indetto dalla Leggereditore, la casa editrice che poi ti ha pubblicato, ma quant’è difficile, soprattutto in questo periodo di crisi, per uno scrittore esordiente trovare uno spazio nell’editoria italiana?Ricordiamoci che gli editori investono risorse e denaro per vendere e un nome dal suono “nostrano” attira meno lettori. Abbiamo molti pregiudizi nei confronti degli scrittori italiani, io stessa spesso ne sono vittima, abituata come sono stata da un mercato che si inchina al prodotto estero, soprattutto anglosassone. Per esempio in Italia non conosciamo gran ché della letteratura francese o tedesca, mentre siamo stati invasi dalla letteratura nordica. Sono solo mode e purtroppo si trascura il prodotto italiano. Ma io mi chiedo: sarà così vero o forse manca il “buon prodotto nostrano” da pubblicare? 10. Abbiamo toccato con mano la tua abilità nell’ambientare una storia d’amore in un contesto storico, ma hai mai pensato di scriverne anche di ambientati nei giorni nostri?Certo, sto scrivendo un contemporaneo da qualche mese ed è nato in concomitanza con la stesura di Aquilato. Era un gioco, un modo per rilassarmi visto che per scrivere uno storico bisogna fare tantissima ricerca mentre per un romanzo ambientato ai giorni nostri la ricerca diventa quasi banale. Quindi ora che Aquilato è finito, mi dedicherò al… 2008 d.C.! 11. Ultimamente hanno avuto una larga diffusione i romanzi erotici (alcuni anche con componenti BDSM) e si stanno timidamente affacciando sul mercato, anche se ancora relegati ad un mercato di nicchia, quelli di genere m/m (che stanno però piacendo molto a chi ci segue), cosa ne pensi? Hai mai preso in considerazione l’idea di cimentarti anche tu con questi generi?Penso che se una storia d’amore è ben scritta non abbia limiti di sesso né di contesto. Il lettore, quando prende un libro in mano, ha un solo desiderio: entrare nella pelle dei protagonisti e vivere con loro nelle pagine del libro. Sta allo scrittore condurlo per mano dalla prima pagina fino alla fine in un mondo di fantasia che però deve sembrare reale. Qualsiasi sia la storia se lo scrittore possiede la “materia” può realizzare questo sogno. Quindi non mi pongo limiti e sì, ci ho pensato soprattutto per l’M/M di cui sono lettrice entusiasta. Per ora ho altri progetti ma non escludo affatto che in qualcuno di essi non possa venir inserita una storia tra due protagonisti maschili.
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