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Intervista ad Aida Cooper. Per Mia Martini la sua arte era tutto

Creato il 01 novembre 2014 da Pippo
Intervista ad Aida Cooper. Per Mia Martini la sua arte era tutto
Aida Cooper è una delle migliori espressioni del blues al femminile made in Italy. Tra coloro che hanno percorso un pezzo di strada insieme a lei, fino a costruire legami di amicizia e affetto che sono rimasti a dispetto della vita e del tempo, ci sono, appunto, Mia Martini e Loredana Bertè.
A rendere grande Mimì è la carica emotiva che ha sempre trasmesso con le sue canzoni – afferma Aida Cooper – Vedo tante nuove leve della musica italiana con grandi doti e grande impegno, perché quella di oggi è una nuova generazione che nasce con la musica americana nel sangue. Eppure, non è ancora nato nessuno che abbia le particolarità di Mimì: a tutti manca quell'x-factor, quel modo di cantare di pancia e di cuore che ti entra dentro per sempre.
Cantanti a cui ti sei ispirata nella tua carriera?Nessuna italiana, a parte Mimì. Non per esterofilia estrema, ma perché mi piacciono di più le americane. Quelle più attempate come Aretha Franklin, Tina Turner, Patty la Belle, Janis Joplin …sono sempre i miei miti !
Aida, qual è il giudizio su Mia Martini cantante?
Ritengo sia stata semplicemente la più grande cantante italiana di tutti i tempi, con un repertorio fra i più belli e toccanti e canzoni rese mitiche dalla sua impareggiabile interpretazione. Nella prima parte della sua carriera aveva una voce da soprano che il fumo e un'operazione alle corde vocali trasformarono in quella di un mezzosoprano — contralto. Ma io la preferivo così, con quella voce un po' roca che accentuava l'intensità delle interpretazioni. Aveva una voce capace di emozionarmi.Come vi siete conosciute? Ho cantato con lei ho condiviso serate, incontri e momenti. Sono stata con lei all’epoca del concerto di ‘Miei compagni di viaggio’. In più di venti anni di amicizia ci siamo ritrovate e perse mille volte. Nei suoi confronti, ho avuto un affetto speciale, soprattutto negli anni in cui era entrata in disgrazia. Nell’85 abbiamo occupato insieme un in una casa popolare a Milano, dopo aver avuto lo sfratto, siamo rimaste là un anno, finché ci hanno sbattute fuori. L'anno vissuto insieme ha lasciato bei ricordi che custodisco gelosamente. Non cantavo con lei, ma eravamo amiche. Passavamo le nottate a giocare a carte, facevamo partite e partite di pinnacolo, coinvolgendo le amiche,  e a suonare il tamburello, con i vicini che protestavano. Abbiamo condiviso alcune gioie ma anche molte difficoltà che forse siamo riuscite a superare grazie alla solidarietà reciproca. In quel periodo per Mimì non andava molto bene, la sua carriera  e  la sua vita erano veramente messe male. Credo che abbia spesso incontrato gente disposta a tenderle dei tranelli per interessi personali e per denaro, con la sua grande tenacia ha saputo rinascere e risollevarsi da questi periodi tremendi.
E Mia Martini donna?Una persona resta sempre un mistero, anche per gli amici più cari. Mimì aveva tante virtù ed una immensa solarità, ma aveva anche cadute di umore e picchi in basso, retaggio forse di un'infanzia infelice e di una deludente vita sentimentale. ho tanti bei ricordi di quel periodo, ma preferisco tenerli per me. Vivendo insieme, sono venuta a conoscenza di tanti aspetti della vita intima di Mia Martini di cui, però, non intendo parlare. Né ora né mai.
C'era davvero questa presunta rivalità fra Mia e la sorella Loredana?C'erano risentimenti di antica data. La loro infanzia difficile non aveva favorito quel legame affettivo che le avrebbe rese più forti nella vita. Lavorando nel medesimo campo artistico finivano per urtarsi. Peccato perché, deluse entrambe dagli uomini, avrebbero potuto sostenersi con reciproco affetto. Intervista ad Aida Cooper. Per Mia Martini la sua arte era tutto
Ritorniamo  a Mimì, la preferita, a quanto pare, di casa Bertè. In realtà sono due, le mie preferite: l’altra è Olivia, una brava persona con la quale la vita non è stata tenera. Passando a Mimì, non posso far altro che ribadire la profonda stima che ho sempre nutrito nei confronti della più grande cantante italiana. Era completa: trasmetteva dei brividi che solo una persona che ha molto sofferto riesce a dare. Amo il suo intero repertorio, ma la canzone che prediligo in assoluto è una delle meno note, Per amarti. Un testo bellissimo, cui si somma la sua toccante interpretazione. E poi… Sono tornata, E ancora canto, entrambe con testi di Mimì, e Spaccami il cuore di Paolo Conte. Non sono le più famose, ma so quanto la rappresentano e mi piace ricordarla così.Come è nata la collaborazione per il brano La musica che gira intorno?Ci siamo incontrate ancora, artisticamente, quando ho fatto  l’assolo per questo brano inserito nel suo album di cover, all’inizio avevo paura che si trattasse di un lavoro troppo presuntuoso. E’ già successo che altre perdessero la faccia in simili operazioni. Mi  è  bastato ascoltare Mimì sarà per ricredermi totalmente e vedere confermato lo splendore di Mimì. Nessuna potrebbe interpretare con lo stesso trasporto emotivo le canzoni che canta, le stanno sulla pelle. E’ un’artista.
E la decisione di presentarlo insieme in tv a Buona domenica su Canale 5?
Mimì mi ha telefonato poche ore della trasmissione per invitarmi a fare questo duetto, io ero stanca per via di un concerto fatto la sera prima e senza voce, ma di fronte  a questa sua richiesta come potevo dire di no? Ci siamo divertite un sacco, lei  è grande, ringrazio il cielo che esista. Mi fa piacere parlarne perché c’è un filo comune che ci lega.Mia è stata ai vertici delle classifiche discografiche con Minuetto che fotografava, con spietato realismo, la sua condizione sentimentale. E' stata davvero sempre così arida la sua vita affettiva?In effetti, Mimì non ha mai avuto fortuna con gli uomini. Oltre a Ivano Fossati, l'amore importante della sua vita, ci sono stati altri, lo so perché godevo della sua confidenza, ma non sarebbe giusto rivelare ciò che Mimì teneva riservato.
Che cos’era la musica per Mia Martini? Per Mia la sua arte era tutto, ricordo una sera in cui l'accompagnai in un locale, credo nei dintorni di Bologna, lei cantò con la consueta bravura le canzoni del suo repertorio in chiave jazz accompagnata da un pianista nell'indifferenza del pubblico. Fu un concerto artisticamente di altissimo spessore, ma dopo quella serata, Mia precipitò in un abisso di tristezza, tutte le sue fragilità riaffiorarono all'improvviso.
Rimpianti nei suoi confronti?Forse la decisione di essermi sposata e non esserle stata, di conseguenza, accanto. 
Estratti di interviste di Attilia Tartagni per  La voce di Romagna, Marco Fioravanti per Italia Post e Pippo Augliera per Chez Mimì
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