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Intervista ad Alberto Campi

Creato il 25 maggio 2010 da Paolo Franchini

Intervista ad Alberto Campi

Attenzione: per ovvi motivi, che scoprirete leggendo questa intervista, il pezzo è disponibile anche in finlandese a questo link.

Nome: Alberto
Cognome: Campi
www.albertocampiphoto.com
Anno di nascita: 1982
Ultimo lavoro: Vappu

Vai avanti tu, hai carta bianca.
Un pazzo anacronistico. Un sensibile irrascibile. Un cinico animista.

Ti va di raccontarci in breve il tuo ultimo lavoro?
Un provocatorio reportage a mente lucida e sobria di una grande sbronza di piazza in occasione del Vappu, il 1° maggio Finlandese… Uno strano punto di vista su un paese che noi “meridionali” immaginiamo come perfetto.

Quando hai iniziato a fotografare, sapevi già che – prima o poi – ti saresti imbattuto in un progetto come questo?
Non ho mai previsto nulla… Ma non mi meraviglio quasi mai di ciò che mi accade!

Hai mai ballato sotto la pioggia?
Aspetta, esco un attimo e arrivo… Eccomi! Sto bagnando la tastiera! Sì, ho fatto anche questo: ho ballato sotto la pioggia!

Esiste una fotografia che avresti voluto scattare tu?
Passo la maggior parte del mio tempo a studiare i lavori degli altri fotografi cercando di capire cosa avrei fatto io nella loro situazione.
Direi che, più che voler scattare io le loro immagini, avrei voluto essere lì in quella situazione per vedere come avrei potuto raccontare io la storia.

Uccelli Cagarro, Portogallo 2009 (Alberto Campi)
La tua canzone preferita è…?
Comfortably numb dei Pink Floyd.

Che rapporto hai con la televisione?
Lo stesso che ho con il prevosto del mio paese: non lo vedo da anni, veramente tanti anni… E sto da Dio!

E con il cinema?
Sono ammaliato dalla magia del grande schermo, ma ogni volta che collaboro con qualche produzione cinematografica e mi rapporto con la creazione della grande illusione resto deluso. Forse è un po’ come scoprire i segreti del mago: dopo non è più la stessa cosa.
Raccontare attraverso un reportage cosa avviene nella grande macchina cinematografica è stimolante e più imprevedibile di quanto si possa pensare, dietro alla cinepresa si nascondono decine di storie affascinanti.

Hai mai parlato al telefono per più di due ore?
No, assolutamente. Dopo il secondo squillo sono già nervoso, 45 secondi dopo aver detto “pronto” la mia capacità cerebrale di gestire una discussione giunge al limite.

Ti piacciono i proverbi? Ne usi uno più spesso?
Non sono un amante dei proverbi e noi li uso quasi mai, preferisco citazioni o frasi pseudo-inventate da me. Un esempio: “La fortuna aiuta gli audaci, la sfiga aiuta gli sfigati”.

Hai tre righe per dire quello che vuoi a chi vuoi tu. Ti va di usarle?
A quei bravi ragazzi che hanno provato a fregarmi: Ezechiele 25:17: Il cammino dell’uomo timorato…
A chi deve partire con me: sincronizzare gli orologi potrebbe essere un buon inizio.
A chi mi aspetta: non preoccuparti, sono un tipo puntuale. Anzi, arrivo qualche minuto prima.

Ti sei mai rapato i capelli a zero?
I miei capelli sono stati tagliati sia totalmente a lama, sia lasciati crescere selvaggi per qualche anno.

Se potessi cambiare una cosa (ma una soltanto) del tuo ultimo lavoro, che cosa sceglieresti? Il titolo? Il supporto di stampa? Altro?
Cambiare il titolo potrebbe essere un’idea: quello che avevo in mente era troppo, troppo cattivo. Ma molto reale.

Quando scatti una fotografia, hai un “occhio osservatore” di riferimento oppure fotografi solo per te stesso?
Quando scatto cerco solo il significato di ciò che voglio raccontare e forse penso troppo poco a quell’occhio commerciale…

Tra due ore si parte per un viaggio su Marte: scegli tre oggetti da portare con te e un aggettivo per descrivere l’umanità ai marziani.
La macchina fotografica, un libro bello grosso perché il viaggio mi sembra un po’ lunghetto e il mio gilet che mi copre le spalle e lo stomaco.
Per quanto riguarda la razza umana, la definirei proprio STRONZA.

Venezia (Alberto Campi)
La cosa che più di annoia, quella che più ti diverte e quella che più non sopporti.
Ogni dannato giorno perdo ore di vita annoiandomi davanti ai semafori finlandesi.
Mi diverto nel godere della sensazione di fascino e paura di una nuova idea che si sta per realizzare.
La cosa mi fa più arrabbiare è la negazione dell’evidenza.

Stai già lavorando al tuo prossimo progetto? Se sì, ci regali un’anticipazione?
Dei ritratti di una musicista sciamanica dagli occhi color del ghiaccio originaria di Sodankyla, una cittadina di 9000 anime nel cuore della terra dei Sami.

Prima di salutarci, l’ultima domanda è tua. Chiediti quello che vuoi, ma ricorda anche di risponderti.
Quando torni in Italia?
Non lo so, prima devo andare in Lapponia.

Attenzione: per ovvi motivi, che scoprirete leggendo questa intervista, il pezzo è disponibile anche in finlandese a questo link.



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