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Intervista ad Altrisogni

Creato il 25 giugno 2014 da Visionnaire @escrivere

Giovedì 19 giugno abbiamo avuto il piacere di intervistare Christian Antonini e Vito Di Domenico, i curatori della rivista digitale di horror, weird e fantascienza, Altrisogni.

È stata una serata molto piacevole e interessante, a cui hanno partecipato in molti fra i nostri utenti, i fan di Altrisogni e perfino i loro autori!

Altrisogni

Ringraziamo tutti per essere stati con noi e per chi, invece, non ha potuto seguirci, ecco di seguito le domande che abbiamo fatto noi di È scrivere e le risposte di Christian e Vito!
Buona lettura!

 1) Altrisogni è una rivista tutta digitale di horror, sci-fi e weird. Come e quando vi è venuta l’idea?

Christian: Era maggio. Maggio del 2010. Andavamo ad assistere alla presentazione di Carni (e)Strane(e) di Adriano Barone alla LIbreria Mursia.
C’era forse nell’aria questa idea, da un po’. Vito ed io lavoriamo da sempre o quasi per riviste di vario tipo e da sempre o quasi abbiamo la passione (anche) per i generi di Altrisogni. Dei nostri amici aprivano una casa editrice digitale e… 2+2 ha fatto Altrisogni.

Vito: Giustissimo. Una serata da ricordare per molti motivi. Era anche un altro “periodo storico”, in cui sembrava ci fosse una rinascita seria della narrativa fantastica grazie alla collana da edicola Urania Epix.

Christian: Vito ed io (ci conoscevamo già da parecchio tempo) abbiamo sempre nutrito un profondo amore per riviste come Weird Tales, Astounding, e simili. E provare a metterne su una tutta nostra era un po’ un sogno. Inoltre volevamo anche dare una vetrina agli autori italiani, che troppo spesso si trovano delle porte in faccia. Quindi abbiamo deciso di creare una rivista di racconti, che parlasse a chi ama leggere e che fosse rivolta anche a chi scrive. Questi generi, appunto.

Vito: Sì, l’idea di base era proprio “facciamo una cosa alla Weird Tales, ma dalla parte degli autori”. In Italia gli autori (specie di fantastico) si sentono sempre dire dalle case editrici: “Ripassa quando avrai pubblicato qualcosa”. Il problema è che se non c’è qualcuno che ti apre le porte una prima volta, come fai a “pubblicare qualcosa”?
E allora abbiamo pensato di creare questa “porta che si apre agli esordienti” proprio con Altrisogni.

2) Come scegliete i vostri autori e illustratori?

Christian: Per gli illustratori… siamo sempre a caccia. Battiamo le distese del Web, le Jungle di Facebook, le paludi di DeviantArt, ma anche le fiere e le conoscenze. Poi riceviamo anche proposte via mail. Per gli autori, invece, selezioniamo gli scrittori di Altrisogni in base a quello che ci mandano. Ma a questi, da qualche tempo, si affiancano autori affermati che “invitiamo”. Questi ci scrivono un racconto che poi pubblichiamo di fianco a quello di esordienti. Serve come richiamo, ma anche per dare risalto a tutti.
Abbiamo avuto il piacere di ospitare un racconto di Claudio Vergnani, poi uno a quattro mani di Claudia Graziani e Dario Tonani e stiamo aspettando il prossimo. Da parte di un autore molto prolifico e sempre molto attivo… Questi ultimi tra i “racconti a invito”, come spiegavamo prima.

Vito: Per quanto riguarda i meccanismi di selezione, abbiamo iniziato con grande euforia noi due da soli, leggendo e valutando tutti i racconti che arrivavano.
Praticamente i primi 2 anni sono stati gestiti interamente da noi due: circa 300 racconti, se non ricordo male (potrei sbagliare). Poi abbiamo iniziato ad essere sfiancati da tutto questo lavoro e abbiamo chiesto aiuto a dei collaboratori.

3) Che caratteristiche ha una storia che merita di essere raccontata?

Vito: Beh, qui io e Christian abbiamo idee molto simili ma anche leggermente differenti (visto che ognuno hai suoi gusti e una propria formazione). Per fortuna, su una serie di punti cruciali siamo d’accordo… Ovvero: COERENZA INTERNA (avete notato come l’ho scritto grande…?!), trama interessante, personaggi credibili. E stile corretto.
Queste sono solo le basi, ovviamente. Ci sarebbero mille caratteristiche da segnalare come “giuste”, ma queste sono i punti fondamentali per noi.
Quando poi una storia presenta elementi di originalità, drizziamo particolarmente le antenne. Originalità può voler dire “semplicemente” un punto di vista diverso su qualcosa che è già stato scritto.

Christian: Per essere pubblicata su Altrisogni non deve nemmeno essere perfetta dal punto di vista della scrittura: facciamo editing assieme all’autore. Ma il mondo inventato deve essere plausibile e ragionato, il finale ben costruito, la scrittura solida. E poi… quando ci vengono inviati, i racconti devono avere una sinossi. Completa. Ci arrivano fin troppi racconti di autori che non sanno come si scriva una sinossi: è uno strumento fondamentale per una redazione che deve decidere tra decine e decine di racconti diversi. Aiutata a identificare subito la natura dell’opera proposta.

Altrisogni 6

4) Che consigli dareste a un aspirante scrittore?

Christian: I consigli di questo tipo abbondano e moltissimi li condividiamo. Sicuramente leggere molto (ma non troppo, a un certo punto bisogna cominciare a scrivere). Sicuramente conoscere l’editore e i prodotti a cui si inviano le proprie opere (provate a mandare un fantasy a Segretissimo e un horror ad Harmony). Fare i compiti, quindi costruire personaggi credibili. Capire come scrivere dialoghi efficaci (magari studiando con attenzione quelli delle serie TV), essere aggiornati sui generi scelti. Rileggere. E apprendere una delle prime regole della scrittura professionale: chi rilegge deve essere una persona diversa da quella che ha scritto e chi rilegge se lo fa come editor, nota delle cose che possono e devono essere migliorare. Probabilmente, quell’editor ha ragione. Inoltre… prepararsi a mettercela tutta e stringere i denti: sembra che in Italia tutti vogliano fare gli scrittori, quindi l’offerta è vastissima e la competizione spietata.
Spendo due parole ancora sulla questione editor. Spesso chi scrive è molto pervaso dall’idea della sua storia. Ma a volte capita che con la scrittura non riesca a far trasparire tutti gli aspetti, le motivazioni, i dettagli importanti. Qui interviene l’editor, primo lettore. Se l’editor non capisce un punto e chiede di modificarlo, probabilmente è perché ha visto un’occasione di migliorare l’efficacia del racconto. Il rapporto tra editor-primo lettore e scrittore è molto importante. L’editor è un ottimizzatore. Un aiutante. Non è lì per sforbiciare. Molti aspiranti autori lo vedono come un nemico e vedono la propria arte come intoccabile. Questo è spesso un difetto.

Vito: Io vengo dalla sceneggiatura (per fumetti e video). Quindi, da buon sceneggiatore, ho sempre dovuto scrivere per gli altri, cioè per il disegnatore, per il regista, per il produttore che mi deve scegliere. È una scrittura tecnica. Questo significa che se gli altri non capiscono una scena, è colpa mia, e la devo riscrivere. Ma la devo riscrivere anche se c’è qualcosa che non funziona, perché quel qualcosa che non funziona non può arrivare così sullo schermo: si vedrebbe che non funziona. Quindi, da sceneggiatore, ho imparato subitissimo che “scrivere è riscrivere”. Non esiste l’opera d’arte intoccabile.
Non ti puoi affezionare a ogni singola parola della tua opera: se non funziona, devi tagliare, cancellare, riscrivere. Qui l’editor ti facilita il compito.

5) Nonostante il mercato dell’editoria sia ormai a un punto critico, la vostra è rimasta una delle poche riviste che “paga” i propri autori in termini di percentuali sulle vendite. Come mai questa scelta così controcorrente?

Christian: Siamo stati esordienti anche noi. Magari in campi diversi (Vito ed io). E abbiamo patito (stiamo patendo) la difficoltà dei nostri settori. Volevamo offrire qualcosa di concreto, per quanto minuscolo. Retribuiamo autori e illustratori con un’effettiva e rendicontata percentuale sul numero in cui escono. Ci sembra giusto, oltre che doveroso. Inoltre la formula della pubblicazione “digitale” aiuta: si accorcia la filiera e si sbloccano “percentuali” di fondi, non c’è la spesa per la stampa, per il magazzino, per la distribuzione, tutte voci che si mangiano le percentuali di pubblicazioni cartacee.

Vito: In realtà non è tanto che “siamo rimasti” una delle poche riviste che paga. Perché di riviste di narrativa che pagassero non ce n’erano neanche prima della crisi. È un malcostume tutto italiano quello di non pagare gli scrittori. Noi di Redazione Altrisogni, grazie alla preziosa e onesta collaborazione del nostro editore Dbooks.it, mettiamo sempre sotto contratto gli autori che scrivono per noi.

6) Dal mese di aprile le selezioni per l’invio dei racconti per la rivista sono chiuse e le riaprite solo durante le “finestre di ricezione” previste. Potete spiegarci questa scelta?

Vito: Il motivo principale è che siamo arrivati a essere pieni di racconti da pubblicare, già scelti per Altrisogni 7 e Altrisogni 8. Quindi due numeri di racconti già pronti…
Poiché siamo una rivista aperiodica, cioè usciamo quando possiamo, e poiché questo ultimo anno è stato per tutti noi un periodo molto difficile che ha fatto rallentare le uscite di Altrisogni, abbiamo voluto interrompere momentaneamente la selezione per evitare di far accumulare ulteriori racconti. Già così gli autori scelti per il 7 e l’8 stanno aspettando fin troppo… In tal modo invece evitiamo di creare una coda di attesa ancora più lunga.

Christian: …ma la mole di lavoro non accenna mai a diminuire. Cosa che invece fanno le nostre energie e il tempo a disposizione.

Vito: Quindi abbiamo modificato definitivamente la modalità di invio: ora i racconti si possono inviare solo durante la “finestra di preparazione” del nuovo numero.

Ore nere, Altrisogni

7) Con l’antologia horror Ore nere, Altrisogni apre la collana “Altrisogni presenta”. Parlateci un po’ di questa novità.

Christian: Abbiamo sempre pubblicato racconti relativamente brevi su Altrisogni. E poi abbiamo prodotto un’antologia (Nel buio) in seguito a un primo concorso letterario. Da tempo stavamo progettando altri prodotti. Libri (antologie o romanzi). Ore nere nasce per caso, dopo il Premio Letterario “F. M. Crawford” e inaugura questo “contenitore” editoriale in cui pubblicare racconti lunghi o romanzi, o opere diverse da quelle di Altrisogni. Ma presto arriverà un fratellino “seriale”. I racconti del Purgatory Lounge, una serie di fantascienza. Con questi prodotti editoriali portiamo il marchio di Altrisogni su piattaforme di vendita online inaccessibili per le riviste (come Amazon, per esempio). Questo, speriamo, darà risonanza a tutta la produzione di Altrisogni e, quindi, a tutti i suoi autori e illustratori.
Ore nere comprende racconti che non potevamo proprio lasciarceli scappare. Innanzitutto Il quadro, di Yuri Abietti, vincitore del premio speciale Altrisogni. Poi… Squali!!! di Valeria Barbera. Sorprendente, fortissimo, crudo, violento, ottimamente scritto. E poi tutti gli altri, tutti altamente validi (non prendetevela se non vi nomino tutti qui, vi nomino tutti in ogni comunicato stampa ). Certo, tutto questo ci ha dato anche altro lavoro, in più: l’editing, che per alcuni racconti è stato meno leggero rispetto ad altri, magari con scambi di mail più corposi. Ma ne è valsa la pena. È stato per noi naturale contattare gli autori e riunirli in Ore nere.

Vito: Siamo molto soddisfatti dei racconti che abbiamo selezionato tra quelli giunti, secondo noi sono di alta qualità: gli autori Davide Camparsi e Irene Grazzini hanno fatto un lavoro ottimo. Volevamo far uscire il primo numero della collana Purgatory Lounge prima dell’estate, ma Ore nere ci ha assorbito tantissimo e quindi siamo stati costretti a rimandare Purgatory a settembre.

8) Molti grandi scrittori, dall’ottocento in poi, sono diventati famosi scrivendo racconti, non libri. Secondo voi è possibile che, al giorno d’oggi, la “figura” del racconto – e di chi lo scrive – stia riacquistando valore?

Christian: Di sicuro è uno strumento valido. A noi i racconti sono sempre piaciuti. Io personalmente sono rimasto folgorato da due vecchie antologie di Urania: 44 microstorie di fantascienza e Altre 44 microstorie. Racconti brevi, efficacissimi. Esplosivi. Il digitale permette molta possibilità e oggi chiunque può scrivere e pubblicare un racconto e vederlo scaricato da centinaia di potenziali lettori. Questo aumenta l’offerta, e forse mediamente diluisce la qualità. Ma non importa: la qualità vera, comunque, prima o poi emerge. Chi è bravo a scrivere racconti, prima o poi, avrà il suo ritorno in termini di lettori. Questo è certo. Sì, è un buon momento per il racconto. Ma lo è anche se un autore vuole usare questa forma per farsi conoscere. Molte selezioni letterarie per racconti poi aprono la strada ad altro. Mondadori ha collane da edicola che periodicamente cercano autori, che poi vengono messi sotto contratto e poi magari possono pubblicare romanzi. È un buon modo per cominciare, no? E poi… ci sono i concorsi, che sono una palestra fenomenale. Moltissimi dei nostri “miti” si sono fatti le ossa scrivendo racconti per riviste. Ne cito due che amo particolarmente: Howard e Lovecraft. Attendiamo a braccia aperte i loro eredi.

Vito: Io comunque sono fermamente convinto che sì, la figura di chi scrive racconti stia oggi riacquistando valore. Però dipende molto dalla qualità dei racconti e del lavoro che l’autore fa a monte: c’è molta fuffa in giro, ma quelli bravi si distinguono ancora di più proprio per questo.

Christian: Noi abbiamo un piccolo sogno, legato al racconto. E un giorno lo realizzeremo. Vorremmo mettere in piedi un progetto di racconti seriali. Dobbiamo ancora capire come declinarlo e realizzarlo, ma il digitale aiuterebbe di sicuro. Ambientazione persistente, personaggi ricorrenti, tipo serie, appunto. Ecco, potrebbe essere un buon biglietto da visita per un autore, un ottimo strumento per tutti e un’espressione artistica molto valida. E interessante da leggere, crediamo.

Ringraziamo di cuore Vito Di Domenico e Christian Antonini per la loro disponibilità!

Quella che avete letto è solo parte dell’intervista. Se seguite il link all’evento, potete leggere anche il resto: Intervista ad Altrisogni su Facebook.
Qui, invece, potete trovare la recensione doppia (di Luna e Bee) a Ore Nere.

Alla prossima intervista!


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