Sabato 11 aprile presso il salotto letterario Calliope della Libreria Mondadori di Siderno (RC), Amabile Giusti ha presentato, insieme a Rossella Scherl, il suo ultimo romanzo La donna perfetta (Mondadori), libero adattamento dalla sceneggiatura del film Ma che bella sorpresa diretto da Alessandro Genovesi (autore anche dello script, insieme a Giovanni Bognetti, remake, dichiarato, della pellicola brasiliana A mulher invisível, Claudio Torres, 2009). Un’occasione per conoscere l’autrice, così da rivolgerle qualche domanda riguardo il suo ultimo lavoro, una persona molto affabile e gentile, che ringrazio nuovamente da questo spazio web per la cortese disponibilità.
Precedenti realizzazioni di Amabile: Non c’è niente che faccia male così (La Tartaruga, 2009); Cuore nero e Odyssea (entrambi edizioni Baldini & Castoldi, 2011 e 2013); Trent’anni… e li dimostro (Mondadori, 2014).
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Amabile Giusti (ipresslive.it)
Ho letto il suo romanzo La donna perfetta e visionato il film Ma che bella sorpresa di Alessandro Genovesi, dalla cui sceneggiatura ha tratto la suddetta realizzazione. Cosa l’ha spinta a tale operazione, certo particolare rispetto a quanto avviene solitamente, ovvero l’adattamento di un’opera letteraria per il cinema, il teatro o la televisione?
“Sì, in effetti, generalmente il percorso è quello inverso, dal romanzo viene tratto poi il film, mentre qui è stato un viaggio al contrario, nel senso che da una sceneggiatura, la quale è stata sottoposta alla mia attenzione perché potessi leggerla, così da vedere se potesse piacermi o ispirarmi, è stato tratto questo romanzo che io ho personalizzato, in quanto ho introdotto degli elementi miei, inserito dei personaggi che non vi sono nel film, ampliando al riguardo la figura di quelli che nella pellicola rivestono un ruolo marginale. In poche parole ho cercato di farlo mio, in modo che non apparisse una scrittura passiva, ma piuttosto fosse rintracciabile anche un percorso personale”.
Infatti a mio avviso il romanzo appare decisamente più riuscito rispetto al film, in quanto riesce a trasmettere un ben definito legame con la realtà pur alternando toni immaginifici.Vi è poi l’attenzione a più di una problematica sociale e una compiuta caratterizzazione dei singoli personaggi (in particolare riguardo Giada, figura speculare a Guido, o il padre di quest’ultimo, “responsabile” del suo modo d’essere). Come ha conciliato, all’interno di uno stile sicuramente piacevole, scorrevole, incisivo ed ironico, la commistione della realtà con l’immaginazione?
“Grazie! In tutto ciò che scrivo vi è sempre una fusione fra realtà ed immaginazione, in quanto mi piace che anche ciò che è fantastico sia verosimile, ovvero che i sentimenti dei personaggi siano plausibili in un ambito fantasy, quindi a maggior ragione in una storia che si basa su un contesto realistico. In particolare il personaggio di Giada l’ho plasmato a mio gusto, vi è molto della mia personalità. Ho dato, come lei ha notato, una maggiore incisività al suo ruolo rispetto al film, il quale vira maggiormente sul comico ed offre invece più rilievo a Silvia, “la donna perfetta”. Il mio romanzo si delinea invece come una commedia romantica, con delle punte anche di malinconia: la storia di un uomo che si avverte tanto disperato dopo essere stato abbandonato dalla sua compagna e letteralmente impazzisce ha certo qualcosa di triste, a parte l’ironia che può comunque suscitare”.
E’veramente così difficile al giorno d’oggi, per ambo i sessi, sullo scenario di un mondo in continua mutazione, chiuso al reale e “social” nel virtuale, trovare se non proprio l’altra metà della mela, qualcosa che, con qualche aggiustamento, possa farle combaciare? Nel libro sembra insinuarsi come soluzione una sorta di romanticismo “pratico”, temprato dalla quotidianità dell’esistenza, magari quello proprio di coloro che, uomini e donne, si sentano, riprendendo quanto da lei scritto, “un ritratto rinascimentale in una galleria d’arte moderna”…
“Sì, esatto, il romanticismo ancora espresso da quelle persone che si sentono magari un po’ fuori posto …”
E’ una definizione in cui mi sono facilmente identificato …“Mi ci identifico spesso anche io …
Credo che l’importante sia non andare alla ricerca della donna perfetta o dell’uomo perfetto, perché non esistono … Certo vi sono molti stimoli elargiti dal mondo in cui viviamo, resistono tuttora utopie o idealizzazioni romantiche, ma credo non esista la perfezione, più semplicemente esiste un essere umano che si adatta a te, è perfetto per te, ma non in senso assoluto, ritengo sia importante non aspettarsi una perfezione oggettiva, un minimo di adattamento vi deve pur essere, altrimenti si trasforma in una ricerca impossibile …”
Classica domanda finale: progetti per il futuro?
“Ho in programma un nuovo romanzo, la cui uscita, ancora una volta per i tipi della Mondadori, è prevista per il primo semestre del 2016.
Assecondando il mio desiderio di raccontare anime in crescita, il loro vissuto all’insegna di vari cambiamenti, la narrazione vedrà protagonista una giovane donna e l’intreccio verterà verso quella confluenza a me cara fra toni drammatici e romantici, realtà ed immaginazione”.