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Intervista ad Amabile Giusti, autrice di "Trent'anni e li dimostro"

Creato il 18 novembre 2014 da La Stamberga Dei Lettori

L'autrice


Amabile Giusti è nata in Calabria ed è lì che vive ancor oggi: proprio sulla punta dello stivale, fra il mare e la montagna, vicino a una distesa di verde che, vista dall'alto, sembra la sagoma di un cavalluccio marino. Ha frequentato il liceo classico e si è laureata in Giurisprudenza. Fa l'avvocato ma non si sente avvocato. Scrivere è la sua vita vera. È un tipo che ascolta molto e parla poco, ma quando scrive non si ferma più...
Amabile ha pubblicato i romanzi Non c'è niente che fa male così (La Tartaruga 2009) e, per Baldini&Castoldi, Cuore Nero (2011) e Odyssea (2013).

Il libro


Carlotta ha quasi trent'anni, e si considera una sfigata cronica: raggiunge il metro e sessanta solo con i tacchi a spillo, ha una famiglia decisamente folle e all'orizzonte non vede l'ombra di un fidanzato come si deve. Non solo: è appena stata licenziata a causa della sua irrefrenabile schiettezza... ma ora, per arrivare a fine mese, è costretta ad affittare una stanza del suo appartamento. Luca, il nuovo inquilino, ha molti pro (è bellissimo, fa lo scrittore, è dannatamente simpatico) ma altrettanti contro: è disordinato, fuma troppo e ha il pessimo vizio di portarsi a casa le sue conquiste, una diversa ogni notte. Carlotta non chiude occhio e in più si sente una vera schifezza. Non lo ammetterebbe mai, ma quel maschio predatore che tratta le donne come kleenex e gioca sul fascino tenebroso del romanziere la sta facendo innamorare. In una girandola di eventi sempre più buffi, tra una madre terribile, una sorella bellissima e gelosa, una tribù di parenti fuori controllo, un nuovo lavoro tutto da inventare e molti incontri ravvicinati con Luca e le sue fidanzatine di passaggio, Carlotta imparerà che è lei la prima a dover credere in se stessa... Del resto è stato così anche per l'autrice di questo romanzo, che scrive da sempre e non si è arresa alle difficoltà del mondo editoriale, decidendo di auto-pubblicare il suo libro in rete... il successo è stato talmente grande che presto un'agente ha notato il libro, e ha dato vita a un'asta tra gli editori! Per questa nuova edizione cartacea del romanzo Amabile ha lavorato ancora, insieme alla sua editor, per regalare alle lettrici una storia strepitosa, scritta magnificamente e piena dello humour e dei sapori delle ragazze italiane. La storia di una donna vera, non giovanissima, non bellissima, ma piena di grinta, e capace di trovare il proprio posto nel mondo. Perché nella lingua della felicità l'aggettivo imperfetta vuol dire, semplicemente, unica. La nostra recensione qui.

L'intervista


1. Cara Amabile, vuoi dirci come è nata l’idea di scrivere un romanzo chick-lit?

Ciao a tutti! Come sa chi mi conosce un pochino, io non ho un genere fisso di appartenenza, ho spaziato dalla narrativa contemporanea al fantasy, inteso sia come urban che come fantasy dai canoni più classici, al romance storico fino, appunto, al chick lit. Mi piace reinventarmi e mettermi alla prova. La “letteratura per pollastrelle” mi ha permesso di divertirmi e divertire e ha fatto emergere il mio lato folle. Quando ho scritto Trent’anni e li dimostro (più di dieci anni fa) avevo bisogno di regalarmi qualche sorriso


2. Sappiamo che hai già pubblicato due romanzi con l’editore Baldini&Castoldi, vorresti raccontarci la tua esperienza in modo da rendere partecipe il pubblico di aspiranti scrittrici e consigliarlo sulla strada migliore da seguire?

In verità, i romanzi che ho già pubblicato in passato sono tre: Non c’è niente che fa male così, Cuore Nero e Odyssea. Oltre il varco incantato, adesso fuori catalogo e quindi di difficilissima reperibilità a causa di varie vicende che hanno coinvolto l’editore e che preferisco non approfondire. Diciamo che è un’esperienza che mi ha fatto crescere, anche se non è andata come avrei desiderato e, allo stato attuale, nel bilancio dei pro e dei contro, sono molte di più le delusioni che ne ho ricavato delle soddisfazioni.


3. La tua pubblicazione è passata prima per il self-publishing, consiglieresti ad altri autori questa esperienza?

Proprio per colpa delle esperienze negative cui ho fatto cenno poco fa, a un certo punto ho deciso di fare da sola, autopubblicando Trent’anni e li dimostro, che avevo nel cassetto da diverso tempo. È stato facile, divertente, emozionante, mi ha riportata in mezzo alle persone, ai lettori, mi ha fatto sentire l’affetto della gente e mi ha ridato quella fiducia in me stessa che credevo definitivamente persa. Non solo lo consiglio, ma io stessa tornerò a servirmi del self per quei lavori più difficili da piazzare, vedi ad esempio il fantasy che al momento non suscita l’interesse degli editori tradizionali.


4. I personaggi del tuo libro sono liberamente ispirati a persone della vita reale o sono un’invenzione della tua immaginazione?

Un po’ e un po’. In gran parte sono frutto della mia scatenata fantasia, ma ci sono aspetti ispirati anche a persone reali, che ho incontrato, conosciuto, osservato, spiato. E a me stessa. In Trent’anni e li dimostro ho dato a Carlotta un po’ del mio sarcasmo e soprattutto quel prendersi in giro da sola che è, fondamentalmente, la sua forza vitale.


5. Il tuo modo diretto, vero e soprattutto divertente di scrivere, porta il lettore a rilassarsi nella lettura fin dalle prime pagine, pensi sia la tua firma come scrittrice di chick-lit?

Ho un mio stile, spero riconoscibile per i lettori, un mio modo di raccontare una storia. Scrittura fluida, periodi non troppo lunghi affinché chi mi legge non sia costretto a restare in apnea fino al punto. Ironia talvolta sfociante nella demenzialità ma anche qualche parentesi di riflessione. La mia firma è Amabile Giusti, solo io, una che non ha mai seguito corsi di scrittura, che scrive di pancia, che sbaglia tanto e impara tantissimo, che lascia sempre riposare ciò che scrive, e se non ride e non piange per prima di ciò che dovrebbe far ridere e piangere gli altri, cancella tutto e ricomincia. Una che ascolta i suggerimenti dei critici e desidera migliorarsi.


6. C’è un genere letterario che metti al di sopra degli altri? Un genere che ti fa perdere in ore e ore di lettura?

Non c’è un genere. Come autrice sono multiforme, versatile. Ciò che accomuna tutte le mie storie è il raccontare le emozioni della gente. Amore, dolore, tradimento, paura di crescere, paura di morire, invidia e lealtà. Neanche come lettrice ho un genere. Amo ciò che è scritto bene.


7. Tutte noi siamo state innamorate di “un Luca”, cosa consiglieresti a quelle ragazze che si trovano nella stessa situazione della tua Carlotta?

Luca è un personaggio da romanzo e va amato come tale. Nella vita reale un tipo così lo avrei preso a sganassoni sonori! I romanzi ci fanno sognare e sperare che il mondo sia un posto migliore e Cenerentola esista, ma la realtà il più delle volte è priva di lieto fine e i Luca di carne, a differenza di quelli di carta, alla fine lasciano solo amarezza. Per cui, ragazze, scappate a gambe levate da uno così perché non sarà mai un vero Luca ma solo una sua pessima imitazione!


8. Durante la stesura del romanzo è andato tutto liscio o qualche personaggio ti ha dato del filo da torcere?

Nessun filo da torcere, la scrittura è stata facile e naturale. I personaggi non mi danno mai problemi, devo dire la verità. A volte lo fanno le situazioni, certi intrecci in cui tutto deve combaciare e filare, ma mai i miei piccoli assurdi eroi.


9. Molte lettrici, ispirate dalla tua penna, vorrebbero intraprendere la strada della scrittura: vuoi spiegare, quali regole, secondo te, sono da seguire durante la stesura di un romanzo rosa?

Non credo di essere la persona più giusta per dare suggerimenti di questo tipo, perché io stessa non ho regole esatte, non seguo scalette né tappe preordinate. Ho in mente una trama, che si arricchisce di dettagli man mano che scrivo. Ti posso dire ciò che piace a me: un amore imperfetto, ostacolato, difficile per qualche ragione. Un’eroina determinata ma non una guerriera che non ne sbaglia una, e soprattutto non una bellona assoluta. Un eroe forte all’apparenza che rivela un lato fragile e umanissimo. Personaggi di contorno caratteristici. E soprattutto, nei romanzi, la seduzione è più intrigante dell’amore, per quanto mi riguarda. Due che si incontrano, si amano e vissero tutti felici e contenti, mi annoiano a morte. Voglio problemi, fraintendimenti, nodi intrecciati e più ce ne sono più mi diverto. E non voglio sapere cosa succede dopo, non voglio vederli circondati di pargoli a giocare al cavalluccio dinanzi al fuoco, è una cosa che nei romanzi d’amore proprio non sopporto. Mio gusto personale, è ovvio.


10. C’è qualche succulenta novità in serbo per noi? Qualche nuovo personaggio pronto ad uscire dalla tua penna?

Sì, sto scrivendo una nuova storia, di cui non posso dire nulla, qualcosa che, ne sono sicura, sorprenderà i miei lettori. Posso solo dire una cosa: per la prima volta il mio protagonista sarà un uomo tutt’altro che bello.


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