La Repubblica e diversi media di regime la hanno dipinta come antisemita, qual è la sua versione a riguardo?
In verità, il “titolone” è di Vera Schiavazzi di Repubblica; gli altri media hanno semplicemente rimbalzato la notizia. Di tutte le testate che hanno ripreso la notizia nessuna si è presa la briga di concedere spazio al contraddittorio sentendo anche me (come avrebbe forse voluto una corretta informazione). Quanto a Repubblica, ribadisco quanto ho già precisato a suo tempo. Ciò che la giornalista ha scritto non corrisponde alle mie opinioni nè a quelle del Coordinamento di Torino del quale sono portavoce.La mia personale opinione è che religione e nazionalità sono del tutto irrilevanti nell’esercizio del potere e nell’uso spregiudicato della finanza. La protesta popolare capillare e spontanea che è nata con il 9 dicembre 2013 ha come obiettivo, tra gli altri dichiarati, di rifiutare il dominio della finanza globalizzata sul nostro paese. I danni che essa produce sono ben visibili non solo nel nostro paese ma in tutta l’area euro. La definizione “finanza globalizzata” rende di per sè ridicolo parlare della nazionalità di questo o quel finanziere; disquisire poi sulla religione di questi è oltremodo insensato. A me pare che un finanziere che disponga di risorse personali pari a 40 o 50 volte il PIL degli Stati Uniti … le utilizza per esercitare un enorme potere sui mercati, sulle nazioni e sui popoli; supporre che quel finanziere non eserciti questo potere il venerdì, il sabato o la domenica, secondo la sua religione di appartenenza è quantomeno risibile.Si è trattato semplicemente di una pessima “pagina” da parte del giornalismo italiano, tutto tesa a servire i poteri forti che sono la causa del malessere nel nostro paese ed a screditare chi, democraticamente e nel rispetto della legge, manifesta il proprio legittimo e motivato dissenso.
Il Coordinamento 9 Dicembre di Torino ha pubblicato un nuovo manifesto politico condiviso anche da Calvani, qual è ora la strategia del movimento?
Il nuovo manifesto è un’iniziativa del coordinamento di Torino largamente condivisa da altri coordinamenti in Italia e da altre parti della nostra società. La strategia è alquanto semplice: vi è una larga parte della nostra società che versa ormai in condizioni di vita non dignitose. La protesta non è quindi espressione di un esercizio di retorica politica o motivata da qualche desiderio di superfluo benessere: vi è parte della popolazione che non è in grado di assicurarsi il necessario per vivere! Se si toglie ai cittadini il minimo necessario per la sussitenza e con questo anche la dignità, è solo questione di tempo e la protesta potrebbe sfociare in atti violenti. Le persone per bene che spendono le proprie energie in questa protesta, desiderano con tutte le proprie forze che lo scenario futuro del nostro paese non sia simile a quanto accade ad esempio in Grecia, ma di ordine e tipo differente.Si desidera un percorso giuridico che evidenzi le violazioni della legge che sottendono l’esproprio della sovranità nazionale consumatasi in questi anni, che ha anche causato la grave crisi cui assistiamo. I cittadini vogliono essere esempio di quella “meglio” che chiedono a gran voce e, nel pieno rispetto della legge, si preparano a sollevare tutti gli aspetti del nostro ordinamento che sono stati violati negli anni scorsi. Si desidera il pieno rispetto del nostro ordinamento giuridico, a partire dalla nostra Carta Costituzionale.
Basterà fare informazione, raccogliere firme e altre manifestazioni per far cadere questo sistema politico? Turchia, Siria e Ucraina dimostrano che i governi non cedono neanche con la forza finchè hanno le forze armate dalla loro parte, è cosi anche in Italia?
Non credo sia possibile paragonare un paese come l’Italia a Siria o Ucraina. In ogni caso, il percorso giuridico è stato scelto proprio per mantenere il confronto entro i confini della legge e non attraverso scontri di piazza. Ovviamente, nessuno di noi ha la sfera di cristallo e non sappiamo dire in anticipo se questa iniziativa potrà sortire gli effetti desiderati. Una cosa sappiamo per certo: vale la pena tentare. Osserviamo che altri paesi nel mondo hanno seguito un percorso simile, liberandosi dal laccio del debito odioso e ritornando ad una vera sovranità nazionale. Sebbene con differenze tra loro, Ecuador, Brasile, Uruguay, Paraguay, Islanda, Ungheria hanno seguito un percorso di audit del debito pubblico ed hanno scelto cose differenti da quanto proposto dalla Troika, con significativo successo.
Cosa ne pensa di Grillo e del M5S?
In questo caso, esprimo opinioni del tutto personali.Non ho opinioni di particolare rilievo in merito a Grillo; ha una sua storia ed ha offerto un suo contributo che ciascuno valuta in modo personale. Il Movimento 5 Stelle è invece una forza politica presente in Parlamento e la valuto in base al suo operato. Apprezzo la chiarezza e la determinazione con cui stanno all’interno delle istituzioni e ne svelano i meccanismi e gli “inciuci”. Parrebbe essere una forza politica vicina alle necessità della popolazione.
Grillo è attualmente indagato per aver istigato i capi delle forze dell’ordine alla diserzione, può essere un vostro alleato?
Non credo. Il Movimento 9 Dicembre ha parecchie componenti e non sono tutte perfettamente allineate; la cosa è anche significativa prova che si tratta veramente di una protesta capillare e spontanea, senza una regia.Tra tutte le diverse componenti la protesta si evince però una nota chiara al di sopra di ogni altra: i cittadini si difendono da soli perchè nessuno ne ha a cuore il destino e la dignità. Nella popolazione che è scesa in piazza la fiducia nei sindacati e nei partiti politici è uguale a zero. Non essere alleati non significa necessariamente essere nemici; se Grillo sceglie di agire, quanto in suo potere per migliorare le condizioni del nostro paese, sarà un’altra voce che spinge in questa direzione.
Nel vostro manifesto politico attaccate l’Unione Europea, proponete solo di uscire dall’Euro o anche dall’Unione Europea stessa?
Il manifesto non ha l’intenzione di attaccare nessuno, ma registra, constata e rileva lo stato delle cose. Piuttosto, osserva (il manifesto) che l’Italia è sotto attacco … e pare proprio che l’attacco arrivi da quella finanza globalizzata che ha espressamente imposto la cessione di abbondanti porzioni di sovranità nazionale. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti! Così, non si attacca nessuno, ma si identifica chi ha attaccato e profondamente leso il tessuto economico e finanziario del nostro paese, fino a disgregare la nostra società al punto che essa non è più in grado di assicurare una vita dignitosa ai propri cittadini. Tutto ciò non è casuale, ma risponde ad un piano ben organizzato ed agito negli anni, ove la nostra politica nazionale ha agito assai più in collusione con i poteri finanziari globali che in difesa delle prerogative costituzionali del propri cittadini. Sovranità non significa non avere relazioni con altri stati dell’Unione Europea; nessuno pensa ad un isolazionismo internazionale. Ma l’Europa così com’è con evidenza schiacciante non funziona. Occorre, dunque, ristabilire le condizioni nelle quali il nostro paese possa prosperare in modo democratico, in collaborazione con i paesi vicini, se questo è anche nelle loro oneste intenzioni.
Potrà un’Italia indipendente resistere all’attacco dei poteri forti internazionali? Non si rischierebbe di fare la fine che stanno facendo Argentina e Venezuela?
Ancora una volta, Argentina e Venezuela non sono paragonabili all’Italia. Siamo al centro dela zona euro e della “vecchia europa”, nonchè una delle prima 10 economie al mondo (almeno, lo eravamo fino a qualche anno fa). E’ chiaro che contrastare i piani di certi poteri può cagionare reazioni forti, quali speculazione sui titoli, ricerca di un’impennata inflazionistica, ma eminenti economisti (come Borghi o Bagnai) hanno ampiamente illustrato l’effettivo consistenza di questi fenomeni, che potrebbero essere decisamente contenuti (ed in questi termini anche sostenere il rilancio dell’economia italiana) a patto che le decisioni siano per una effettiva sovranità, che in altri termini significa che la moneta sarà di proprietà dello stato (cioè, dei cittadini) ed emessa senza debito.
Alcuni sostengono che la rivoluzione per funzionare dovrebbe coinvolgere tutti i paesi Europei, lei cosa ne pensa?
Non ritengo che un vero cambiamento debba necessariamente prevedere la partecipazione di altri paesi europei, anche se osservo che le ragioni della protesta in Italia sono le medesime di analoghe proteste in parecchi paesi dell’EU. L’idea che un percorso giuridico che ristabilisca le fondamenta democratiche e di sovranità possa non essere solo italiano è certamente gradevole ed auspicabile, ma non la consideriamo una conditio sine qua, non per la nostra iniziativa.
Alcuni movimenti collegati al vostro sostengono istanze separatiste, qual e’ la sua posizione in merito?
Si tratta appunto di alcune parti della protesta cui accennavo più sopra. Posso testimoniare che la stragrande maggioranza dei cittadini presenti nelle piazze non ha questo genere di aspirazioni e/o desideri. I cittadini sono scesi in piazza con un solo simbolo: IL TRICOLORE ed una sola canzone, l’inno italiano.Credo questo valga più di ogni discorso.
I nostri Marò vengono trattati come terroristi, come dovrebbe comportarsi l’Italia?
Personalmente non ho informazioni specifiche in merito, se non quanto scritto dalle testate gironalistiche (e cosa penso della stampa italiana – lodevoli eccezioni a parte – l’ho detto più sopra).Così posso solo azzardare un mio personalissimo “sentire” … ho la sensazione che dietro la faccenda vi sia uno scontro diplomatico tra India ed Italia per ragioni alquanto diverse dal servizio dei due Marò. Voglio sperare che questa vicenda si risolva nel modo migliore. Se i due militari dovessero essere riconosciuti colpevoli di qualche comportamento al di fuori delle regole d’ingaggio previste per il loro servizio, che siano giudicati per questo, ma secondo la legge del loro paese. Sinceramente mi pare che la pena di morte millantata da alcuni sia inaccettabile ed eccessiva.
Concludendo, il Coordinamento Nazionale del 9 Dicembre prevede in primavera nuove azioni forti come blocchi e occupazioni?
Io sono portavoce del Coordinamento di Torino. Noi proponiamo una serie di iniziative sempre coordinate con le questure e con il minimo impatto possibile con i lavoratori, che già patiscono condizioni difficili.Non escludo che dal Coordinamento Nazionale giungano inviti per azioni più “forti”, che ogni coordinamento locale valuta e decide se appoggiare.Come già detto, vorremmo con tutte le nostre forze che il “contenzioso” si svolgesse in terreno giuridico e non nelle piazze, ma occorre anche che le richieste motivate, giuridicamente rilevanti dei cittadini ottengano soddisfazione. Esiste, ad ogni modo, un preciso diritto costituzionale alla manifestazione del dissenso che occorre garantire in toto per potersi dire un paese civile.Se questo articolo ti è piaciuto non perderti il libro di Giuseppe Cirillo: Libertà Indefinita, prossimamente acquistabile su internet e in 1.500 librerie.
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