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Intervista ad Antonio Vasselli

Creato il 02 aprile 2013 da Paolo Franchini

Nome: Antonio
Cognome: Vasselli
Ultimo lavoro: Non funziona, commissario Mezzasalma

Hai carta bianca: descriviti come preferisci.

Sono un cittadino del mondo sempre innamorato e incuriosito per tutto ciò che ruota attorno alla vita. Per tale motivo amo l’arte come espressione individuale e collettiva. Non amo la sedentarietà e mi lascio sorprendere, convinto che la vita è una continua ricerca di persi e ritrovati.

Intervista ad Antonio VasselliTi va di raccontarci il tuo ultimo lavoro?

Ho interrotto momentaneamente il giallo del commissario Mezzasalma, per approdare al genere thriller, consapevole di avere scelto un argomento tosto e attuale: la globalizzazione del Vaticano.

Quando hai iniziato a scrivere, sapevi già che – prima o poi – ti saresti imbattuto in un lavoro come questo?

Sì. Ho approfondito i miei studi di ricerca finalizzati alla conoscenza di argomenti sul Vaticano, necessari all’impalcatura della trama, in un mixer di verità nascoste e di pura fantasia.

Hai mai ballato sotto la pioggia?

Ammetto che m’intriga parecchio.

Esiste un libro che avresti voluto scrivere tu?

Il prossimo.

La tua canzone preferita è…?

Barry White: Can’t get enough of your love, babe.

Che rapporto hai con la televisione?

Odio-amore, in quanto sono uno dei contribuenti che paga un canone esagerato.

E con il cinema?

Goloso. È l’unico luogo dove posso consumare tranquillo una montagna di popcorn.

Intervista ad Antonio VasselliE con il teatro?

Autentico. Gli attori dal palco passano le emozioni.

Hai mai parlato al telefono per più di due ore?

No, non ho mai creduto che allungasse le vita!

Ti piacciono i proverbi? Ne usi uno più spesso?

Li adoro. Chi semina raccoglie.

Hai tre righe per dire quello che vuoi a chi vuoi tu. Ti va di usarle?

Mi rivolgo a chi vuole intraprendere il sogno di essere scrittore. “Non devi smettere un solo istante di pensare che non si possa realizzare. Contare sin dall’inizio sulle tue forze e non lasciarti suggestionare dalle invidie altrui che vorrebbero l’abbandono dei tuoi propositi. Chi semina raccoglie vento e acqua. Un giorno ti serviranno”.

Ti sei mai rapato i capelli a zero?

Sì, da quando i barbieri non usano più le forbici.

Non funziona, commissario Mezzasalma. La seconda indagine del commissario Mezzasalma. Le indagini del commissario Mezzasalma. Vol. 2Se potessi cambiare una cosa (ma una soltanto) del tuo ultimo lavoro, che cosa sceglieresti? Il titolo? Altro?

Per un senso di colpa, cambierei il nome del Pontefice (Benedetto XVI) a cui mi sono liberamente ispirato nel romanzo thriller, poiché il cardinale Joseph Ratzinger, dopo avere letto in forma privata questo manoscritto, ha deciso di abbandonare l’incarico universale come Santo Padre di Santa Romana Chiesa.

Quando scrivi, hai un lettore di riferimento oppure scrivi solo per te stesso?

Un’idea me la faccio, sperando che non sia mai la mia insegnante di Lettere.

Tra due ore si parte per un viaggio su Marte: scegli tre oggetti da portare con te e un aggettivo per descrivere l’umanità ai marziani.

A patto e condizione di ritornare sulla Terra, sebbene sia incasinata. Come oggetti porterei: un libro di astronomia di Margherita Hack; la nota delle spese USA in merito alle sonde su Marte; una registrazione televisiva di Porta a Porta, condotta da Vespa. Un aggettivo per qualificare l’umanità? Caotica.

La cosa che più ti annoia, quella che più ti diverte e quella che più non sopporti.

Attendere senza motivo. Immaginarmi Dio. L’arroganza.

Stai già lavorando alla tua prossima pubblicazione? Se sì, ci regali un’anticipazione?

Ho iniziato il giallo della terza indagine del commissario Mezzasalma. L’incipit muove i passi intorno alla Sagra di Sant’Antonio Abate, con la devota tradizione dei saronnesi per la chiesetta del Santo e la degustazione del piatto tipico: la buseca.

Prima di salutarci, l’ultima domanda è tua. Chiediti quello che vuoi, ma ricorda anche di risponderti.

Ti senti realizzato per quello che stai costruendo?

“Il brivido è il meglio dell’umanità” scrisse J. W. Goethe


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