Nuovo capitolo per le interviste ai blogger: questa volta tocca aCarolina Venturini, autrice del blogSotto i fiori di lillà.
1- Quando e perché hai scelto di aprire il tuo blog?
La mia prima esperienza con un blog si è realizzata sulla piattaforma Splinder (dal 2006 al 2009 aperto al pubblico, dal 2009 a oggi privato). Ho aperto questo nuovo blog nel 2009, dopo il mio
trasferimento da Udine a Roma. Inizialmente aveva un titolo diverso (“Una Friulana a Roma”). L’idea iniziale era raccontare la mia esperienza di emigrante, ma non ne ero convinta. Questo blog è rimasto molti anni in gestazione nella mia mente. Volevo parlare di me e volevo trattare la letteratura. Non mi convinceva l’ipotesi di accatastare una lunga serie di recensioni. Volevo parlare di argomenti che mi emozionavano e appassionavano per davvero, affrontandoli a modo mio. Volevo cercare delle risposte a crucci essenziali che ruotavano intorno al mondo della scrittura e delle pubblicazioni. Il blog è diventato “Sotto i fiori di lillà” nell’ultimo anno, dopo alcune esperienze significative nel mondo dell’editoria.
In queste occasioni ho compreso che avrei potuto estrapolare molto di più dal bozzolo sfocato del
mio blog poco curato, confuso, talvolta sgrammaticato e indifferente alla forma, quasi senz’anima.
Ho capito di avere talento e capacità, e di non essere disposta ad accettare tutto (sfruttamento a
tempo indeterminato in primis) pur di avere un lavoro. Ciò non toglie il mio bisogno fondamentale
di lavorare ed essere retribuita. “Sotto i fiori di lillà” è mutato nel tempo. Negli ultimi sei mesi ho
iniziato ad identificare meglio scopi, argomenti, motivazioni, strade, strumenti.
Il master universitario mi sta fornendo molte indicazioni utili. Il cambiamento del blog è nato anche
dalle lezioni in aula.
2- Come mai hai scelto questo titolo?
“Sotto i fiori di lillà” è il titolo di un romanzo di Louise May Alcott, nonché uno dei miei libri preferiti da bambina. Nella biblioteca comunale del mio piccolo paese di provenienza c’era una copia datata 1970, se non ricordo male, della Malipiero Editore, oggi non più sul mercato (purtroppo). Amavo tantissimo quel libro. Non solo i contenuti, ma anche le immagini, la forma, la copertina cartonata e sognante. Era come avere un tesoro fra le mani. Nella stessa collana, oltre a tutta la sfilza di “Piccole Donne”, c’era anche “Rossella” e altri capitoli tratti da “I Miserabili” di Victor Hugo, intitolati “Cosetta”. Ho amato moltissimo questi libri e ho provato, senza successo, a mercanteggiare con la biblioteca del mio paese d’origine per poterli avere (la scusa era: ma ormai sono così vecchi, potrebbe essere l’occasione per ricomprarli nuovi!). Purtroppo non sono in commercio nuove edizioni di “Cosetta” e “Sotto i fiori di lillà” e quindi… mi sono dovuta accontentare del blog e dei ricordi!
3- In due parole, di cosa parla il blog?
Il blog parla di letteratura, scrittura, professioni e contratti nel mondo editoriale, autori emergenti,
psicologia e web. Ho creato un laboratorio di scrittura (dopo la pausa d’aprile riprenderà a regime)
e sto realizzando delle interviste ad editori, scrittori, “persone speranza” che hanno a che fare con la
scrittura, esperti e organismi attivi nell’editoria. Di tanto in tanto partecipo ad eventi il cui tema ha a
che fare con la letteratura oppure permetto a piccole associazioni di pubblicizzare la loro attività, in
particolare quando questa è creata da giovani con talento. Collaboro attraverso give away o articoli
promozionali delle opere in uscita con due case editrici.
4- C'è un post che ritieni particolarmente rappresentativo e vorresti condividere con noi?
No, non ho un post particolare che maggiormente mi rispecchia. Metto me stessa in tutti. I più rappresentativi sono su Splinder, ma non sono visibili al pubblico e non trattano argomenti felici e
leggeri.
5- Qual è la più grande soddisfazione che hai ottenuto da quando hai aperto il blog?
Ho ottenuto molte soddisfazioni, in diversi ambiti. Dalle statistiche ai contatti con i protagonisti
reali del blog: le persone. La mia tesi è stata valutata positivamente da uno degli editori che ho
intervistato e presumibilmente sarà pubblicata entro la fine di quest’anno con questa casa editrice.
Il blog romanzo è stato valutato positivamente da un altro editore che si è mostrato interessato a
pubblicarlo, ma al momento ho messo in standby questa ipotesi, preferendo risolvere per prima la
questione lavorativa. Penso che la più grande soddisfazione nasca dal riconoscere che ce la faccio
e che riesco ad ottenere dei risultati significativi. Infine, scoprire di essere apprezzata anche da
persone facenti parte il mio “vecchio mondo” è stata una piacevole e insperata scoperta.
6- Quali sono i 5 blog che non possono mancare nel tuo blogroll?
In realtà sono tanti i blog e siti importanti che leggo quotidianamente.
I 5 blog che non possono mancare nel mio blogroll, oltre al tuo, sono:
• Strategie evolutive
• Il Disinformatico
• First Impressions
• Pensare in un’altra luce
• Una golosa a dieta
6- Social network: a quali sei iscritto? Li vivi come una proiezione della tua identità di blogger
o come qualcosa di distinto?
Non ho un particolare amore per i social net. Sono iscritta a Facebook, a Twitter (che uso
raramente), Anobii e Linkedin. Non sono una proiezione, ma un modo per far conoscere la mia
attività sul blog. Anche in questo caso, raramente riesco a esprimere quello che sono davanti una
platea di semi sconosciuti. Per questo motivo li uso come strumenti di diffusione di link e mezzi
pubblicitari da offrire come servizio ulteriore alle case editrici e agli scrittori che scelgono il mio
blog per promuovere la loro attività.
7- Sogni di trasformare la tua passione in un lavoro? In caso affermativo, secondo te è
realmente possibile oggi vivere di scrittura?
Il blog mi da già lavoro, sia in rete che fuori dalla rete. Dopo molte proposte di stage gratuito a
tempo indeterminato ed esperienze al limite della follia ho deciso che, gratis per gratis, mi sarei
sperimentata nell’attività in proprio. Sto imparando molto. Ho anche i miei guadagni indiretti.
Non credo sia possibile vivere con la scrittura perché, a oggi, i contratti proposto agli scrittori
emergenti spesso e volentieri hanno a che fare con le truffe. Le percentuali date sono minime, non
tutti gli editori corrispondono un anticipo allo scrittore. Lavorare nel giornalismo rasenta l’utopia,
in alcuni casi. E’ molto difficile trovare redazioni disposte a farti un regolare contratto e a pagarti
puntualmente quanto meriti. E’ pieno di riviste online e offline che accettano collaborazioni a
patto che siano gratuite. I bugiardi che propongono falsità lavorative sono fortemente attratti dalle
professioni “creative” e la scrittura ne risente molto. I controlli, se ci sono, non toccano le migliaia
di offerte di lavoro fasulle pubblicizzate su carta e nei siti specializzati. In Italia, la cultura e l’arte
non hanno valore.
9- Hai spiegato all'inizio perché hai iniziato. Ora ti chiedo: perché stai continuando?
Continuo perché mi piace e perché credo nel progetto che ho in mente.
10- In definitiva, cosa significa per te essere blogger?
Sono stata blogger. Ora sono web content. Per me significa lavorare autonomamente. Significa
speranza e indipendenza.