D) Ciao Alessio, presentati un poco ai lettori di Letteratura Horror...
R) Ciao a tutti e grazie per lo spazio che mi dedicate! Ho trentasei anni e vivo a Bologna in un accogliente appartamento piano terra ingresso indipendente giardino insieme a una graphic designer, un dobermann e un labrador. Di giorno lavoro in una softwarehouse a pochi chilometri da casa, di notte scrivo storie. O almeno ci provo! Un giorno ho scoperto il piacere di esprimere la mia creatività attraverso le parole e ho iniziato a scrivere. Da allora non mi sono più fermato.
D) Da dove è nata la tua idea di scrivere questo racconto?
R) Non è facile cristallizzare il momento in cui “nasce un’idea”, almeno per me. Diciamo che di base c’è un incubo che da piccolo mi ha lasciato insonne per diverso tempo (e chissà come avevo fatto a rimuoverlo…), poi c’è casa mia, che d’estate spesso è presa d’assalto dai famigerati millepiedi. Aggiungici la notizia della scia di meteore attorno a Bologna, quella è vera, e un paio di morti inspiegabili. Io non ho fatto altro che shakerare tutto quanto.
Questo è in genere quello che succede quando scrivo, mi lascio ispirare da quello che vedo, e cerco di condire la realtà con qualcosa di misterioso o inaspettato.
D) L'horror è un genere che frequenti spesso?
R) Si, decisamente. Sia su carta stampata, sia su pellicola, sono sempre stato attratto da storie dell’orrore, nel senso più ampio del termine. Di conseguenza quando scrivo, dato che per lo più tutti noi scriviamo ciò di cui vorremmo leggere, le ambientazioni nere sono quelle in cui mi imbatto più spesso. Naturalmente accompagnate da un adeguato sottofondo musicale. E adesso che mi ci fai pensare, al mio racconto manca proprio una bella colonna sonora. Accidenti!
D)Nulla di particolare è più un racconto fantascientifico o horror?
R) Non so, onestamente non ho mai pensato di volerlo inquadrare in un genere specifico. E ti confido che il titolo deriva proprio da questo dubbio… avevo quasi terminato il racconto e mi sono detto “bhè, sto partecipando a un premio per la letteratura horror. Ma sono horror queste pagine che ho scritto?!” Direi che possiamo considerarla fantascienza, in fondo si parla alieni. Oppure è una storia dell’orrore, in effetti un po’ di paura la fa (spero!). O forse è un thriller, e i misteri irrisolti saranno svelati nel prossimo episodio…
D)Che rapporto hai con gli extraterresti o alieni che dir si voglia?
R) Come con tutti gli essere umani con cui mi relaziono, anche verso gli extraterrestri nutro, per alcuni, una certa simpatia, per altri una pacata indifferenza. A volte la “certa simpatia” mi spinge persino a farmi una birra in compagnia di qualche non-terrestre. Perché gli alieni sono già tra noi, lo sapete, vero? Non saprei spiegare in altro modo il comportamento di alcune persone che mi circondano.
D)Quali sono le tue letture preferite?
R) Amo tutto ciò che può tenermi incollato alle pagine di un libro, solitamente sono storie nere, thriller, magari con venature soprannaturali, o avventure capaci di rivoltare l’animo umano. Non solo horror quindi. Senza alcun ordine particolare, tra i mie preferiti trovi i racconti di Lovecraft, Misery, Cecità, Gioventù cannibale, L’ipnotista, American Psycho, Cicatrici, La biblioteca dei morti, Musica per organi caldi, La strada, Alta fedeltà.
D) Il miglior romanzo horror che tu abbia mai letto?
R) Quello che più mi ha coinvolto negli ultimi anni è The Dome di Stephen King. E’ riuscito davvero a farmi sentire cittadino di Chester’s Mill, a soffrire, gioire e sperare insieme ad ogni singolo personaggio. Gli ultimi capitoli li ho letti molto, molto, lentamente, terrorizzato dal momento in cui tutto sarebbe finito e avrei dovuto riporre il libro e lasciare per sempre la città. Penso che questo sia ciò che ogni buon romanzo dovrebbe fare. Tormentarti tra la voglia di conoscere il finale, e l’amarezza di sapere che tutto poi finirà.
D) ...e il peggiore?
R) Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Comunque non sono uno che si ostina a voler finire una lettura per non doverla lasciare a metà. Cali di tensione sono normali all’interno di un romanzo, ma alcune volte sono stato davvero costretto ad abbandonare la lettura e riporre il libro sulla Billy. Abbiamo troppo poco tempo per sprecarlo leggendo qualcosa che proprio non ci piace.
D) Chi consideri i tuoi maestri? Le tue fonti di ispirazione?
R) Cerco di trarre qualcosa di positivo da ogni lettura. Ma se inventassero un dispositivo capace di frullare in una bevanda multivitaminica le caratteristiche dei miei autori preferiti, come ingredienti sceglierei: un po’ di genio di Stephen King, adoro l’ossessione per i dettagli e l’orrore che innesca nella quotidianità. La pazzia di Douglas Adams, con la capacità di creare situazioni assolutamente credibili e spiazzarti quando meno te lo aspetti con una trovata folle. E la crudezza di Bukowski, per l’abilità di tratteggiare storie taglienti in poche righe.
D) Parteciperai all'edizione 2014 del Polidori?
R) Non lo so, ho un paio di idee interessanti che proverò a sviluppare nei prossimi giorni. Comunque in bocca al lupo a tutti i partecipanti.
D) Cosa ti ha lasciato il Polidori?
R) Il pregevolissimo Frassino d’Oro, “all’occorrenza un’utile arma ammazza vampiri”! Eh eh, scherzo. Aver preso parte a un premio di tale risonanza, e poter essere pubblicato in antologia insieme ad altri ottimi autori, è per me motivo di grande soddisfazione. Sinceramente non mi aspettavo di poter essere inserito tra i finalisti, proprio perché Nulla di particolare non è un classico horror. Però ci tenevo davvero molto, perché durante le numerose revisioni del racconto ho accolto suggerimenti da diverse persone a me vicine.
D) Quali sono i tuoi progetti editoriali?
R) Sino ad oggi ho scritto solo racconti, qualcuno pubblicato, altri inviati a diversi premi letterari. Ma ho vari appunti sparsi tra block notes, moleskine e laptop che sto mettendo insieme per dar vita a un progetto di più ampio respiro. Quindi, per adesso consiglio ai lettori di Letteratura Horror di procurarsi l’antologia Horror Polidori, poi spero di aver l’occasione di farvi leggere altro di me in futuro.
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