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Intervista alla giovane fotografa Mariangela Neve

Creato il 17 dicembre 2014 da Wsf

Se guardo le fotografie di Mariangela Neve, mi viene in mente il biancore della neve per l’appunto, una chiarezza che sbalordisce ed incanta, lei ci parla attraverso la delicatezza…ed eccola nelle pagine di WSF, Buona Lettura!

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Come sei arrivata alla fotografia? Quando è entrata in contatto con te?

Ho iniziato a fotografare per un esame che dovevo sostenere all’Accademia di Belle Arti. L’inizio non è stato dei più felici, perché proprio non riuscivo a “vedere”, mi limitavo a fissare/osservare qualcosa e a scattare, scattare e ancora scattare. Non avevo ancora ben chiaro il concetto di fotografia – forse neppure ora ce l’ho – ma pian piano sentivo crescere in me la voglia ed il bisogno di fotografare per fissare un momento o per crearne uno.

Concetto SpazialeConcetto Spaziale

Dimmi il tuo concerto di arte.

Per me l’arte è un condensato di idee, spunti e “visioni”. E’ energia grezza che viene riversata in un’opera, plasmata secondo strati e strati di sensazioni. Si crea per racchiudere uno stato d’animo o per raccontare/raccontarsi mettendosi a nudo, senza filtri, senza maschere e lasciar fruire il tutto affinché chi guardi possa provare ogni sorta di emozione.

EmisferoEmisfero

Tu oltre a fotografare, disegni. Ti senti più vicina alla fotografia o al disegno?

Le due cose per me sono complementari. Forse senza il disegno e la pittura, non avrei scoperto la fotografia. Ho bisogno di fotografare come ho bisogno di disegnare. C’è da dire che lasciare una traccia su un foglio è un qualcosa che mi viene fuori con fluidità, mentre scattare una fotografia è un processo meno immediato per me. Ma le due cose vanno di pari passo.

Francesca Woodman

Il computer è diventato strumento artistico a disposizione della composizione visuale. l’arte non può essere insegnata. Può essere stimolata o no?

L’arte più essere stimolata, sì e da molte cose. Basta porsi in ascolto e assorbire.

Natura MortaNatura Morta

Come vedi il futuro dell’Arte in Italia? Soprattutto quella giovanile?

Vorrei ci fosse una maggiore attenzione, che ci si interessasse di più agli artisti e specialmente a quelli emergenti. Le gallerie dovrebbero puntare di più verso chi inizia e non solo verso chi è già in alto. Faccio retorica, lo so, ma davvero mi sembra che in Italia sia tutto fermo e soprattutto l’arte… Insomma la mia visione non è delle più rosee.

PianofortePianoforte

Sono autobiografiche le tue fotografie?

Assolutamente sì. In ogni foto provo a raccontare me stessa, il mio mondo, quello che mi emoziona, quello che mi delude. La gioia, il dolore. Tutto. A volte mi capita di rivedere le mie foto, forse per parlarmi o per cercarmi tra i tanti scatti, non so… ma la cosa che mi stupisce ogni volta è il ricordo preciso del momento in cui ho “partorito” lo scatto, lo stato d’animo, soprattutto. La sensazione è sempre la stessa, come se non avessi più pelle e che tutto fosse lì a dire “questo è quello che sento ora, ascoltami!, tu che guardi”.

Ci sono fotografi a cui t’ispiri?

Adoro Francesca Woodman. Adoro il suo guardarsi dentro, così labirintico e introspettivo, ma non potrei mai avvicinarmi al suo genio – ho un tale rispetto per la fotografia che non posso fare altro che ammirare alcuni grandi fotografi e sentirmi minuscola, un punto piccolissimo su un foglio pieno di nomi – in quanto la mia ricerca è acerba e procede senza una logica. Ad ispirarmi sono soprattutto i libri, i film, la musica, una frase, una persona o uno stato d’animo, come dicevo nella precedente domanda. Sono una spugna in questo: mi guardo intorno e costruisco una mia visione.

SuperstiteSuperstite

Eventi e/o Mostre in cantiere?

Sto portando avanti un progetto che si chiama “donna di picche”. L’idea è quella di raccontare attraverso le mie fotografie, donne che hanno lasciato un segno nel tempo, siano esse immaginarie quali Anna Karénina, Lolita, Ofelia ecc, o reali come Marlene Dietrich, Tina Modotti, Frida Kahlo, Simone de Beauvoir e tante altre. Mi piacerebbe ne venisse fuori una mostra, ma per ora mi accontento di dare un’anima a questa idea così lunga e articolata da portare avanti.


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