Cari lettori,
l'08 maggio scorso vi ho lasciati con una domanda: "cosa succede quando una donna molto complicata decide di costruire tutta la sua vita su una grande delusione?" La risposta è tra le pagine di Un uso qualunque di te, romanzo della scrittrice genovese Sara Rattaro, pubblicato il 14 marzo scorso dalla Giunti Editore. Una storia scritta con uno stile narrativo molto identificativo, che coinvolge il lettore sin dalle prime battute e mette in luce l' intensità emotiva dell’autrice, l'aspetto che più mi ha colpita.
1. Buongiorno Sara e grazie per avere accettato di rispondere alle mie domande: i nostri lettori saranno felici di conoscere meglio te e il tuo lavoro! Se sei d’accordo, inizierei chiedendoti di raccontare qualcosa di te: chi è Sara Rattaro?
Sono nata e cresciuta a Genova dove mi sono laureata in Biologia prima e Scienze della Comunicazione poi. Lavoro come informatore farmaceutico per una multinazionale che si occupa di farmaci oftalmici. Coltivo la passione per la scrittura e la lettura da sempre.
2. Come hai iniziato a scrivere e quali sensazioni ti trasmette la scrittura ?
Scrivo da quando ero ragazzina. Le sensazioni sono infinite. Io scrivo soprattutto per me stessa e per le incredibili emozioni che mi crea. Essere letta è qualcosa di assolutamente inaspettato e incredibilmente lusinghiero.
3. Parliamo del tuo romanzo, “Un uso qualunque di te”: com’è nata l’idea di scrivere questa storia?
Una storia che è esplosa. Non la stavo cercando e non credevo sarebbe arrivata così, con la forza di uno schiaffo. Improvvisamente sapevo tutto di Viola, Carlo e Luce come se li avessi visti in un film che mi ha emozionato.
Non credo di saper fare altrimenti. Le mie sono riflessioni che si trasformano in storie da raccontare. Ogni vita può diventare un romanzo ognuno nasconde qualcosa di straordinario da narrare. Io gioco è proprio questo, prendere una storia apparentemente tranquilla e rovesciarla, cercarne il punto di rottura.
6. In “Un uso qualunque di te” sono trattati temi importanti come quello della famiglia, dell’amore coniugale e di quello per i figli, del tradimento e dell’amicizia: quanto contano nella tua vita, e quanto dovrebbero contare in quella di ciascuno?
Amore e amicizia e tutti quello che ne deriva ci permette di essere quelli che siamo. Sono fondamentali. Per questo motivo ogni loro distruzione provoca conseguenze spesso ingestibili. Il tradimento è di per sé sbagliato ma la sua costante diffusione dovrebbe farci riflettere sul valore che attribuiamo ai sentimenti. Anche per questo esiste la letteratura. Per riflettere.
7. In generale, oggi, abbiamo tutti una gran paura di esprimere e realizzare i nostri sogni. Quanto è importante credere in se stessi per riuscirci? Tutto dipende da noi?
Tanto dipende da noi ma non tutto. Nella vita ci vuole sempre un po’ di fortuna ma ricordiamoci che questa aiuta gli audaci. È una grande verità.
8. Verso la fine del romanzo, Carlo riflette e dice che l’amore non è altri che sentirsi dire ciò che ci fa stare bene: sei d’accordo con l tuo personaggio?
9. Carlo è un uomo buono e un padre esemplare; un uomo che, in modo del tutto naturale, sa cosa significa amare e lo dimostra ogni giorno concedendosi, aprendosi, raccontandosi. Nella sua umanità, nella semplicità del suo modo di sentire la vita, nonostante tutto, comprende che non esiste un modo giusto per amare qualcuno soprattutto se questo ti dà, comunque, più di quanto ti toglie. Le sue considerazioni coincidono con le tue? Carlo è perfetto nel suo modo di amare nonostante tutto e nonostante tutti. è vero che non esiste un modo giusto di amare, ne esiste uno che ci hanno detto essere giusto e ha fatto più danni della grandine!
10. Hai fatto delle ricerche per scrivere “Un uso qualunque di te”? In particolare, mi riferisco al gesto estremo di Viola. Si assolutamente. È fondamentale scrivere storie verosimili, non voglio prendere in giro nessuno.
12. Leggi gli ebook? Nella diatriba vince l’elettronico – sopravvive la carta, da che parte stai? Amo i libri e la carta stampata. Appartengo ancora a quella generazione! Ma credo che gli ebook possano coinvolgere lettori nuovi che prima non si sarebbero avvicinati al libro classico. Ci sembrava impossibile anche mandare in pensione il vinile!
13. A proposito del tuo lavoro: come e dove scrivi? Segui una routine, o aspetti la famosa ispirazione? Scrivo per lo più a casa anche se spesso ne approfitto un po’ ovunque. Nessuna routine, seguo il momento.
14. Come inizi una storia: con una frase, un personaggio, un dialogo? Con un pensiero. Una riflessione. Fermo un concetto e cerco di renderlo musicale.
15. Quando ti accorgi che sei alla fine? Quando i personaggi smettono di parlarmi di loro. 16. E’ possibile affezionarsi troppo a un personaggio? Chi hai amato di più in “Un uso qualunque di te”?
Li amo tutti. nessuna preferenza.
17. Ti pesa più il lavoro preparatorio a un romanzo o la scrittura? Non ho mai fatto una vera preparazione. Se la storia c’è ve la racconto, se mai perdo tempo poi a correggere. Altrimenti perdo in spontaneità.
18. Le critiche negative ti colpiscono personalmente, o riesci a gestire l’emotività in questi casi?
La vita mi ha insegnato a gestire le critiche in generale. Tutti criticano e si critica tutto. Da quello che mangiamo a come ci vestiamo, al nostro modo di guardare, parlare e reagire. Non si può pensare di attirare l’attenzione e di essere immune dalle critiche. Per ora vincono quelle positive e va bene così! 19. Puoi anticiparci qualcosa del tuo prossimo romanzo?
Sarò un uomo!!! 20. Per terminare, che consiglio puoi dare ai nostri lettori che hanno un romanzo nel cassetto e vorrebbero farlo conoscere?
Fatelo leggere. Prima a parenti e amici che amino leggere e di cui vi fidate. Miglioratelo il più possibile e poi inviatelo ad agenti o editor. Non c’è mai nulla da perdere. Al massimo resta nel cassetto. 21. Grazie Sara, speriamo di leggere presto il tuo prossimo romanzo! Grazie a tutti voi!
Sara