Andrea Cabassi, classe 1978, vive a Brescia e si occupa di marketing e comunicazione.
Fra il 2007 e il 2010 ha organizzato, partecipando anche come autore, a performance live di letture attorali (reading), e nel frattempo un piccolo editore gli ha pubblicato una silloge di poesie: "Geloso permaloso lunatico e noioso". Successivamente ha approcciato il self-publishing con una raccolta di racconti brevi, "Matilde danza sulla riva" alla quale ha seguito la pubblicazione in eBook di altri racconti. Nel 2014 esce in libreria il suo romanzo Pelicula.
Ciao Andrea, benvenuto su Peccati di Penna.
Ciao Nel e grazie di nuovo per lo spazio che mi stai dedicando. Mi presento: il mio nome è Andrea Cabassi e sono recentemente uscito in libreria con il mio romanzo distopico Pelicula. Si tratta del mio terzo libro, dopo Geloso, permaloso lunatico e noioso e Matilde danza sulla riva.Quando hai scoperto la scrittura? È nata come esigenza? Come passatempo? O è sempre stata parte di te?
Non sono mica sicuro di averla scoperta: più il tempo passa e più mi rendo conto di quanto vasto sia l’inesplorato. La scrittura è parte di ognuno da quando ce la insegnano, grossomodo intorno ai sei, sette anni - poi è l’uso che se ne fa che cambia le cose. Direi che per me non è né un’esigenza né un passatempo, ma se affermassi che l’ho sempre coltivata racconterei una bugia, in realtà il mio con la scrittura è un rapporto di amore-odio con cui ho imparato a convivere.Sei un lettore? Che generi preferisci e perché?
Come potrei scrivere se non fossi un lettore io stesso? Non ho un genere preferito, anche se negli ultimi anni mi sono concentrato sulla fantascienza e sui classici dell’Ottocento. Il primo filone per la novità che ha rappresentato nel panorama letterario, il secondo un po' per curiosità (del resto la definizione di Classico è libro che conoscono tutti ma che nessuno ha letto) un po' per la strabiliante bellezza del linguaggio.Sei un fan del libro cartaceo o del digitale? Quali sono secondo te i pro e i contro dell’uno e dell’altro?
Ho le idee molto chiare sull’argomento: un buon libro è molto più bello di qualsiasi eBook, solo che in Italia la qualità media dei libri è tendente alla ciofeca. In quanto a comodità l’eBook batte il cartaceo a mani basse, e chi ha mai preparato lo zaino dei libri da leggere durante le vacanze sa di che cosa parlo... eBook e cartaceo possono comunque convivere, personalmente sono anche un fruitore di audiolibri: comodissimi quando si è alla guida!Cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo distopico? Da dove nasce l’idea di Pelicula?
Il concept originale nasce dall'idea del film della vita: un qualcosa capace di filmare la vita intera di una persona. Da film infatti ho tratto il nome pelicula. Questo il punto di partenza, che ovviamente a sua volta proviene da riflessioni ed esperienze precedenti, poi ho sviluppato l'idea di SBS, la città distopica in cui è ambientata la storia, dei personaggi principali ecc.Qual è stato il tuo percorso sino alla pubblicazione?
: Per completare la prima stesura ho impiegato circa tre anni, alternando lunghe pause a periodi intensi. Inoltre, come sa chi bazzica l'ambiente, i tempi delle case editrici si misurano in semestri, quindi le risposte sono sempre un'incognita. In questo articolo http://www.ryo.it/2014/01/14/pelicula-gli-ultimi-invii-agli-editori/ ho provato a descrivere come sono andate le cose snocciolando un po’ di numeri.Come pensi ci si debba presentare a un editore per essere notati?
Credo che l’unico metodo sia quello di presentarsi in maniera coerente alle politiche dell’editore in questione: è inutile inviare una storia fantasy a chi pubblica saggistica così come è inutile che un esordiente invii il proprio manoscritto a case editrici che non pubblicano esordienti.Ci vuole un buon lavoro da presentare, tanta fortuna e tanta perseveranza.
Qual è, secondo te, un buon modo di promuoversi una volta pubblicato? Se dovessi convincere un lettore, cosa diresti del tuo romanzo?
Un buon modo è promuovere il libro in TV! Scherzi a parte, confido molto nel passaparola. Questo è un mercato decentrato: non esistono grandi punti di riferimento capaci di catalizzare il grosso del pubblico; si legge un libro perché convinti da una recensione, o da un amico, o se già si conosce l'autore.Un buon modo è quello di mantenere bassi i prezzi (meno di 3 euro per l'eBook di un romanzo mi sembra ragionevole!) così da favorire lo sviluppo di un nucleo iniziale di lettori che possano suggerire il libro ad altri. L'obiettivo in questo caso non dev'essere quello di vendere il più possibile, ma di arrivare all'attenzione di chi potenzialmente è interessato a quello che hai scritto, perché poi ne parli (bene, si spera).
Che opinione hai del panorama editoriale attuale?
Mi danno molta fiducia le piccole case editrici che puntano soprattutto sulla cura dei prodotti. Al contrario, vedo molto male i grandi editori e quelli a pagamento: i primi perché pronti a pubblicare qualsiasi cosa vada di moda, con libri usa e getta che non fanno altro che allontanare le persone dalla lettura, i secondi perché quello che fanno non è pubblicare, è prendere in giro scrittori inesperti.Cosa pensi del self-publishing?
Penso che, come molti strumenti accessibili a tutti, in realtà il self-publishing sia alla portata di pochi. Ho visto molti libri di autori autodidatti e sono tutti accomunati dalla mancanza di un editing professionale. Difficilmente si può essere bravi scrittori e bravi editor, sono due figure diverse, per usare una metafora non è detto che un bravo pilota sia anche un bravo meccanico.La mano dell’editor su un testo si sente bene o – meglio – è la sua assenza che si fa sentire!