Intervista: Christiana V

Creato il 10 giugno 2014 da Babetteleggepervoi

Oggi, cari amici, ho fatto due chiacchiere con Christiana V, il cui sorprendente “Blood Catcher” sta spopolando su Amazon. Lei ha risposto volentieri alle mie domande, parlando di se stessa con sincerità commovente.QUI potete trovare la recensione del racconto:http://babetteleggepervoi.blogspot.it/2014/06/blood-catcher-di-christiana-v.html
Vado subito al punto dolente, Christiana: scrittura come terapia?Non perdi tempo! Sì, come autoterapia, almeno all’inizio. Quando seppi che mio figlio era autistico. La mia fantasia, troppo schiacciata dal cinismo della realtà, si è ribellata al procedimento oppressivo attraverso i sogni, proponendomi avventure oniriche in technicolor! Il sonno si riduceva a battaglie campali contro tinte, a volte fluorescenti, che bombardavano la mia povera mente. Di notte dormivo, ma non riposavo, e al mattino ero uno straccio. Sono una persona impulsiva, cavalco sempre l'emozione del momento e soprattutto sono una a cui non piace aspettare, per cui cercai una forma di medicazione transitoria e trovai la scrittura, in cui riversai tutti i colori, le figure e i suoni che mi riverberavano dentro e scalpitavano per liberarsi.Creai i mezzoumani, delle creature ibride, i miei figlioli fantastici grazie ai quali ho scritto due volumi di una saga e una terza parte si appresta a venire alla luce. Nel frattempo i problemi notturni si risolsero e io non avrei più avuto bisogno di scribacchiare per veicolare gli eccessi emotivi, ma attraverso la scrittura ho conosciuto un mondo che mi gratifica e mi sostiene, facendomi divertire e condividere tanto altro.
Torneremo più tardi a parlare del tuo bambino., perché penso che la tua esperienza possa essere veicolata in un messaggio ad altri genitori che si trovano nella tua stessa situazione.Ho visto che sei molto attiva su Internet. Ti incontro spesso su Facebook, per esempio.Ho "incontrato" delle splendide persone, con cui ho allacciato rapporti anche al di fuori del web; ho collaborato con tante brave autrici, ma soprattutto ho capito che virtuale non significa finto come alcune conoscenze faccia a faccia. Partecipo quando posso a diversi eventi su vari blog e mi cimento, sempre divertendomi, in scritture di vario genere.
Curriculum?Dopo aver partecipato a quattro antologie, ho scritto Blood Catcher, un paranormal romance erotico (grazie per avermi dato una mano a rendere la storia più fluida). Adesso ho tanti file in sospeso nel pc e altrettante idee da sviluppare in vari generi letterari.
Torniamo al tuo bambino. Mi hai detto, prima, di voler “parlare” con altri genitori di bambini autistici.Sì, è vero. Dario è un bambino autistico e si può soltanto immaginare la fatica che si sopporta, in tutti i sensi, nel convivere e rapportarsi con una genitorialità di questo tipo. Dopo anni di dolori - ora posso affermarlo, perché anche quelli sono stati metabolizzati - ho deciso di parlare della nostra storia. Credo che la mia esperienza possa essere di aiuto a quelle madri (ma anche a padri) che si sentono travolte dall'uragano del disturbo e sole in mezzo al silenzio. Se col mio piccolo contributo riuscissi a portare un po' di conforto e ad alleggerire anche solo per qualche ora il fardello quotidiano, che a volte non si racconta per timore che una parola detta ad alta voce ti possa inghiottire e soffocarti, anche di una persona soltanto, sarei felicissima d'essermi messa a nudo e aver mostrato debolezze e punti di forza di un rapporto tanto viscerale.Un rapporto con un figlio autistico non è mai alla pari, i livelli risultano sempre sfalsati, ma a volte si riesce a trovare una piccola scala su cui arrampicarsi e poter “toccare” quel bimbo altrimenti irraggiungibile. Per quanto possa sembrare ambizioso, il mio prossimo passo è questo e spero di riuscire a dare un contributo valido.
Grazie per esserti confidata. Lo apprezzo molto e credo che anche le amiche del blog saranno conquistate dalla tua sincerità.Parlare e scrivere della mia esperienza mi hanno aiutato. Al di là di cose serissime come quella raccontata poc'anzi, c'è tutta la parte ludica e utopica legata alla scrittura, i sogni a occhi aperti, la capacità di creare storie che ti lasciano quel buon sapore sulla lingua e gli occhi pieni di stelle. Sono a metà dell'elaborazione di un urban fantasy per ragazzi, ma ho già in mente una storia di narrativa particolare, dove la psicologia e le vicissitudini dei due protagonisti, ovviamente non stereotipati, la faranno da padrone.
Non ci resta che aspettare, dunque. Buon lavoro.Grazie, Babette, per l’ospitalità. E buon lavoro anche a te.

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