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Benvenuta. Raccontaci di te.Che tipo di scrittrice sei e qual è il genere che più ti rappresenta?Bentrovata, Babette! Prima di essere una scrittrice sono un’accanita lettrice. Divoro di tutto. Leggo saggi di ogni tipo, soprattutto storici. Per la narrativa adoro i romanzi storici, i vecchi gialli alla Conan Doyle e alla Agatha Christie e poi ho una passione insana per la letteratura inglese dell’Ottocento, in primis per Jane Austen.
Hai un autore (o un’autrice) al quale (alla quale) ti ispiri?A parte la cara zia Jane, le sorelle Brontë, Victor Hugo, Alexandre Dumas e gran parte dei classici, mi ispirano tanto i lavori di Muriel Spark, Julia Navarro, Matilde Asensi, Kate Mosse, Margaret George e Laura Mancinelli. Adoro poi Umberto Eco e Franco Cardini.
Qual è il primo romanzo che hai pubblicato?Un giallo a sfondo artistico: “L’Enigma Botticelli”, arrivato finalista al premio Tedeschi.
Quale sarà il prossimo?In questo periodo mi sto dedicando alla saggistica, ma uscirà a breve un quarto ebook della serie “Le ragazze di Jane Austen” per Rizzoli Youfeel.
Da dove arriva l’ispirazione?Da tutto ciò che mi circonda. Anche una conversazione “captata” per caso in un bar o in libreria. Tutto è per me fonte di ispirazione.
Cinzia, cosa/chi ti ha ispirato nella stesura del nuovo romance?La mia costante fonte di ispirazione è sempre lei: Jane Austen. Le sue storie sono così moderne, reali, che per me è un attimo pensare a un loro sviluppo contemporaneo. Per il romance in uscita, terzo volume della serie “le ragazze di Jane Austen”, mi sono ispirata al mio amato “Persuasione”, che si contende il titolo di libro preferito con “Orgoglio e pregiudizio”. La storia di Anne Elliot e Frederick Wentworth è così irrimediabilmente romantica, anche perché contiene quella che io giudico la “più perfetta” lettera d’amore mai scritta. Quando mi sono avvicinata al testo per la trasposizione moderna ho subito pensato a quella lettera e da lì è nata la storia di Valentina e Fulvio.
Dove scrivi? In camera da letto, in bagno, sulla schiena di un fustaccio...? Lo ammetto, come intervistatrice sono poco seria. Lo sanno tutti, adesso lo sai anche tu.Di solito scrivo nel mio studio, circondata dai miei libri e con lo stereo a palla (si può dire, o faccio la figura dell’adolescente?)
Niente schiene, quindi. Oh, bene. I familiari ti sono d’aiuto, d’impaccio? Ti chiudi a chiave?Più che i familiari, devo tenere a bada il telefono (sono una chiacchierona compulsiva) e la voglia di leggere la pila di libri che acquisto alla libreria sotto casa, con grande soddisfazione del mio libraio di fiducia! Quando poi ho bisogno di isolarmi, mi chiudo a chiave, ma solo dopo aver preso una scatola di cioccolatini e averla nascosta tra gli scaffali della mia libreria.
Vediamo se riesco a sentire qualcosa di nuovo sugli strumenti di scrittura. Sai, alcuni usano solo il pc, altri il sacrosanto quaderno a righe/quadretti. Chi DEVE usare una certa penna… un guazzabuglio! Scrivo tutto direttamente sul pc. In genere arrivo al computer quando la storia è già tutta nella mia testa, quando, cioè, ne sono satura e devo solo digitarla... anche se questo processo non sempre è così lineare. Alcune volte mi fermo per qualche giorno e rifletto su possibili variazioni sul tema. Ne vengo a capo solo con l’aiuto della musica.
Nessun appunto? Niente post it? Tovagliolini di carta?A parte qualche post it serale, no. Mi spiego. A volte la soluzione a una impasse mi viene per caso, così scarabocchio poche frasi su un post it per tenere a mente cosa devo scrivere. Di solito però non prendo appunti, in compenso faccio un breve casting per i protagonisti.Il casting è fondamentale, quello sì.
Come lo fai?Non ridere… Quasi tutti i protagonisti maschili li rubo dalle pubblicità. Quelli femminili, invece, sono attrici meno note o mie amiche. Solo per l’ispirazione. Le storie non le riguardano, altrimenti mi mangerebbero.
Ci credo...
Da quanto tempo scrivi? Cosa ti ha spinto a scrivere? O chi?Io scrivo da sempre, Babette! Mio nonno era il proprietario della libreria della mia città d’origine (Venosa, tra la Basilicata e la Puglia). Essendo quindi nata tra i libri, il passo è stato breve. I miei studi accademici, inoltre, mi hanno “costretta” a scrivere saggi, articoli, e così via. Ai romanzi sono arrivata dopo lunghi ripensamenti. Scrivevo racconti, sceneggiature, romanzi brevi per ragazzi, ma mi sono buttata nella prosa più intensa da qualche anno. Per scrivere un romanzo, mi dicevo, devi essere più matura.
Una frase per chiudere l’intervista?“I am half agony, half hope…” non si scrivono più le lettere romantiche di una volta?
Temo di no. C’è chi si fidanza/sfidanza con un SMS…!QUI trovate tutto ciò che il Blog ha scritto su Cinzia Giorgio:http://babetteleggepervoi.blogspot.it/search/label/Giorgio%20Cinzia
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